RIANO – La via Flaminia e le sue Origini

Il paese moderno di Riano ebbe origine nel 1350, anteriormente esisteva il solo Castello situato sopra un colle di tufo che s innalza quasi a picco tra le valli di Chiarano e Luccia le quali si uniscono e formano la valle Perina che va a sboccare sulla Tiberina.Nelle Bolle imperiali e cassinensi è chiamato Raianum e
Regianum; in quelle portuensi: Rasciano, de Raio, De Ruscetulo, Rascelulo, Ruscindo e simili.La Rascia era il nome antico della Serbia che ebbe la corona ed il titolo di Regno da Onorio III come narra il Luzio
e l’Archidiacono (1). E’ manifesto quindi che Rasciano debba essere stato una Colonia delle Legioni lliriche o di Coorti Dalnelle Bolle, come: Hospidale di Raio, S. Angelo de Scolia.

Il Castello fu per la maggior parte del tempo soggetto ai monaci e al Monastero di S. Paolo. Nel 1159 ne era signore un  tale Giovanni Roncioni col fratello Bernardo, detto Berardo, ed il figlio chiamato Angelo Berardo, dei quali si fa menzione nell’ Inventario dei beni tra i Monaci di S. Paolo e i Canonici di S. Eustachio del 1269, allegato all’ Istrumento dei conini già più volte citato e dove spesso si nominano i beni di Angelo, Berardo e Giovanni Roncioni, nonchè di un terreno e di un superbo palazzo che lanni Roncioni ebbe presso la via Flaminia, poco distante dall’ antico borgo di Castelnuovo, nella località
oggi chiamataValle Palombella, e di cui abbiamo già eccen-mate. Lo dimostrano anche alcuni vocaboli slavi citatinato parlando della Via Flaminia.Fu appunto il 7 aprile 1159 che i suddetti Roncioni rinunciarono al possesso del castello e terre di Riano nelle mani del pontefice Adriano IV, con atto di donazione stipulato da Andrea Scrinario e registrato da Cencio Camerario; e fu nuova-mente concesso al Monastero di S. Paolo.
Il detto Cencio Camerario nel registrare atto di donazione, dice che il Castello di Riano è situato nel territorio Collinense, che sarebbe Castelnuovo antico il quale da Balbo viene anche chiamato Municipium Castellense, cioè Civita Castellana (da non confondersi con ‘odierna Civita Castellana inprovincia di Viterbo).Clemente VII, con motu proprio in data 4 aprile 1527, diede licenza di vendere il Castello di Riano per il sussidio apostolico imposto per le necessità delle guerre in cui venne a trovarsi il detto Pontefice . Nel motu proprio lo chiama Castrumn Riani Civitatis Castellanae, e nei Registri
Apostolici, stabilendo a tassa delle decime, è chiamato Colli-nense e Castellanas’intendedi Castelnuovo.Il Castello fu acquistato da Aloisio e dal Cardinal Taddeo de Gaddi per 29 mila ducati di Camera d’oro, come risulta dalla Constituzione Cassinense 423; dalla sentenza di Guido
Ascanio Sforza, Cardinale Camerlengo, in data 13 novembre 1551, e dalla Storia Pontificia compilata dal Ciaccone in cui Thaddeus Florentinus Castri Riani Dominusdettoanno 1559 (2).Il detto Cardinale Taddeo de Gaddi convenne la Comunità di Castel Novo per risolvere la questione del fosso di
Monte Fiore sia nei riguardi dello spurgo, sia per l’uso della acqua per irrigazione dei prati e delle coltivazioni di canapa;
ciò avvenne il 27 aprile 1553 con rogato di Girolamo del Mare,come rilevasi dall’Archivio Capitolino e di Castelnuovo (3Detto atto fu nuovamente ratificato il 19 aprile 1598 con il Marchese Paolo Emilio Cesi successore del Castello. Il Cardinale Pierdonato Cesi l’anno 1582, fuori di Riano, tra la chiesa di
S. Giorgio, oggi ridotta a pubblico cimitero, ed il bosco e la via Flaminia, su un vago ed eminente colle, fabbricò un nobile monastero pei Padri Cappuccini, come rilevasi dall’iscrizione sopra la porta della chiesa.P. Donatus Caesius S. R. E. Tit. S. Vitalis Presb. Card. Templum hoc à fundamentis extruxit, Beataeque Virgini Deiparae Lauretanae dedicavit; Monasterium, lucum, solisque
ambitum ordini Divi Francisci Capuccinorum pro suae animaesalute libero munere dedit anno Domini M.D.LXXXII.Il Capitolo di S. Eustacchio possedeva molti beni nel territorio di Riano, specialmente nella Tenuta di Ripalta e Sette Monti, conformemente rilevasi dal più volte citato inventario.
Il detto Capitolo, con istromento rogato da Misser Sabba da Vicenza, notaro romano, in data 24 maggio 1504, li cedette in enfiteusi al Monastero dei monaci di S. Paolo, allora Signori e Marchesi di Riano, mediante la risposta annua di rubbia 50 di grano, 20 di spelta, 20 d’orzo e 20 decine di lino.
ai Signori Ludovisi-Boncompagni, Principi di Piombino.
colo XIV.I Castello passò poi per vendita a vari altri e da ultimo Nella chiesa di S. Giorgio vi sono notevoli dipinti del se-Nella chiesa del Convento dedicata, come è detto nella sopracitata iscrizione, alla Beata Vergine, in un altare laterale vi è una pittura della Santissima Pietà, di mano eccellente e degna di essere veduta. Fu donata dallo stesso pio fondatore che lo tolse dalle cose più preziose della sua splendidissima casa.