REGOLA N 15 – IL SENSO ESOTERICO

IL SENSO ESOTERICO
I fuochi si avvicinano all’ombra, ma non la bruciano. L’involucro di fuoco e’ completato.
Che il mago intoni le parole che fondono fuoco e acqua.
Il senso esoterico
La negazione della grande illusione
Un appello al servizio
Nuovi gruppi e formazione della nuova era
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Veniamo ora allo studio dell’ultima regola di magia. Risalendo mentalmente alla lunga
serie di istruzioni, si distinguono con estrema chiarezza alcune linee fondamentali dello insegnamento,
mentre altre linee minori vengono relegate nell’ombra. Gli studenti ricordino che nella lettura di un libro di testo fondamentale (e questo è considerato tale) si dovrebbe adottare un procedimento preciso. Dapprima lo studente dovrebbe leggere il libro per intero per poterne
afferrare i punti salienti, le principali linee d’insegnamento e le tre o quattro proposizioni su cui poggia l’intera struttura. Fatto questo potra’ cominciare a occuparsi, isolandoli, dei punti sussidiari che servono a spiegare e chiarire i maggiori concetti essenziali, dopo di che potra’
dedicarsi con profitto ai dettagli. Gli studenti avranno quindi interesse a rileggere queste istruzioni
e raccoglierne i punti piu’ importanti; in seguito potranno inserire gli insegnamenti secondari e infine ordinare i dati dettagliati secondo i diversi titoli che sono emersi. Una volta completato, questo lavoro costituirebbe un compendio che fisserebbe fermamente la conoscenza
in esso contenuta nella memoria dello studente.
Uno dei principali insegnamenti che appare chiaramente in tutte le istruzioni veramente esoteriche, riguarda l’atteggiamento dello studente d’occultismo. Si suppone che egli si occupi di cio’ che e’ soggettivo ed esoterico allo scopo di divenire un operatore di magia bianca. Come
tale egli deve assumere e mantenere costantemente la posizione dell’osservatore, distaccato
dal meccanismo di osservazione e di contatto; egli deve riconoscersi essenzialmente quale entità
spirituale, con una natura, degli obiettivi e dei metodi di lavoro diversi da quelli dei corpi
che ritiene saggio occupare temporaneamente e utilizzare. Egli deve rendersi conto della sua
unità e delle linee di contatto con tutti i lavoratori a lui affini, giungendo in tal modo a una
consapevolezza cosciente della sua posizione nella Gerarchia spirituale degli Esseri.
602 Sono state divulgate così tante informazioni inesatte e si è data incautamente tanta importanza
allo stato e alla posizione nella cosiddetta gerarchia di anime, che ora i discepoli ragionevoli
ed equilibrati cercano di volgere i loro pensieri altrove ed eliminare quanto più è possibile
ogni pensiero sui gradi e sulle sfere d’attività. Nell’oscillare del pendolo, è possibile finire
troppo lontano nella direzione opposta e sminuire l’importanza di questi stadi d’attività. Vi
prego di non fraintendermi; non suggerisco di fare un tentativo di collocare le persone e stabilire
quale sia il posto che occupano sulla scala evolutiva. In passato questo è stato fatto in modo
per lo più insensato a grande scapito di tutto il soggetto, tanto che nella mente del pubblico
tutta la questione è caduta in discredito. Se questi stadi fossero considerati in modo ragionevole
per ciò che sono, ossia stati di coscienza ampliata e gradi di responsabilità, il pericolo della
reazione della personalità ai termini “discepolo accettato, iniziato, adepto, maestro” sarebbe
trascurabile e si eliminerebbe molta agitazione. Si deve sempre tener presente che lo stato individuale
va tenuto rigorosamente per sé e il punto d’evoluzione (che può essere realmente riconosciuto
come più avanzato di quello del cittadino medio) sarà dimostrato con una vita di
servizio attivo esente da ogni egoismo e manifestando una visione illuminata più avanzata rispetto
all’idea corrente della maggioranza.
603 Nel radunare il nuovo gruppo di servitori del mondo, ciò che attualmente è in atto nel
mondo, è necessaria una vera cautela. Ogni collaboratore è responsabile di se stesso e del proprio
servizio e null’altro. Una valutazione attendibile del grado evolutivo non si baserà sulle
pretese avanzate, ma sul lavoro compiuto, sull’amore e la saggezza dimostrati. Il giudizio dovrebbe
essere fondato sulla conoscenza del Piano, evidenziata da una saggia formulazione del
prossimo passo avanti che attende l’umanità; deve fondarsi sul senso esoterico manifestato e
sull’influsso o potere aurico esercitato, che deve essere ampio, costruttivo e inclusivo.
Mi chiedete di definire più chiaramente ciò che intendo per “senso esoterico”. Significa essenzialmente
il potere di vivere e agire soggettivamente, possedere un costante contatto interiore
con l’anima e con il mondo in cui essa dimora; tutto questo deve esprimersi soggettiva269
mente come amore attivamente dimostrato, come saggezza costantemente applicata, come capacità
dì includere tutto ciò che respira e sente e identificarsi con esso, capacità che rappresenta
la caratteristica preminente di tutti i veri figli di Dio operanti. Intendo quindi il mantenere
un atteggiamento mentale interiore, che a volontà può essere orientato in qualsiasi direzione.
Esso può governare e dominare la sensibilità emotiva, non soltanto del discepolo stesso, ma
anche di coloro con cui viene in contatto. Con la forza del suo pensiero silenzioso egli può
portare luce e pace a tutti. Grazie a quel potere mentale, egli può sintonizzarsi con il mondo
del pensiero mondiale e con la sfera delle idee, discriminare e scegliere fra gli agenti mentali e
i concetti che gli permetteranno, quale collaboratore del Piano, di influenzare il suo ambiente e
rivestire i nuovi ideali della materia di pensiero adatta, rendendoli più facilmente riconoscibili
nel mondo della vita di pensiero comune e quotidiana. Questo atteggiamento mentale consentirà
al discepolo di orientarsi verso il mondo delle anime e, in quell’alto luogo d’ispirazione e
di luce, scoprire i suoi compagni di lavoro, comunicare con loro e, in unione con loro, collaborare
alla realizzazione degli intenti divini.
604 Il senso esoterico è il principale requisito necessario dell’aspirante in questo periodo della
storia mondiale. Finché gli aspiranti non l’avranno compreso in qualche misura e non saranno
in grado di farne uso, non potranno far parte del nuovo gruppo, non potranno lavorare come
maghi bianchi e queste istruzioni rimarranno per loro pura teoria ed essenzialmente intellettuali,
invece di essere pratiche ed efficaci.
Per coltivare questo senso esoterico interiore è necessaria la meditazione e, nei primi stadi
di sviluppo, una meditazione continua. Con l’andare del tempo e a mano a mano che l’uomo si
sviluppa spiritualmente, la meditazione quotidiana lascerà necessariamente il posto a un orientamento
spirituale costante e una meditazione come è intesa e necessaria ora, non sarà più richiesta.
Il distacco fra l’uomo e le sue forme che può usare sarà così completo che egli vivrà
sempre sul “seggio dell’Osservatore”; da quel punto e con quell’atteggiamento egli dirigerà le
attività della mente, delle emozioni e delle energie che rendono possibile e utile l’espressione
fisica.
Il primo stadio di questo sviluppo del senso esoterico e nel quale esso viene coltivato consiste
nel mantenere un atteggiamento di osservazione costante e distaccata.
Il nuovo gruppo di servitori del mondo, nei suoi ranghi esterni potrebbe ben essere considerato
un corpo addestrato di osservatori organizzati. Vorrei suddividere questo gruppo in tre
parti in modo che aspiranti e chela di tutto il mondo siano guidati a riconoscere dove si trovano
individualmente e possano sinceramente e veramente cominciare a lavorare con intelligenza.
605 Il primo gruppo è composto dagli osservatori organizzati. Questi aspiranti imparano in
primo luogo a mettere in pratica il distacco, che permetterà loro di vivere come anime nel
mondo delle vicende quotidiane e di comprendere il reale significato delle parole: lavorare
senza attaccamento. In secondo luogo, essi sono anche studiosi delle questioni mondiali in uno
dei sette dipartimenti cui feci riferimento quando presentai il nuovo gruppo all’attenzione del
mondo. Essi studiano i segni dei tempi. Indagano nel grande dramma della storia per scoprirne
le tendenze principali ed esprimere al mondo accademico comune e ai pensatori dell’umanità
ciò che vedono e comprendono.
Attraverso tutta la storia umana scorre un triplice filo e nell’interazione di questi tre fili si
trova la storia di tutta l’evoluzione umana. Uno dei fili guida i pensieri dell’uomo mentre si
occupa dello sviluppo dell’aspetto forma, delle tendenze razziali e mostra come le forme delle
razze, dei paesi, della fauna e della flora siano costantemente andate al passo con i figli di Dio
che lentamente emergevano. Il secondo filo ci conduce alla comprensione dello sviluppo della
coscienza e indica l’emergere dallo stadio istintivo a quello della consapevolezza intellettuale,
fino all’illuminazione intuitiva, che è l’attuale meta della coscienza. Il terzo filo riguarda il
Piano stesso e qui entriamo nella sfera di ciò che è veramente ignoto. Quale sia il piano e quale
la sua meta sono fatti finora totalmente ignorati e noti soltanto agli adepti di grado più elevato
e ai figli di Dio più eccelsi. Fintanto che la mente illuminata e la facoltà di rispondere intuitivamente
non saranno sviluppate nella famiglia umana, ci sarà impossibile cogliere i con270
cetti fondamentali che si trovano nella mente di Dio stesso. Fintanto che la più alta vetta del
Monte dell’Iniziazione non sarà scalata, la visione della Terra Promessa, quale essa è, non sarà
possibile. Fin tanto che le limitazioni, le necessarie limitazioni, dei tre mondi non verranno
superate e l’uomo non sarà in grado di agire come anima libera nel regno spirituale, ciò che si
trova oltre quel regno dovrà rimanere celato all’uomo, proprio come lo stato d’essere e di consapevolezza
umano non è comprensibile all’animale. Questa è una lezione salutare e necessaria
che tutti i discepoli dovrebbero apprendere.
606 Ma gli osservatori dei tempi e degli eventi possono fare rapidi progressi nello sviluppo
dell’intuizione perseverando nella meditazione, esercitando i loro intelletti e sforzandosi sempre
di pensare in termini di universalità. Guardino alla storia del passato come parte della preparazione
di ciò che sta emergendo e che inaugurerà il futuro. Si facciano animo riconoscendo
il fatto che il regno delle anime sta divenendo sempre più un fenomeno del piano fisico (vi
sembra un paradosso?) e che entro i prossimi due secoli verrà infine riconosciuto come un regno
della natura e considerato tale dagli scienziati. Questi “osservatori organizzati” formano la
cerchia esterna del nuovo gruppo e la loro nota fondamentale è la sintesi ossia eliminare ciò
che non è essenziale e organizzare la conoscenza umana. Essi operano nei molteplici campi
della consapevolezza umana e si distinguono per il loro spirito non settario, per la capacità di
occuparsi degli elementi essenziali di base e di collegare diversi settori della ricerca umana in
un tutto organizzato e unificato.
607 Il secondo gruppo, parte del nuovo gruppo di servitori del mondo, è quello dei comunicatori
telepatici. Essi sono molto meno numerosi e si distinguono per il rapporto relativamente
stretto esistente fra loro. Essi costituiscono essenzialmente un gruppo di collegamento. Provengono
dalla cerchia più exoterica degli osservatori organizzati, ma la loro sfera di servizio e
più ampia, poiché operano in maniera sostanzialmente più esoterica. Sono in contatto fra di loro
e con gli osservatori organizzati, ma anche con il gruppo di donne e uomini che si trovano
proprio al centro, o nel cuore, del gruppo mondiale. La loro opera è triplice e molto ardua. Essi
devono coltivare costantemente il distacco, caratteristica dell’anima che conosce se stessa. Costantemente
essi attingono la conoscenza e le informazioni accumulate dagli osservatori organizzati,
le adattano alle necessità del mondo ed emettono l’insegnamento. Essi lavorano in
modo efficace, ma sempre dietro le scene. Sebbene in questo stadio iniziale del nuovo gruppo
essi possano essere noti nel mondo e vengano quindi riconosciuti come istruttori, scrittori e
servitori, in seguito si ritireranno sempre più nello sfondo e lavoreranno tramite i servitori del
cerchio esterno. Li ispireranno e addosseranno loro sempre maggiore responsabilità; essi alimenteranno
lo sviluppo degli scambi telepatici nel mondo intessendo in tal modo i fili che col
tempo colmeranno la lacuna attualmente esistente fra il visibile e l’invisibile, rendendo così
possibile il nuovo mondo, un mondo nel quale la morte, come noi la conosciamo, sarà abolita
e si perverrà a una continuità di coscienza universale. Questo spiega perché, nella formazione
di questo gruppo, si dia tanta importanza alla sensibilità telepatica. Ai membri di questa seconda
cerchia di servitori s’insegna a sviluppare la sensibilità in tre direzioni: verso i pensieri
degli uomini in incarnazione fisica, verso le menti dei trapassati che sono ancora nel corpo
mentale, verso il gruppo di Esseri spirituali, custodi del processo evolutivo e attraverso le cui
mani passano costantemente i tre fili della vita che evolve.
Il loro compito è estremamente difficile, molto più difficile di quello del primo gruppo e
perfino più arduo di quello del terzo, poiché non posseggono ancora certi poteri e la necessaria
esperienza. Il loro centro di coscienza è l’intuizione e non quello dell’intelletto sintetizzante e
il loro stato di consapevolezza è ampio e inclusivo. Essi possono quindi soffrire più della
maggioranza; a questo stadio, soltanto pochi fra di loro non sono troppo sensibili e non rispondono
eccessivamente alle vibrazioni emananti dall’aspetto forma nei tre mondi. Il loro distacco
non è ancora totale. Essi collegano, quindi sopportano infiniti problemi e rispondono
alla sofferenza del mondo.
608 Essi vedono troppo, se così posso esprimermi, perché ancora non godono del privilegio di
vedere con chiarezza la meta che ci attende fra duecento anni. Essi percepiscono il bisogno del
presente. Essi rispondono alla nuova corrente di forza spirituale che sta affluendo. Essi porta271
no il peso dell’umanità sulle loro spalle e, essendo sufficientemente coordinati, vivono contemporaneamente
nei tre mondi, cosa che ben pochi sono in grado di fare. Consapevoli
dell’urgenza dell’attuale opportunità, ma anche dell’apatia dei molti, essi lavorano sotto
un’altissima pressione.
Il terzo gruppo, il più interno di tutti, comprende i membri della Gerarchia stessa. Non mi
preoccupa minimamente il fatto che queste anime liberate siano chiamate Fratelli Maggiori
della razza, Maestri di Saggezza, la Nube di Testimoni, il Cristo e la sua Chiesa, Superuomini
o altri appellativi che le tendenze ereditarie dell’umanità o le tradizioni possano aver coniato;
tanto meno se ne preoccupano essi stessi. Le insignificanti dispute riguardo alle loro personalità,
ai loro nomi e alla loro posizione non hanno alcuna importanza. Essi sono forze intelligenti
del pianeta; grazie all’estensione della loro coscienza, essi esprimono la Mente di Dio; essi incorporano
il principio dell’intelligenza, immutabile e costante e, attraverso essi, fluisce
l’energia che chiamiamo Volontà di Dio, in mancanza di un termine migliore. I membri di
questo gruppo conoscono il piano molto meglio di quelli degli altri due cerchi del nuovo gruppo
di servitori del mondo, poiché essi vedono chiaramente quale sia il prossimo passo che
l’evoluzione planetaria guiderà l’umanità a compiere nei prossimi duecento anni. Essi non si
occupano di vane speculazioni sul fine ultimo alla fine dell’era mondiale. Potreste esserne sorpresi,
date le numerose speculazioni fatte dai non iniziati, ma è così. Essi sanno che vi è un
tempo e una stagione per ogni cosa e, guardando avanti e comprendendo intuitivamente la meta
prevista per tutti i regni nel futuro immediato, tendono il loro sforzo congiunto a un solo fine:
coltivare la rispondenza telepatica intuitiva dei Comunicatori che colmano la lacuna esistente
fra essi e il mondo fisico. Questi ultimi cercano a loro volta di usare gli Osservatori.
Conoscitori, Comunicatori e Osservatori, tutti operano in stretta unione, spesso anche senza
rendersene conto; essi rispondono tutti, nella misura concessa dal loro grado, all’impulso della
Mente e della Volontà del Logos, la Divinità solare.
609 Al di là di questo gruppo triplice si trovano i Troni, i Principati e le Potenze, di cui non
occorre occuparci. Dall’altro lato c’è l’umanità, lacerata dai disastri dell’ultima guerra mondiale,
sconcertata dalla pressione sociale, religiosa ed economica del Presente, sensibile e rispondente
alle influenze ed energie che affluiscono abbondanti sulla nuova onda dell’Era
dell’Acquario; incapace di capire e di spiegare, conscia soltanto di un ardente desiderio di libertà
di pensiero e di condizioni fisiche migliori, che afferra ogni occasione di acquisire conoscenza
per preparare un campo fertile in cui il nuovo gruppo possa operare.
Abbiamo visto che l’obiettivo di tutta la formazione interiore è di sviluppare il senso esoterico
e quella consapevolezza sensibile che permetterà all’uomo di agire non soltanto come un
Figlio di Dio in incarnazione fisica, ma anche come qualcuno che possiede la continuità di coscienza
grazie alla quale sarà sveglio interiormente e al tempo stesso attivo esteriormente. A
ciò si perviene sviluppando le capacità dell’osservatore esperto. Raccomando queste parole
all’attenzione di tutti gli aspiranti. Il persistere nell’atteggiamento di giusta osservazione determina
il distacco dalla forma, dal quale deriva il potere di usare la forma a volontà e allo
scopo di favorire i piani gerarchici, quindi di essere utili all’umanità. Quando questo potere di
osservare sia in qualche misura acquisito, abbiamo l’aspirante che entra a far parte del gruppo
intermedio di Comunicatori, che si trova fra i due gruppi suddetti (gruppi esoterici e il gruppo
di lavoratori spirituali sul piano soggettivo) e fa da interprete fra i due.
610 È bene ricordare che perfino i membri della Gerarchia si avvalgono delle opinioni e dei
suggerimenti di quei discepoli disinteressati, che riconoscono e interpretano correttamente la
necessità dell’ora.
Quando questo stadio è stato raggiunto e l’uomo è in contatto cosciente con il Piano, il vero
lavoro magico può cominciare. Uomini e donne che cominciano a vivere come anime possono
intraprendere il lavoro magico della nuova era e dare inizio ai cambiamenti e alla ricostruzione
che determineranno la manifestazione dei nuovi cieli e della nuova Terra, che tutte le Scritture
del mondo attestano eloquentemente. Essi sono in grado di lavorare con le forze, nella materia
eterica, e dar vita alle creazioni e organizzazioni del piano fisico che incorporeranno in modo
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più adeguato la vita di Dio nell’Era dell’Acquario, ormai prossima. La Regola numero quindici
si riferisce proprio a questo stadio.
Queste parole indicano la consumazione dell’opera magica e possono riferirsi sia all’opera
di un Logos solare, di un Logos planetario o di un’anima che s’incarna, sia a quella dell’essere
umano avanzato che ha imparato a operare come mago bianco secondo il piano della grande
Loggia Bianca. Si riferisce naturalmente anche all’opera di coloro che, grazie al conseguimento
intellettuale, hanno imparato a lavorare come maghi, ma dal lato detto nero, poiché le stesse
regole di magia valgono per entrambi i gruppi, sebbene l’impulso motivante differisca. Ma
con il lavoro dei maghi neri non abbiamo niente a che vedere. Ciò che essi fanno ha un effetto
potente ma transitorio, usando il termine transitorio con riferimento ai cicli; a tempo debito
questi effetti dovranno cessare ed essere subordinati alle esigenze e all’opera dei portatori di
luce e di vita.
611 Lo stadio dell’ombra è il periodo vago e incerto che precede la manifestazione densa e
concreta. In questo caso non si riferisce all’ombra quale controparte della manifestazione fisica
dell’anima, bensì a uno degli stadi intermedi del processo creativo. Tecnicamente è chiamato
lo “stadio del crescere e decrescere della nebulosa” e precede lo stadio della comparsa della
forma exoterica più stabile e relativamente statica. Nella formazione di un sistema solare questo
stadio è riconosciuto come periodo preliminare e il processo può essere osservato nei cieli
stellati. Esso indica lo stadio in cui il Grande Mago sta eseguendo il Suo lavoro; non ha ancora
fatto risuonare in modo definitivo le parole mistiche o i suoni spirituali che produrranno la
concretizzazione e l’apparenza tangibile della forma.
Nella Dottrina Segreta si fa riferimento ai tre fuochi noti da antica data; il Víshnu Purana a
questi fuochi dà esattamente la medesima nomenclatura usata da H.P.B., che trasse quei termini
dall’antica Scrittura. Fuoco elettrico, fuoco solare e fuoco per attrito, messi in congiunzione,
producono il macrocosmo e il microcosmo manifestati; il mio precedente Trattato del
Fuoco Cosmico si riferisce a tale congiunzione. Esotericamente, questi fuochi non sono che un
solo fuoco, il quale però, secondo la coscienza che lo considera (essa stessa a diversi stadi di
sviluppo evolutivo) produce l’effetto di un’essenza ignea differenziata. Questa essenza ignea
può essere conosciuta come la Vita stessa, oppure come la “Luce autosplendente”, oppure come
la forma attiva inerente all’unica sostanza che è alla base di tutti i fenomeni. In
quest’ultima regola di magia, i fuochi considerati sono quelli della materia stessa, che si avvicinano
all’ombra e (come dice l’Antico Commentario) “sorgono dalla seconda tenebra al richiamo
dello spirito della luce e, nel luogo stabilito, s’incontrano con ciò che li assorbirà e li
eleverà al punto igneo da cui i fuochi della luce vivente e della vita radiante sono venuti.”
LA NEGAZIONE DELLA GRANDE ILLUSIONE
612 La frase della Regola numero quindici che dice “che fondono fuoco e acqua” si riferisce
all’effetto che si produce al punto di condensazione, dopo che sono state pronunciate le grandi
parole che causano quell’effetto. Questa regola è quasi inspiegabile e non mi è concesso indicarvi
le parole che determinano tale procedimento. Posso dare soltanto qualche cenno che servirà
a incoraggiare il vero aspirante a pensare, ma potrà soltanto irritare il pensatore superficiale
che cerca metodi e formule facili e rapidi con cui lavorare. Calore e umidità sono presenti
nella produzione di tutte le forme di vita, ma il grande mistero (e quasi l’ultimo che verrà rivelato
all’adepto) sta nel modo in cui la fusione dei tre fuochi può produrre umidità, ossia
l’elemento acqueo. Questo problema e questo fenomeno costituiscono la base della Grande Illusione
cui si riferiscono i libri antichi; per mezzo della combinazione si produce la maya che
avvolge. In realtà l’acqua non esiste; la sfera acquea, il piano astrale, se solo poteste rendervene
conto, non è che un effetto illusorio e non esiste realmente. Tuttavia, nel tempo e nello spazio
e per la comprensione della coscienza che vi assiste, è più reale di ciò che nasconde e copre.
Non posso spiegarmi più chiaramente a parole. Allo studente intelligente è possibile solo
suggerire che la luce dell’anima (che si riflette nella sua mente) e l’energia della forma (che si
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esprime nel suo corpo eterico) sono per lui, nella sfera della dualità temporanea, le sue due realtà
fondamentali. La natura acquea della sua esperienza astrale, in cui questi due aspetti della
divinità sembrano (è di nuovo illusione, lo si noti) incontrarsi e operare, non è che un fenomeno
illusorio e, in senso occulto, non è basato su alcun fatto reale. Ogni vero aspirante sa che il
suo progresso spirituale può essere valutato in base alla libertà acquisita da questa illusione e
alla sua liberazione nell’aria limpida e nella luce pura della sua coscienza. Nella sua coscienza,
il regno animale opera con la seconda di queste realtà fondamentali e per esso il corpo eterico
e la forza che governa la natura animale o materiale sono le principali espressioni di verità.
613 Tuttavia, l’animale comincia a percepire vagamente il mondo dell’illusione e possiede
alcuni poteri e sensi psichici che riconoscono il piano astrale, pur non potendolo interpretare.
Davanti agli occhi degli animali i veli dell’illusione cominciano a cadere, ma essi non lo sanno.
L’essere umano ha vagato per epoche intere nel mondo dell’illusione, poiché esso è una
sua creazione. Tuttavia, dal punto di vista della coscienza, l’uomo è a sua volta in contatto con
ambedue le realtà e a poco a poco impara a dissipare l’illusione, grazie al costante aumento
della luce radiosa dell’anima. Permettetemi di soffermarmi e ricordarvi che la dualità è soltanto
uno stadio sull’arco evolutivo, che infine conduce alla realizzazione dell’unità.
Il velo dell’illusione è paragonabile al momento che precede l’alba, quando il mondo delle
cose familiari è visto attraverso la nebbia e strisce di foschia velano la forma terrena e anche il
sole nascente. Segue una fase intermedia, quel momento vago e misterioso in cui il reale è nascosto
dall’irreale; viene poi quella condizione magica e distorta in cui le forme non appaiono
come sono veramente, ma perdono forma, colore e prospettiva. La vera visione è impossibile.
Secondo quest’analogia simbolica, lo stadio astrale e il vasto ciclo in cui predomina la grande
illusione possono quindi essere giudicati temporanei e transitori. Non è lo stadio di una manifestazione
nettamente divina; non è lo stadio della consapevolezza pura e non offuscata; non è
lo stadio dell’opera perfetta. È il periodo in cui i semidei sono in cammino, in cui la verità è
solo vagamente percepita, la visione intravista solo occasionalmente; è lo stadio del Piano realizzato
a metà, in cui si lavora basandosi su una conoscenza parziale, incontrando difficoltà e
commettendo errori. È anche lo stadio della distorsione e della mutevolezza costante, durante
il quale ci sembra di essere incessantemente tirati di qua e di là da forze che agiscono ciecamente
e apparentemente senza uno scopo preciso.
614 Per quanto riguarda l’umanità, è il periodo in cui l’uomo è avvolto nella nebbia e perduto
nei miasmi che emanano dal suolo (simbolo della natura fondamentale del regno animale).
Eppure, a volte, quando l’albeggiante luce della coscienza spirituale penetra attraverso
l’oscurità che tutto circonda, l’irrealtà di questo stadio è riconosciuta. È l’interludio fra il predominio
della coscienza animale e quello della coscienza spirituale e solo la famiglia umana
conosce questo periodo di illusione astrale. Il piano astrale non esiste, salvo nella coscienza
del quarto regno della natura, poiché l’uomo “s’illude” in un senso diverso dalla consapevolezza
cosciente di qualsiasi altro regno, subumano o sovrumano.
Dispero di riuscire a rendere con chiarezza il significato di ciò che voglio dire. Come può
colui che è soggetto alle illusioni dei sensi, come sono tutte le creature umane, concepire lo
stato di coscienza di chi si è liberato dall’illusione del piano astrale o rendersi conto dello stato
di consapevolezza delle forme di vita che non hanno ancora sviluppato la coscienza astrale? È
la natura dualistica della mente che produce quest’illusione, poiché la mente dell’uomo gli
presenta le chiavi del regno dei cieli, oppure gli chiude la porta d’ingresso al mondo delle realtà
spirituali. È la mente concretizzante priva di principi la causa di tutti i mali dell’umanità. È
il senso dell’Io separato, lo spirito individualistico separativo, che ha portato l’umanità alla
condizione presente, eppure anche questo fa parte del grande processo di sviluppo. È la coscienza
della dualità, il senso dell’ “Io sono Dio” e “Io sono la forma”, realizzati soggettivamente
e riconosciuti simultaneamente, che ha immerso l’umanità nella grande illusione.
615 Tuttavia, è proprio quest’illusione che alla fine restituirà all’uomo la segreta parola
d’ordine per entrare nel regno di Dio e realizzare la propria liberazione. È questa stessa maya
che lo guida alla verità e alla conoscenza; è sul piano astrale che l’eresia della separatività deve
essere superata ed è sul campo del Kurukshetra che l’Arjuna individuale che aspira e
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l’Arjuna cosmico imparano che il conoscitore e la conoscenza sono una cosa sola. La scienza
segreta del Maestro della Saggezza è il segreto che svela come dissipare le nebbie e le brume,
le tenebre e la foschia prodotte dall’unione dei fuochi nei primi stadi. Il segreto del Maestro è
la scoperta che non esiste alcun piano astrale; egli trova che il piano astrale altro non è che è
un’invenzione dell’immaginazione ed è stato creato usando l’immaginazione creativa in modo
incontrollato e abusando dei poteri magici. L’opera della Gerarchia è soprattutto di porre fine
alle ombre e dissipare l’umidità; l’intento dei Maestri è di far penetrare la luce dell’anima e
mostrare che spirito e materia sono le due realtà che costituiscono l’unità e che soltanto nel
tempo e nello spazio e per il ciclico abuso dei poteri magici e psichici è venuto in esistenza il
piano astrale della grande illusione che ora è così reale, in un certo senso più reale (per
l’uomo) del regno della luce e del regno della forma. In un senso molto interessante, è vero
che l’essere umano è un’anima e, poiché la luce dell’anima è in lui e diviene sempre più radiosa,
questo fatto stesso produce l’illusione. A causa di quest’illusione, il lavoro magico è stato
compiuto seguendo linee errate, è stato basato su moventi sbagliati e inserito in uno schema
che è più forte dell’operatore comune, poiché tutta la forza dell’illusione mondiale si oppone a
tutti gli sforzi del principiante in magia bianca.
616 Le regole terminano quindi con l’ingiunzione che il mago faccia risuonare le parole che
“fondono il fuoco e l’acqua”, ma queste sono regole per l’aspirante. Le regole per gli iniziati,
parallele a queste, terminano con le parole: “L’iniziato faccia risuonare le parole che unificano
i fuochi”. Ciò è molto significativo e incoraggiante per il principiante nel lavoro magico. Egli
lavora necessariamente sul piano astrale e, probabilmente, ancora per molto tempo non potrà
evitarlo. Ciò che gli indica il suo sviluppo, è il costante ritrarsi della sua coscienza da quel
piano e il conseguimento dell’equilibrio e della consapevolezza mentali, seguiti da un lavoro
creativo sul piano mentale. Un’interessante dichiarazione trovata negli archivi degli adepti
comprende alcuni stadi del lavoro magico, naturalmente presentati in forma simbolica:
“Che il mago rimanga entro il grande mare del mondo. Che egli s’immerga nell’acqua e lì mantenga
la sua posizione. Guardi nelle profondità dell’acqua. Nessuna delle forme che vi si scorgono corrisponde
alla realtà. Non si vede che acqua. Essa si muove sotto i suoi piedi, attorno a lui e sopra il suo capo.
Egli non può parlare; egli non può vedere. La verità scompare nell’acqua.
“Che il mago rimanga nella corrente. Attorno a lui l’acqua scorre. I suoi piedi si tengono fermi sul
terreno roccioso, ma tutte le forme che egli vede si perdono nella grigia immensità della bruma.
L’acqua gli giunge alla gola, ma con i piedi poggiati sulla roccia e il capo libero nell’aria egli fa progressi.
Tutto è ancora distorto. Egli sa di star saldo, ma non sa dove andare e come andare e nemmeno
comprende. Egli pronuncia le parole magiche, ma soffocate, vaghe e sperdute, la nebbia le respinge
verso di lui e una vera nota ancora non risuona. Attorno a lui echeggiano i suoni delle molte forme, che
inghiottono il suo.
“Che il mago rimanga nella bruma acquea e non si lasci trascinare dalle correnti. Appaiono alcuni
contorni vaghi. Egli vede un piccolo tratto del Sentiero. Bagliori di luce guizzano attraverso le masse di
nebbia e di bruma. Egli ode la propria voce; la sua nota è più distinta e più vera. Si possono scorgere le
forme di altri pellegrini. Dietro di lui il mare. Sotto i suoi piedi la corrente. Attorno a lui nebbia e foschia.
Sopra il suo capo non si vede né il cielo e né il sole.
617 “Che il mago si tenga su un terreno più elevato, ma sotto la pioggia. Le fitte gocce si rovesciano su
di lui; il tuono brontola, i lampi squarciano il cielo. Ma la pioggia, cadendo a rovesci, dissolve la nebbia,
lava le forme che appaiono distinte e rischiara l’atmosfera.
“Si vedono le forme e si odono i suoni, sebbene ancora vagamente, poiché forte è il fragore del tuono
e dello scrosciare della pioggia. Ma ora si vede il cielo; il sole squarcia le nubi grondanti di pioggia,
sprazzi di azzurro allietano gli stanchi occhi del discepolo.
“Che il mago si tenga sulla vetta della montagna. Sotto di lui, nelle vallate e sulle pianure, si scorgono
acque e fiumi e nubi. Sopra di lui l’azzurro del cielo, la radiosità del sole nascente, la purezza
dell’aria montana. Ogni suono è limpido. Il silenzio parla col suono.”
Seguono le frasi molto significative che descrivono la fase finale.
“Che il mago si tenga nel sole, guardando al globo terrestre. Da quell’alto luogo di pace serena, faccia
risuonare le parole che creeranno le forme, costruiranno i mondi e gli universi e infonderanno vita
alla sua opera. Che egli proietti le forme create dalla vetta della montagna, in modo che esse possano
275
fendere le nubi che circondano il globo terrestre e portare luce e potere. Questi dissiperanno il velo di
forme che nascondono la vera dimora della terra all’occhio dell’osservatore.”
Tale è il fine dell’opera magica, che comporta la scoperta del fatto che il piano astrale e la
luce astrale non sono che finzioni create dall’uomo stesso. Ciò che l’uomo ha creato, egli stesso
può anche distruggerlo.
618 Per il momento non posso aggiungere altro sul lavoro magico. Le parole che fondono non
possono essere comunicate, per nessuna ragione, salvo sotto il giuramento di segretezza che
governa automaticamente il discepolo consacrato; giuramento che l’aspirante non presta ad alcun
uomo, bensì alla propria anima quando gli ha comunicato le parole. Egli le trova da sé,
come risultato di sforzi e tentativi instancabili. Egli sa che queste formule sono la prerogativa
di tutte le anime e possono essere conosciute e usate senza incorrere in alcun pericolo soltanto
da coloro che hanno realizzato il Sé come Uno. Egli s’impegna quindi a non rivelare mai queste
parole ad alcuno che non agisca come anima o che vaghi ancora ciecamente nella valle
dell’illusione. La Gerarchia di Adepti ha raccolto i suoi collaboratori basandosi su questa risposta
automatica alla conoscenza da parte dei conoscitori della razza umana.
UN APPELLO AL SERVIZIO
Per concludere questo trattato sul lavoro magico del singolo aspirante individuale vorrei
indicare:
l. la meta immediata degli studenti di questo secolo, riassumendo i passi che essi devono
compiere;
2. ciò che deve essere eliminato e superato, nonché le penalità in cui incorrono aspiranti e
discepoli per errori commessi e colpe condonate.
Innanzi tutto occorre riconoscere chiaramente la meta immediata, per evitare sforzi inutili e
compiere veri progressi. Molti aspiranti animati dalle migliori intenzioni tendono a dedicare
troppo tempo alle proprie aspirazioni e a formulare i propri piani di servizio. L’aspirazione
mondiale ora è così forte e l’umanità si sta orientando in modo così potente verso il Sentiero,
che le persone sensibili sparse ovunque vengono trascinate in un vortice di desiderio spirituale,
bramano ardentemente a una vita di liberazione, di imprese spirituali e di consapevole coscienza
dell’anima. Il riconoscimento delle loro possibilità latenti è ora così forte, che si sopravvalutano;
dedicano molto tempo a raffigurarsi quali mistici ideali oppure a deplorare la
mancanza di conseguimenti spirituali o la loro incapacità di pervenire a una sfera di servizio.
619 In tal modo, da un lato si perdono nei regni vaghi e nebulosi di un bell’idealismo, di
colorite ipotesi e di deliziose teorie; dall’altro lato drammatizzano se stessi immaginandosi
centri di potere in un campo di fertile servizio. Mentalmente elaborano piani di lavoro mondiale
per vedersi il perno attorno al quale quel servizio si muoverà; spesso si sforzano di realizzare
questi piani e creano un’organizzazione, ad esempio sul piano fisico, potenzialmente valida,
ma altrettanto potenzialmente inutile, se non pericolosa. Essi non si rendono conto che
l’impulso motivante è dovuto principalmente a ciò che gli Istruttori Indù chiamano “senso del
proprio Io” e che il loro lavoro è basato su un egoismo soggettivo che deve essere, e sarà, eliminato
prima di poter rendere un vero servizio.
La tendenza all’aspirazione e al servizio e giusta e buona e va considerata come facente
parte della futura coscienza e dotazione universale della razza nel suo insieme. Essa affiora
sempre maggiormente per la crescente forza dell’influsso acquariano che, fin dal 1640, sta acquistando
potenza e producendo due effetti: infrange le vecchie forme dell’era dei Pesci e stimola
le facoltà creative, che si esprimono in concetti e piani di gruppo. Come tutti voi ben sapete,
questa è la causa delle presenti condizioni di turbamento, condizioni che si possono così
riassumere: spersonalizzazione, in cui lo stato, il gruppo o i gruppi sono ritenuti molto più importanti
dell’individuo e dei suoi diritti; amalgamazione, che è la tendenza a fondere, unire,
mantenere insieme e produrre i rapporti reciproci che col tempo caratterizzeranno i rapporti
umani e produrranno quella “sintesi di tutti i singoli uomini”, ciò che Browning così verace276
mente indica come meta del processo evolutivo e che segna la conclusione del viaggio del divino
figliol prodigo; infine intercomunicazione sensibile fra unità, gruppi e combinazioni di
gruppi, sia dal lato soggettivo della manifestazione che da quello oggettivo.
620 Nelle tre parole spersonalizzazione, amalgamazione e intercomunicazione sono riassunti i
principali fenomeni che si stanno manifestando attualmente. Si esortano gli studenti a considerare
il piano che si sta esprimendo in tal modo e studiare queste tendenze in costante espansione
nelle vicende umane. Se lo studente si darà la pena di gettare uno sguardo panoramico alla
storia, il fatto che queste tendenze siano così importanti risulterà evidente. Potrà notare che
anche la storia di cinquecento anni fa gli rivela il fatto che, a quei tempi, grandi individui erano
i fattori di rilievo e che la storia si occupa ampiamente delle gesta di potenti personalità che
influenzarono profondamente il loro tempo e la loro epoca; le vicende umane furono poi governate
da isolamento e separazione e ogni uomo lottò per il proprio paese, ogni uomo dimenticò
il proprio fratello e visse egoisticamente; in seguito, i rapporti reciproci fra le diverse razze
o fra le famiglie umane furono limitati, non esistendo alcun vero mezzo di comunicazione
oltre al contatto personale, ciò che era spesso impossibile.
Gli studenti dovrebbero quindi riflettere su queste parole, che durante i prossimi cinquant’anni
acquisteranno importanza sempre maggiore. Questo periodo è abbastanza lungo
per permettere allo studente comune di osservare ed elaborare dei piani; riconoscendo questa
fase di elaborazione del Proposito divino, gli studenti farebbero bene a studiare l’espressione
della loro vita individuale e porsi le seguenti domande:
1. Sto perdendo tempo in sogni mistici o mi occupo dell’applicazione pratica delle verità
spirituali percepite, integrandole nella mia esperienza quotidiana?
2. Trovo che la mia reazione alla crescente impersonalità della nostra epoca è una reazione
di risentimento, oppure che questo atteggiamento, relativamente nuovo, di distacco
personale tende a risolvere i miei problemi personali?
3. Sono in grado di registrare una crescente capacità di percepire i pensieri e le idee degli
altri? Trovo che sto diventando più sensibile, quindi più capace di lanciarmi nella
grande corrente di intercomunicazione?
4. In che misura la tendenza a drammatizzare governa la mia vita quotidiana? Mi sento il
centro dell’universo che ruota automaticamente intorno a me, oppure lavoro per decentralizzarmi
e lasciarmi assorbire nel tutto?
Queste e altre domande che potranno sorgere serviranno ad indicare in che misura
l’aspirante risponde all’avvento della nuova era.
In questo trattato sullo sviluppo individuale e sul dominio dell’astrale, viene presentata una
visione ed esposta una norma di vita che contiene in sé le istruzioni necessarie durante il periodo
fra le due grandi ere, quella dei Pesci e quella dell’Acquario. Una parte del proposito di
base è stata espressa a parole; un proposito riconosciuto da molti in tutto il mondo e che si sta
attuando praticamente in ogni settore della vita umana. Esso viene registrato nel subconscio e
seguito intuitivamente da molti che nulla, conoscono dei tecnicismi del Piano. Coloro che guidano
il genere umano non si preoccupano in modo particolare del successo delle nuove condizioni
che emergono. Esso è ben certo e la crescita della realizzazione umana e della coscienza
spirituale non separativa non può essere arrestata. Il problema consiste nel trovare quali siano i
mezzi da impiegare per conseguire questi fini in modo che la natura formale possa essere incitata
e preparata a far fronte alle sue nuove responsabilità e a usare le nuove conoscenze senza
indebita sofferenza, senza le penose scissioni e le ore di angoscia che assorbono maggiore attenzione
del più sottile e promettente sviluppo della consapevolezza divina.
622 Ogni volta che nel mondo esiste una tendenza alla sintesi e alla comprensione, ogni volta
che il minore si fonde nel maggiore e l’unità si assimila al tutto, ogni volta che grandi concetti
universali influenzano fortemente la mente delle masse, ne conseguono disastri, cataclismi e
distruzione dell’aspetto forma e di ciò che potrebbe impedire a quei concetti di divenire fatti
concreti del piano fisico. Il problema dei membri della Gerarchia è dunque di trovare il modo
di evitare la temuta sofferenza e accompagnare l’uomo mentre l’onda della marea di realizza277
zione spirituale invade il mondo e compie l’opera necessaria. Ecco il motivo del presente appello
al servizio che risuona come uno squillo di tromba all’orecchio del discepolo attento.
Questo richiamo al servizio, solitamente suscita una risposta, che è però influenzata dalla
personalità dell’aspirante e tinta del suo orgoglio e della sua ambizione. Egli si rende realmente
conto della necessità; il desiderio di farvi fronte è genuino e sincero, l’ardente desiderio di
servire ed elevare è reale. L’aspirante compie dei passi intesi a metterlo in grado di adeguarsi
al piano. Il problema che noi, sul lato interiore della vita, siamo costretti ad affrontare è che,
sebbene non esistano dubbi sulla volontà e sul desiderio di servire, il carattere e il temperamento
sono tali da presentare difficoltà pressoché insormontabili. Noi dobbiamo lavorare tramite
questi aspiranti ed il materiale che rivelano è causa frequente di grandi inconvenienti.
Queste caratteristiche latenti, spesso non affiorano che dopo aver cominciato il servizio. Le
guide che osservano, anche se ne sospettano la presenza, non hanno il diritto di rifiutare
l’opportunità. Quando queste caratteristiche affiorano con ritardo la tragedia è che, oltre
all’aspirante in questione, molti altri ne soffriranno. Quando la struttura umana si fa sentire ed
esce dalla sfera della nebbia dell’idealismo, dei bei progetti e delle belle parole, molti si sentono
attirati da un idealismo sincrono e si raccolgono attorno al servitore.
623 Quando affiorano le debolezze nascoste, essi soffrono quanto il servitore stesso. Il metodo
usato dai Grandi Esseri che consiste nel cercare coloro che si sono in una certa misura preparati
ad una risposta sensibile e lavorare per loro tramite, presenta dei pericoli. L’aspirante comune
e ben intenzionato non è esposto a tale pericolo quanto il discepolo più avanzato e attivo.
Quest’ultimo è minacciato in tre direzioni e può essere sopraffatto in tre modi:
l. Tutta la sua natura è sottoposta a eccessiva stimolazione a causa dei contatti interiori e
delle forze spirituali con cui è in contatto; ciò costituisce un ‘Vero pericolo, poiché
difficilmente egli sa come comportarsi e non si rende conto del rischio cui è esposto.
2. Le persone con le quali lavora costituiscono a loro volta il suo problema. La loro avidità,
la loro adulazione, i loro elogi e le loro critiche tendono a oscurare il suo cammino.
Non essendo sufficientemente distaccato e spiritualmente progredito, senza saperlo egli
cammina immerso in una nube di forme pensiero. Smarrisce quindi la sua strada allontanandosi
dal suo intento originario, di nuovo senza rendersene conto.
3. Sotto la pressione del lavoro le sue debolezze latenti necessariamente affiorano e inevitabilmente
gli accadrà di dar segni di cedimento, se posso usare questo termine. Mentre
egli cerca di rendere il suo servizio particolare al mondo, i difetti della personalità si
rafforzano. Mi riferisco al servizio frutto di una scelta propria e formulato su uno sfondo
di ambizione personale e amore del potere, anche se egli lo riconosce solo parzialmente
o non lo riconosce affatto. Egli è naturalmente sotto tensione e, come chi porta
un pesante carico su per una collina ripida, scopre i punti deboli e manifesta una tendenza
al collasso fisico oppure ad abbassare il suo ideale per adattarlo alla propria debolezza.
624 A tutto questo si devono aggiungere la tensione propria dei tempi e le condizioni generali
dell’umanità infelice. Questo fatto influisce anche nel subconscio di tutti i discepoli e di tutti
coloro che lavorano nel mondo. Alcuni mostrano segni di abbattimento fisico, sebbene la vita
interiore rimanga equilibrata e normale, sana e giustamente orientata. Altri danno segni di cedimento
emotivo, ciò che può produrre due effetti, secondo il punto di sviluppo dell’aspirante
al servizio. Dallo stato di tensione egli può apprendere il distacco, ciò che potrebbe essere
chiamato il “meccanismo di difesa” dell’anima nell’attuale periodo di sviluppo mondiale, oppure
il nervosismo aumenta sempre di più ed egli può diventare un vero nevrotico. Altri avvertono
la tensione nel corpo mentale, che in alcuni casi si trasforma in confusione mentale impedendo
di discernere la verità. Essi continuano allora a lavorare senza ispirazione, soltanto perché
sanno che è giusto farlo e il ritmo del lavoro è instaurato. Altri afferrano l’occasione ogni
volta che si presenta e, così facendo, ricadono nell’innata autoaffermazione (che è la caratteristica
preminente dei tipi mentali); attorno al loro servizio costruiscono una struttura e una forma
che in realtà incorpora ciò che essi desiderano, ciò che pensano sia giusto, ma che è separativa
e figlia della loro mente, non della loro anima. A loro volta altri, più potenti e più coor278
dinati, avvertono la pressione dell’intera personalità; la versatile natura psichica risponde sia
alla necessità che alla teoria del Piano; si rendono conto di disporre di qualità realmente valide
e sanno di poter dare un contributo. Essi sono tuttavia ancora così impregnati della loro cosiddetta
personalità, che il servizio viene costantemente abbassato al livello di quella personalità,
quindi influenzato dalle reazioni personali, dalle simpatie e antipatie, dalle tendenze e abitudini
individuali.
625 A lungo andare queste si affermano e ci troviamo di fronte a un collaboratore che fa un
buon lavoro, ma lo rovina con la sua separatività di cui non si rende conto e con i suoi metodi
individuali. Questo significa che un lavoratore di questo tipo riunisce attorno a sé soltanto coloro
che può subordinare e governare. Il suo gruppo non è caratterizzato dagli impulsi della
nuova era, bensì dagli istinti separativi dell’operatore che ne è al centro. In questo caso il pericolo
è così sottile che si rende necessaria un’accurata autoanalisi da parte del discepolo. È così
facile lasciarsi affascinare dalla bellezza dei propri ideali e della propria visione, dalla supposta
rettitudine della propria posizione, ma rimanere comunque sempre influenzati soggettivamente
dall’amore del potere personale, dall’ambizione individuale, dalla gelosia per altri collaboratori
e dai molti altri tranelli nei quali può cadere il discepolo incauto.
Ma se si coltiva la vera impersonalità, se si sviluppa il potere di mantenersi saldi, se ogni situazione
è trattata con spirito d’amore e se si rifiuta di agire in modo affrettato e di permettere
alla separatività di infiltrarsi, si avrà la crescita di un gruppo di veri servitori che riunirà coloro
che sono in grado di materializzare il Piano e inaugurare la nuova era con le meraviglie che la
accompagnano.
Per far questo è necessario un coraggio della specie più rara. La paura tiene il mondo in
schiavitù e nessuno sfugge al suo influsso. Per l’aspirante e il discepolo vi sono due tipi di
paura che richiedono la loro particolare considerazione. Le paure di cui abbiamo trattato nella
prima parte di questo trattato e quelle inerenti, come ben sapete, all’esistenza stessa, sono note
a tutti noi. Radicate nella natura istintiva (paure economiche, paure derivanti dalla vita sessuale,
paura e terrore fisico, paura dell’ignoto, con la paura predominante della morte che infuenza
molte vite) sono state oggetto di molte indagini psicologiche e non me ne occuperò.
626 Esse devono essere superate dalla vita dell’anima a mano a mano che essa permea e
trasforma la vita quotidiana e dal rifiuto dell’aspirante di accordare loro qualsiasi riconoscimento.
Nel primo caso si costruisce la futura forza di carattere e viene impedito l’accesso a
nuove paure. Esse non possono esistere se l’anima governa coscientemente la vita e la sua situazione.
Nel secondo, le vecchie forme pensiero vengono neutralizzate, determinandone col
tempo la distruzione per mancanza di alimento. Si svolge quindi un duplice procedimento che
produce la genuina manifestazione delle qualità dell’uomo spirituale e una crescente liberazione
dalla schiavitù di antichissimi concetti di paura. Lo studente si accorge di essere sempre
più distaccato dai principali istinti predominanti, che finora hanno servito a tenerlo legato allo
schema della vita planetaria elementare. È opportuno far notare che tutti gli istinti principali
hanno origine nella peculiare qualità della vita planetaria, in base alla quale le reazioni di paura
conducono a qualche tipo d’attività. Come sapete, gli psicologi indicano cinque istinti principali
e predominanti, cui accenneremo brevemente.
L’istinto di conservazione ha origine nell’innata paura della morte; grazie alla presenza di
questa paura la razza umana si è fatta strada lottando fino all’attuale punto di longevità e resistenza.
Le scienze che si occupano di preservare la vita, le attuali conoscenze della medicina e
i conseguimenti del vivere civile sono tutti scaturiti da questa paura fondamentale. Tutto ha teso
a favorire la durata della vita dell’individuo e a preservarne le condizioni d’esistenza.
L’umanità persiste, in quanto razza e regno della natura, grazie a questa tendenza alla paura,
questa reazione dell’unità umana all’autoperpetuazione.
L’istinto sessuale ha la sua origine principale nella paura della separazione e
dell’isolamento e nella rivolta contro l’unità separata sul piano fisico, contro la solitudine; ha
avuto come effetto la perpetuazione della razza, la persistenza e la propagazione delle forme
tramite le quali la razza può venire in manifestazione.
279
627 L’istinto gregario, le cui origini sono facilmente riconoscibili in una reazione analoga; per
il senso di sicurezza e per garanzia di sicurezza, basata sulle aggregazioni numeriche, gli uomini
hanno sempre cercato i loro simili e si sono uniti a scopo di difesa e stabilità economica.
La nostra civiltà moderna è il risultato di questa reazione istintiva della razza nel suo complesso;
ne sono emersi i vasti centri urbani, le metropoli gigantesche ed i grandi edifici, che rappresentano
altrettante forme di greggi moderni elevati all’ennesima potenza.
Il quarto grande istinto, quello dell’autoaffermazione, e pure basato sulla paura. Consiste
nella paura dell’individuo di non riuscire a ottenere un riconoscimento, perdendo in tal modo
gran parte di ciò che altrimenti potrebbe essere suo. In tal modo, con il passare del tempo si è
sviluppato l’egoismo della razza, seguito dal senso di acquisizione e dal potere di appropriarsi
(la “volontà di potere” in una forma o nell’altra) fino all’odierno intenso individualismo e al
senso d’importanza che sono la causa della maggior parte degli attuali problemi economici e
nazionali. Abbiamo favorito l’autodeterminazione, l’autoaffermazione e l’interesse egoistico a
un punto tale da trovarci di fronte a un problema pressoché insuperabile. Ma da tutto ciò ne è
derivato e ne deriverà molto bene, poiché nessun individuo ha valore effettivo finché non ne è
cosciente, ed allora sacrifica con determinazione il valore acquisito per il bene dell’insieme.
L’istinto di ricerca è a sua volta basato sulla paura dell’ignoto, ma da questa paura sono
emersi, risultato di una ricerca millenaria, i nostri attuali sistemi educativi e culturali, nonché
tutta la struttura della ricerca scientifica.
628 Queste tendenze, basate sulla paura, hanno agito da potente stimolo di tutta la natura
dell’uomo (egli essendo divino) e lo hanno portato fino all’attuale punto di ampia comprensione
e utilità; esse hanno determinato la nostra civiltà moderna con tutti i suoi difetti, ma anche
con tutti i segni della sua divinità. Da questi istinti spinti all’infinito e dal processo di trasmutazione
nelle loro corrispondenze superiori emergerà l’espressione dell’anima in tutta la
sua completezza. Vorrei sottolineare i fatti che seguono.
L’istinto di conservazione trova la sua conclusione nella certezza dell’immortalità; l’opera
svolta dagli spiritualisti e dai ricercatori psichici nel corso dei secoli ne è il metodo per pervenirvi
e la migliore garanzia.
L’istinto sessuale trova la sua conclusione logica nel rapporto, coscientemente realizzato,
fra anima e corpo. Questa è la nota fondamentale del misticismo e della religione che oggi è,
come è sempre stata, l’espressione della Legge di Attrazione, non come si esprime nel matrimonio
del piano fisico, ma che giunge a consumazione (per l’uomo) nelle nozze sublimi compiute
con intento cosciente fra l’anima positiva e la forma ricettiva e negativa.
L’istinto gregario trova la sua conclusione divina nel risveglio della coscienza di gruppo,
che oggi è evidenziata dalla tendenza generale all’unione, alle vaste fusioni in atto ovunque. Sì
manifesta nella capacità di pensare in termini di internazionalismo, di concetti universali, il cui
risultato finale sarà l’instaurarsi di una fratellanza universale.
L’istinto di autoasserzione a sua volta ha dato alla nostra civiltà moderna il suo intenso individualismo,
il culto della personalità e ha prodotto la venerazione degli antenati e degli eroi.
Esso conduce tuttavia all’affermazione del Sé, del divino Sovrano interiore; dalla psicologia,
la nostra scienza più recente, emergerà una conoscenza del Sé spirituale che si afferma e domina,
ciò che condurrà infine alla manifestazione del regno delle anime sulla Terra.
629 Cosa dire dell’istinto di ricerca? Trasmutato in ricerca divina e trasformato applicando la
luce dell’anima alle sfere d’indagine, condurrà l’umanità nell’Aula della Saggezza e l’uomo
potrà lasciare dietro di sé le esperienze dell’Aula della Conoscenza. I nostri grandi centri educativi
diverranno scuole per lo sviluppo della percezione intuitiva e della consapevolezza spirituale.
Lo studente dovrebbe studiare attentamente la tabella che segue:
Istinto Corrispondenza Metodo
l. Conservazione Immortalità Ricerca spiritualistica
2. Sessuale Unione spirituale Religione
Unificazione Misticismo
280
3. Gregario Coscienza di gruppo Fratellanza
4. Autoaffermazione Asserzione del Sé Psicologia
5. Ricerca Intuizione Educazione
Le paure che affliggono l’umanità, avendo origine negli istinti, non sembrano dunque che
caratteristiche divine, male applicate e male usate. Se comprese e usate correttamente e se trasmutate
dall’anima sapiente, esse producono consapevolezza, sono fonte di crescita e,
all’anima assopita nel tempo e nello spazio trasmettono il necessario impulso, la spinta e
l’esortazione a progredire che hanno condotto l’uomo dallo stadio delle caverne e del ciclo
preistorico, attraverso il lungo periodo storico; oggi si può confidare che lo faranno progredire
con crescente rapidità, grazie alla comprensione intellettuale acquisita che gli permette di applicarsi
con piena consapevolezza al problema del progresso.
630 Occorre che gli studenti si rendano più profondamente conto del fatto che l’intero processo
è divino e che il cosiddetto male non è che un’illusione, parte inerente alla dualità che, nel
tempo e fuori del tempo, sarà sostituita dall’unità divina. Il male è dovuto all’errata percezione
ed interpretazione di ciò che viene percepito. Il conseguimento della vera visione, unita alla
giusta comprensione, determina la liberazione dalle reazioni istintive ed evoca il distacco interiore
che consente all’uomo di camminare, libero, nel regno di Dio.
Accenniamo ora alle due paure che interessano in modo particolare l’aspirante, ossia la
paura dell’opinione pubblica e la paura dell’insuccesso. Sono due fattori potenti nella vita di
servizio e creano ostacoli a molti.
Coloro che cominciano a lavorare in cooperazione con il Piano e stanno imparando il significato
del servizio, tendono a temere che il loro operato sia criticato e giudicato male, oppure
che venga attaccato da idee contrarie, temono che ciò che fanno non sia sufficientemente gradito,
apprezzato e compreso. Essi chiedono simpatia e approvazione. Valutano il loro successo
in base alle cifre e alla risposta che suscitano. Non amano che i loro moventi siano messi in discussione
e mal giudicati e reagiscono violentemente diffondendosi in spiegazioni; si sentono
infelici se i loro metodi, i membri del loro gruppo e il loro modo di servire vengono criticati.
Essi sono dominati dai falsi obiettivi del numero, del potere e di una dottrina formulata. Se
quanto essi fanno non si adegua al livello del metodo di, gruppo delle menti che li circondano
o non interessa la maggior parte di loro, essi sono infelici e cambiano frequentemente i loro
piani, modificano il punto di vista e abbassano il loro livello fino a conformarlo alla psicologia
di massa più vicina o ai loro consiglieri.
631 Il vero discepolo vede la visione. Cerca allora di mantenersi in stretto contatto con la sua
anima, in modo da conservare la stabilità mentre si sforza di fare della visione una realtà; egli
intende pervenire a ciò che, dal punto di vista del mondo, sembra impossibile, sapendo che la
visione non si materializza per mezzo di espedienti e indebiti adattamenti delle idee suggerite
da consiglieri terreni o intellettuali. L’opinione pubblica e i consigli di coloro le cui tendenze
rispecchiano l’era dei Pesci e non quella dell’Acquario sono valutati attentamente, ma con
cautela; se risultano separativi, tendenti a turbare l’armonia, a incrinare l’amore fraterno e la
comprensione, vengono immediatamente scartati. Dove vi sia un evidente atteggiamento critico
verso altri collaboratori nel campo del servizio mondiale, dove non vi sia altra capacità oltre
a quella di vedere soltanto egoismo e difetti, di attribuire moventi sbagliati e di credere al
male, in questi casi l’aspirante rifiuta di lasciarsi trascinare e procede serenamente per la sua
strada.
Affermo con certezza che nel prossimo ciclo il vero lavoro (il lavoro di portare il mondo a
una sintesi e di creare una riconosciuta fratellanza di anime) verrà effettuato soltanto da coloro
che rifiutano di essere separativi e che sorvegliano le proprie parole in modo che nulla di male
sia mai pronunciato; sono servitori che vedono il divino in ogni essere e che rifiutano di pensare
il male e di attribuirlo ad altri; essi lavorano con le labbra sigillate, non si occupano degli
affari dei loro fratelli, né rivelano ciò che li riguarda; la loro vita è influenzata dalla comprensione
e dall’amore; le loro menti sono caratterizzate da una percezione spirituale addestrata e
dalla consapevolezza spirituale che usa un intelletto perspicace come corollario di uno spirito
281
amorevole. Permettetemi di ripetere questo tema con altre parole, poiché esso è d’importanza
vitale e l’effetto esercitato sul mondo dall’opera di questi strumenti è immenso. Questi uomini
e queste donne, la cui missione è di inaugurare la nuova era, hanno imparato il segreto del silenzio;
essi sono costantemente animati da uno spirito d’amore inclusivo, le loro parole non li
fanno deviare nell’ambito della critica comune ed essi non permettono che altri vengano condannati;
essi sono animati dallo spirito di protezione. Ad essi verrà affidato il compito di promuovere
la vita della nuova era.
632 A coloro che ancora non hanno raggiunto questo grado d evoluzione, la cui visione non è
così chiara e la cui natura non è ancora così disciplinata, rimane l’importante compito, a un livello
inferiore, di lavorare con persone simili a loro. I loro attributi e le loro qualità attirano i
loro simili; non lavorano quindi in così grande solitudine e la loro attività ottiene maggior successo
all’esterno, anche se non sempre. Occorre ricordare che agli occhi dei Grandi Esseri ogni
lavoro ha uguale importanza. Per le anime che si trovano allo stadio in cui la casa o
l’ufficio rappresenta un’esperienza sufficiente, quello è lo sforzo massimo; il loro tentativo di
lavorare, è sul proprio livello, un raggiungimento tanto grande quanto quello di un Cristo o di
un Napoleone nel realizzare il proprio destino. Non dimenticatelo e cercate di vedere la vita
quale è e non con le pericolose distinzioni create dall’uomo. Un discepolo che non possiede
ancora la visione completa come il fratello più avanzato e che sta appena imparando l’ABC di
un’attività pubblica, nonostante tutti i suoi insuccessi e la sua ottusità può agire bene quanto
un discepolo più anziano con tutta la sua conoscenza ed esperienza.
282
GRUPPI DELLA NUOVA ERA E LORO FORMAZIONE
Per noi che lavoriamo dal lato interiore, i collaboratori operanti nel mondo si suddividono
in tre gruppi:
l. I veri Acquariani, pochi e distanti fra loro. Lavorano in condizioni veramente difficili,
poiché la loro visione va oltre la comprensione della maggioranza e spesso incontrano
incomprensione, disappunto da parte dei loro compagni di lavoro e grande solitudine.
2. Coloro che appartengono nettamente all’era dei Pesci. Essi lavorano con ben maggiore
facilità e trovano una risposta più immediata in coloro che li circondano. La loro opera
è più dottrinale, meno inclusiva e influenzata da spirito di separazione. Essi includono
la massa di lavoratori mondiali sparsi nei diversi dipartimenti del pensiero e del benessere
umano.
633 3. Coloro che, pur appartenendo all’era dei Pesci, sono abbastanza evoluti per rispondere
al messaggio dell’Acquario, ma che ancora non si fidano a usare i metodi veramente
acquariani per lavorare e comunicare il loro messaggio. Ad esempio, in campo politico
hanno il senso dell’internazionalismo, ma non sono in grado di applicarlo quando si
tratta di comprendere gli altri. Credono di avere una coscienza universale, ma se messi
alla prova fanno discriminazioni ed eliminazioni. Costituiscono un gruppo molto meno
numeroso di quello dei veri appartenenti ai Pesci, ma svolgono un buon lavoro e occupano
un posto molto necessario. Il problema che presentano al lavoratore di tipo acquariano
sta tuttavia nel fatto che, pur rispondendo all’ideale della nuova era e considerandosi
appartenenti ad essa, in realtà non vi appartengono veramente. Essi vedono un
frammento della visione e hanno afferrato la teoria, ma non possono esprimerla
nell’azione.
Abbiamo quindi questi tre gruppi che svolgono un grande e necessario lavoro pervenendo,
con le loro azioni unite, fino alle masse e adempiendo in tal modo il proprio dharma. Il primo
gruppo opera necessariamente nell’illusione dell’opinione pubblica. Al gruppo intermedio
spetta un compito ben difficile, poiché dove la visione non è chiara, vi è spesso conflitto fra la
voce dell’ambiente prescelto e quella del gruppo interiore di Conoscitori del mondo e, rispondendo
ora all’una e ora all’altra, essi sono continuamente tirati da una parte all’altra. Il gruppo
di coloro che rispondono più piena mente alla vibrazione acquariana in arrivo registra le voci
delle guide degli altri due gruppi, ma la voce dei Maestri che guidano e la voce del gruppo dei
Maestri mondiali servono a farlo procedere in modo infallibile.
634 Ho cercato di spiegare i modi e metodi di lavoro suddetti, poiché i tempi sono difficili ed è
necessaria una maggiore chiarezza di pensiero se si vuole che il lavoro proceda nel modo desiderato.
Persino queste tre distinzioni fra i gruppi hanno in sé una sfumatura di separazione ed
è tuttora impossibile presentare un’idea qualsiasi nel suo vero rapporto sintetizzato. È già un
vantaggio poter riunire le migliaia di gruppi separativi in tre soli gruppi, in modo che la mente
del discepolo non debba analizzare dettagliatamente la situazione mondiale in relazione ai collaboratori
del Piano.
La seconda grande prova del discepolo sensibile è rappresentata dalla paura di insuccesso.
Essa si basa sulle passate esperienze (perché tutti hanno sbagliato), sulla presa di coscienza
della necessità e dell’opportunità immediate e su un acuto senso delle proprie limitazioni e deficienze.
È dovuta molto sovente a una risposta alla diminuita vitalità fisica e spirituale della
razza umana odierna. Mai prima d’ora la paura dell’insuccesso ha tanto ampiamente assillato
la famiglia umana. Un’altra causa di questa reazione va ricercata nel fatto che, per la prima
volta nella storia, il genere umano nel suo insieme percepisce la visione e ha quindi più che
mai un senso più verace della relatività dei valori. Gli uomini sanno di essere divini e questa
presa di coscienza è sempre più universale. Da ciò derivano l’attuale irrequietezza e la rivolta
contro le condizioni che creano ostacoli. Riflettere su un insuccesso o temere di sbagliare rappresenta
comunque una grave perdita di tempo per il discepolo. L’insuccesso non esiste, può
esserci soltanto perdita di tempo, ciò che è di per sé un fatto grave, in questi giorni di estrema
necessità del mondo; ma prima o poi il discepolo riuscirà comunque a fare del buon lavoro e a
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rimediare agli insuccessi del passato. Non occorre ripetere che sbagliando s’impara, verità ben
nota anche a tutti coloro che tentano di vivere come anime. Neppure è necessario che il discepolo
si preoccupi degli insuccessi, apparenti o reali dei suoi compagni.
635 Il senso del tempo produce annebbiamento e disappunto, mentre in realtà il lavoro procede
e la lezione appresa sbagliando rappresenta una salvaguardia per il futuro. Conduce quindi a
un rapido progresso. Un discepolo sincero può essere momentaneamente immerso nello annebbiamento
emotivo, ma a lungo andare nulla potrà veramente scoraggiarlo. Cosa sono pochi
brevi anni paragonati a un ciclo di eoni? Che cosa è un secondo rispetto ai settant’anni della
vita media dell’uomo? Al singolo discepolo possono sembrare molto importanti, ma per
l’anima che osserva sono proprio nulla. Per il mondo, un insuccesso temporaneo può forse
rappresentare un ritardo dell’aiuto atteso, ma anche in questo caso l’attesa sarà breve, l’aiuto
giungerà da altre fonti, poiché il Piano procede infallibile.
Posso offrirvi in tutta sincerità l’ingiunzione paradossale di lavorare con la massima serietà,
ma al tempo stesso di rifiutare tale serietà e non prendervi troppo sul serio? Coloro che dimorano
dall’altro lato della vita e studiano l’operare degli aspiranti del mondo, oggi vedono
un’angoscia quasi pietosa per le deficienze individuali, uno sforzo sostenuto e strenuo per
“rendersi ciò che dovrebbero essere” e al tempo stesso una desolante mancanza di senso delle
proporzioni e la totale assenza di umorismo. Vi esorto a coltivare queste due qualità. Non
prendetevi così sul serio e scoprirete che siete in grado di lavorare più liberamente e in modo
più efficiente. Prendete con tutta serietà il Piano e l’appello al servizio, ma non perdete tempo
in una costante auto-analisi.
La meta immediata di tutti i discepoli che aspirano, attualmente si prospetta quindi nel modo
seguente:
1. Pervenire alla chiarezza di pensiero per quanto riguarda i propri problemi personali
immediati, soprattutto il problema inerente al proprio obiettivo nel servizio. Questo
deve essere fatto mediante la meditazione.
636 2. Sviluppare la sensibilità ai nuovi impulsi che oggi inondano il mondo. A ciò si giunge
amando maggiormente tutti gli uomini e facilitando il contatto con loro grazie
all’amore e alla comprensione. L’amore rivela.
3. Servire con completa impersonalità. Questo si ottiene eliminando l’ambizione personale
e l’amore del potere.
4. Rifiutarsi di prestare attenzione all’opinione pubblica o ai cosidetti insuccessi o cadute.
Ciò si ottiene prestando la massima attenzione alla voce dell’anima e cercando di dimorare
sempre nel luogo segreto dell’Altissimo.
Ci siamo occupati del primo punto riguardante la meta immediata e i passi da compiere per
raggiungerla, nonché del secondo punto, relativo alla condotta e ai fattori che devono essere
eliminati. Non ci rimane dunque che indicare le penalità in cui può incorrere sia il discepolo
che il servitore esperto, se cede all’annebbiamento o cade in errori inerenti alla sua natura,
permettendo che ostacolino il suo lavoro e s’interpongano fra lui e la meta percepita.
Vorrei far rilevare che nella vita di servizio i pericoli principali sono tre. Non mi riferisco
alla formazione individuale del discepolo, bensì alla sua vita di servizio e alle attività nelle
quali è impegnato come servitore. Il suo temperamento, il suo corredo di caratteristiche (fisiche,
emotive e mentali) hanno un potente effetto sul suo ambiente e sulle persone che egli cerca
di soccorrere; deve inoltre tener conto del proprio ambiente famigliare, della sua preparazione
culturale ed educazione e del modo di esprimersi.
637 Il primo pericolo risiede nelle condizioni fisiche. Non posso soffermarmi su tale argomento,
ma prego tutti i discepoli di agire con saggezza, di concedersi ore di sonno sufficienti, di
nutrirsi in modo corretto (ciò che varia da individuo a individuo) e crearsi, se possibile, un
ambiente che consenta loro di lavorare con maggiore facilità. La penalità per l’inosservanza di
tali suggerimenti comporta mancanza di potere nel servizio e sempre maggiore schiavitù del
corpo fisico. Se le condizioni del corpo fisico sono precarie, esse saranno aggravate dagli inconvenienti
derivanti dall’afflusso di forza che il discepolo non è in grado di governare.
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Il secondo pericolo consiste nell’illusione astrale in cui vive l’umanità e il suo potere di annebbiare
persino i lavoratori sperimentati. In questo libro, che come sapete tratta del controllo
del corpo astrale e della giusta comprensione delle sue leggi, ho trattato ampiamente questo
soggetto. Solo il controllo mentale, unito a una vera percezione spirituale, permetterà di aprire
un varco in questo miasma astrale e rivelerà all’uomo che egli è un’entità spirituale in incarnazione
e, tramite la sua mente, in contatto con la Mente Universale. La penalità che colpisce il
discepolo che si lascia continuamente sopraffare dall’illusione astrale è ovvia. La sua visione
ne viene offuscata e confusa ed egli “perde il senso del tatto”, come è detto negli antichi commentari.
Egli vaga “per i vicoli della vita e perde la via maestra che conduce alla meta”.
638 Il terzo pericolo, oggi prevalente, è quello dell’orgoglio mentale, la cui conseguenza è
l’incapacità di lavorare in gruppo. La penalità che ne deriva è spesso un successo momentaneo
e un’attività forzata in un gruppo che è stato devitalizzato dei suoi elementi migliori e comprende
soltanto coloro che alimentano la personalità del capo gruppo. Data l’importanza che
egli annette alle proprie idee e ai propri metodi di lavoro, un discepolo trova che al suo gruppo
mancano i fattori e le persone che potrebbero completarlo, che potrebbero equilibrare il suo
sforzo e conferire alla sua impresa le qualità di cui egli stesso manca. Questa è già una punizione
sufficiente che fa rapidamente tornare in sé un discepolo leale. Un discepolo intelligente,
onesto e fondamentalmente sincero che commetta tale errore, col tempo riconoscerà che egli
stesso ha plasmato il gruppo che ha raccolto intorno a sé oppure ne è stato plasmato; spesso il
gruppo non è che una sua personificazione e ripete la sua stessa natura. Nel caso di un discepolo
la legge opera rapidamente e gli aggiustamenti avvengono in breve tempo.
Allo studente vorrei far notare che, progredendo con costanza, scoprirà che il legame exoterico
ed esoterico fra le scuole esteriori e quelle interiori, o gruppo di conoscitori della verità, è
così stretto che nessuno studente sincero rimane senza alcun riconoscimento. Nella stretta del
lavoro, sotto il peso della fatica quotidiana, è incoraggiante sapere che vi sono coloro che osservano
e che ogni azione benevola, ogni pensiero d’aspirazione e ogni reazione non egoistica
è notata e riconosciuta. Tenete tuttavia presente che il riconoscimento da parte degli Aiutanti
avviene grazie alla percezione dell’accresciuta vibrazione dell’aspirante e non attraverso una
conoscenza specifica dell’azione compiuta o del pensiero formulato. Coloro che insegnano si
occupano dei principi della verità, delle frequenze di vibrazione e della qualità della luce. Essi
non sono consapevoli, né avrebbero il tempo di occuparsi delle azioni, delle parole e condizioni
specifiche e, quanto prima gli studenti comprenderanno questo fatto e abbandoneranno ogni
speranza di venire in contatto con un individuo fenomenico che tanto facilmente chiamano
Maestro, dotato di tali poteri da potersi occupare delle loro futili vicende nel tempo e nello
spazio, tanto più rapidamente progrediranno.
Tuttavia, quando vi sia sviluppo costante, osservanza dei principi occulti in modo da determinare
precisi cambiamenti nei corpi usati e aumento della luce irradiante, tutto ciò viene
riconosciuto e registrato e l’aspirante è ricompensato con accresciute occasioni di servire i
suoi simili.
639 Essi non ricompensano con encomi, con gesti d’affetto o esprimendo la loro soddisfazione
a parole. Essi si preoccupano di far sì che donne e uomini comuni diventino conoscitori e maestri,
usando i seguenti mezzi:
1. Insegnando loro a conoscere se stessi.
2. Liberandoli dalla sottomissione all’autorità, grazie al risveglio nelle loro menti di interesse
e spirito di ricerca, indicando poi (e solo indicando) la direzione in cui dovrebbe
essere cercata la risposta.
3. Mettendoli in condizioni tali da costringerli a progredire da soli e a confidare soltanto
nella propria anima e non in un altro essere umano, sia egli un caro amico, un istruttore
o un Maestro della Saggezza.
Non intendo ripetermi. La maggior parte degli argomenti che riguardano il lavoro
dell’aspirante odierno sono già stati trattati in questo libro. Non vi rimane che studiarli attentamente.
Concludo con un appello a tutti coloro che leggono queste istruzioni affinché riuniscano
tutte le loro forze, rinnovino il loro voto di dedizione al servizio dell’umanità, subordi285
nino le proprie idee e i propri desideri al bene del gruppo, distolgano lo sguardo da se stessi e
lo fissino nuovamente sulla visione, si trattengano da discorsi oziosi, critiche, pettegolezzi e
insinuazioni, leggano e studino in modo che il lavoro possa procedere con intelligenza. Che
tutti gli studenti, in quest’ora di emergenza e opportunità in rapido sviluppo, decidano fermamente
di sacrificare tutto ciò che possiedono per aiutare l’umanità. Questo è il momento della
necessità e della richiesta. Questa è l’ora dell’urgenza e faccio appello a tutti voi che cerco di
aiutare, affinché vi uniate allo strenuo sforzo dei Grandi Esseri. Essi s’impegnano giorno e
notte per alleviare l’umanità e per controbilanciare il male e i disastri inerenti all’attuale situazione.
Vi offro l’occasione e vi dico che siete tutti necessari, anche il più modesto fra di voi.
Vi assicuro che gruppi di studenti operanti all’unisono e con amore fermo e profondo gli uni
per gli altri, possono ottenere risultati di rilievo.
640 Che ciascuno di voi possa lavorare in questo senso, dimenticando se stesso di fronte alla
necessità del mondo, questa è la sincera preghiera e la più profonda aspirazione del vostro fratello,
IL TIBETANO.
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