REGOLA N 11 – ANALISI DELLE TRE FRASI

REGOLA NUMERO UNDICI
ANALISI DELLE TRE FRASI
Tre cose deve compiere ora colui che applica la legge. Primo, trovare la formula che mantenga
le vite entro la sfera delimitata. Secondo, pronunciare le parole che indicheranno loro il
da farsi e il luogo dove deve essere diretto quanto è stato fatto. Terzo, pronunciare la frase mistica
che lo salvaguarderà dal loro operare.
Analisi delle tre frasi
Salvaguardarsi dalle proprie forme pensiero
Salvarsi dalla morte

Questa è l’ultima delle regole che governano il lavoro sul piano astrale e il compito magico di motivare le forme pensiero destinate a esprimere qualche tipo d’energia. Abbiamo considerato le varie energie con le quali gli uomini operano e il potere che l’uomo può esercitare costruendo forme pensiero. Abbiamo anche visto come un uomo possa manipolare i diversi gradi di materia, fintanto che l’idea incorporata non si sia rivestita di materia mentale e di materia
astrale. Essa è quindi un’entità vitale sul punto di materializzarsi sul piano fisico. A questo punto nulla, lo si noti bene, potrà impedirle di emergere nell’oggettività, eccettuato un espresso atto di volontà del suo creatore, poiché la forma, essendo vivificata dal suo creatore, sarà sempre soggetta alla sua volontà fintanto che egli non avrà, reciso il vincolo che ad essa lo lega pronunciando la “frase mistica”.
Supponiamo ora che sia stata presa la decisio ne di far emergere la forma pensiero all’esistenza effettiva e che il lavoro creativo venga proseguito. Si noti che questo lavoro può essere cosciente o inconscio. Nella costruzione inconscia di forme pensiero, come è il caso dell’uomo comune, molti non producono gli effetti desiderati
sul piano fisico, venendo meno all’intento prestabilito. Fintanto che un uomo è animato da egoismo
e odio, questo è tuttavia un bene. Fortunatamente per il genere umano, finora sono pochi
coloro che operano con materia mentale. La maggioranza opera con materia astrale o del
desiderio e queste forme sono fluide e mutevoli; potrebbero diventare potenti solo con la persistenza.
448 L’affermazione che se un desiderio viene coltivato per un tempo sufficientemente lungo,
verrà esaudito ha un fondamento occulto. Tale è la legge che governa il ritorno in incarnazione
dell’essere umano di media evoluzione. Mancando l’unicità d’intento della materia del piano
mentale, quando è influenzata da una mente concentrata, queste forme di desiderio non riescono
ad arrecare il danno che altrimenti produrrebbero. Il loro effetto si ripercuote perlopiù sul
creatore di queste forme kama-manasiche, e non su quelli che gli sono associati. Quando entra
in giuoco e diventa predominante il fattore mente, in quel momento l’uomo diventa pericoloso
o utile, secondo i casi; pericoloso non solo a se stesso, ma anche a coloro che lo circondano,
oppure utile nell’elaborazione del piano evolutivo. Egli è in grado di creare forme pensiero
capaci di produrre risultati esterni ed effetti tangibili. Quando aspirazione e impulso spirituale
sono pure presenti, l’uomo può diventare un vero occultista in grado di produrre risultati organizzati
e organismi operanti sul piano fisico. Uso deliberatamente il termine “organismo”, poiché
serve a trasmettere l’idea che noi consideriamo qualsiasi forma pensiero come un’entità
soggettiva ed esistente, rivestita di materia sottile e capace di manifestarsi. In linguaggio popolare
si parla talvolta di “realizzare un’idea” o “portare a termine un progetto”; altre volte di
“scoperta”, “invenzione” o qualcosa del genere. Senza rendersene minimamente conto, l’uomo
parla continuamente in termini occulti e mette in evidenza un riconoscimento interiore dei metodi
per mezzo dei quali tutto ciò che è stato pensato (da Dio o dall’uomo) viene in manifestazione.
449 L’idea incarnata o il pensiero incorporato (si noti che la prima è potenzialmente più potente
del secondo) si è fatta strada fino a pervenire sull’orlo della manifestazione fisica. Il suo creatore,
che nel caso di un “mago bianco” non è una persona accentrata nella natura emotiva, la
porta coscientemente allo stadio in cui il suo proposito e piano interiori possono essere manifestati.
Egli mantiene la forma pensiero nella sua coscienza, le dà forma ed energia con il potere
di tutta la propria focalizzazione mentale.
Nella regola si dice che l’aspirante deve fare tre cose:
1. Trovare la formula che cristallizzi la forma che ha costruita, come fanno architetti e costruttori
di ponti quando riducono la forma desiderata a una formula matematica.
2. Pronunciare certe parole che daranno vitalità alla forma portandola così sul piano fisico.
3. Pronunciare la frase che staccherà la forma pensiero dalla sua aura, per impedirle di attingere
alle sue energie ed esaurirle.
Si noterà che la formula si riferisce alla forma pensiero, le parole di potere si riferiscono
all’obiettivo per il quale la forma è stata creata, mentre la frase mistica riguarda il fatto di
spezzare il legame magnetico esistente fra il creatore e la sua creazione. La prima riguarda
quindi la forma, l’altra riguarda l’anima incorporata nella forma (la cui caratteristica inferiore
è il desiderio, riflesso dell’amore) e l’ultima l’aspetto vita di cui il creatore ha dotato la sua
creazione. Ci troviamo quindi nuovamente di fronte all’eterna triplicità di spirito, anima e corpo.
Si ricordi che le Regole di Magia, come intese dal vero esoterista, valgono tanto per la creazione
di un universo, di un sistema solare o di un pianeta quanto per le piccole creazioni di un
chela o di un aspirante.
450 Leggendo quanto è detto sopra, la prima reazione dell’aspirante medio è di pensare alla
natura corporea come espressione di qualche tipo d’energia. Perciò, la dualità è ciò che viene
notato, mentre ciò che impiega la cosa notata è presente nella sua mente. Eppure oggi, una delle
principali necessità cui devono far fronte gli aspiranti occultisti è di tentare di pensare in
termini di una Realtà unica, che è l’Energia stessa e null’altro. Nelle nostre dissertazioni su
questo soggetto astruso è quindi importante sottolineare che spirito ed energia sono termini sinomini
e intercambiabili. Solo rendendoci conto di questo fatto potremo giungere alla riconciliazione.
fra scienza e religione e a una vera comprensione del mondo dei fenomeni attivi che
ci circonda e nel quale ci muoviamo.
I termini organico e inorganico sono ampiamente responsabili di molta confusione e la netta
distinzione esistente, nella mente di molte persone, fra corpo e spirito, fra vita e forma, ha
condotto a rifiutare di ammettere l’essenziale identità della natura di questi due aspetti. Il
mondo in cui viviamo, dalla maggioranza è considerato come realmente tangibile e solido, pur
essendo dotato di qualche misterioso potere in esso celato, che produce moto, attività e mutamento.
Questo è naturalmente un modo molto semplice di esprimere il concetto, ma basta a
riassumere l’atteggiamento poco intelligente. Lo scienziato comune si occupa ampiamente di
strutture, di relazioni, della composizione della forma e dell’attività prodotta dalle parti che
compongono la forma, della loro relazione reciproca e interdipendenza. I componenti e gli elementi
chimici, la funzione e il ruolo che svolgono, l’influsso reciproco nel comporre tutte le
forme di tutti i regni della natura, sono il soggetto delle loro indagini. La natura dell’atomo,
delle molecole e delle cellule, la loro funzione, la qualità delle loro manifestazioni di forza e i
vari tipi d’attività, la soluzione del problema riguardante il carattere e la natura delle energie,
focalizzate o localizzate nelle diverse forme del mondo materiale o naturale, richiedono la riflessione
delle menti più capaci del mondo del pensiero. Eppure, le domande: che cosa è la vita?
che cosa è l’energia? che cosa è il processo di divenire e la natura dell’essere? rimangono
senza risposta. Il problema del perché e percome è ritenuto vano e speculativo, quasi insolubile.
451 Nondimeno, alla luce della ragione pura e grazie al corretto funzionamento dell’intuizione,
questi problemi possono essere risolti e quelle domande possono trovare una risposta. La loro
soluzione fa parte delle normali rivelazioni e dei conseguimenti dell’iniziazione. I soli veri
biologi sono gli iniziati ai misteri, poiché essi comprendono la vita e il suo scopo e tanto
s’identificano con il principio vita che pensano e parlano in termini d’energia e dei suoi effetti;
tutte le loro attività, connesse all’opera della Gerarchia planetaria, sono basate su poche formule
fondamentali che riguardano la vita, come si fa sentire attraverso le sue tre differenziazioni
o aspetti: energia, forza e materia.
È bene notare che solo comprendendo se stesso l’uomo può giungere a una comprensione
di quella totalità che chiamiamo Dio. È un luogo comune, una verità occulta scontata, ma agendo
in base ad essa si giunge a una rivelazione che rende il “Dio ignoto” una Realtà riconosciuta.
Mi spiegherò meglio.
L’uomo si riconosce come un essere vivente e definisce la morte, un misterioso processo in
cui quel qualcosa, che comunemente designa come alito di vita, si ritrae. Al suo ritrarsi, la
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forma si disintegra. La forza vivificante di coesione se n’è andata, producendo la separazione
degli elementi essenziali di quello che fino a quel momento era considerato il suo corpo.
Il principio di vita, quest’elemento essenziale e fondamentale dell’essere, il misterioso fattore
sfuggente, nell’uomo è la corrispondenza di ciò che nel macrocosmo chiamiamo spirito o
vita. Come nell’uomo la vita tiene insieme la forma, la anima, la vitalizza e la spinge
all’attività, rendendolo un essere vivente, così la vita di Dio, secondo l’espressione cristiana,
adempie il medesimo scopo nell’universo producendo quell’insieme coerente, vivente e vitale
che chiamiamo sistema solare.
452 Nell’uomo, questo principio di vita si manifesta in tre modi:
l. Come volontà, proposito, incentivo basilare che dirige. È l’energia dinamica che mette
in funzione l’essere, lo porta in esistenza, stabilisce la durata della sua vita, lo accompagna
attraverso un periodo lungo o breve di anni e al termine del suo ciclo di vita si ritrae.
È lo spirito nell’uomo, che si manifesta come volontà di vivere, di essere, di agire, di
proseguire, di evolvere. Nel suo aspetto più basso opera attraverso il corpo o la natura
mentale e, in relazione al corpo fisico denso, fa sentire la sua presenza attraverso il cervello.
2. Come forza di coesione. È la qualità essenziale e significativa che rende ogni uomo differente,
che determina quella complessa manifestazione di umori, desideri, qualità,
complessi, inibizioni, sentimenti e caratteristiche che costituiscono la psicologia particolare
di un uomo. Questo è il risultato del reciproco influsso fra l’aspetto spirito o energia
e la natura materiale o corporea. È l’uomo soggettivo e distinto, la sua colorazione o nota
individuale; è ciò che stabilisce l’attività vibratoria del suo corpo, che produce il tipo
particolare di forma, che determina la condizione e la natura dei suoi organi, delle sue
ghiandole e del suo aspetto esteriore. È l’anima che, nel suo aspetto inferiore, agisce attraverso
la natura astrale o emotiva e, in relazione al corpo fisico, attraverso il cuore.
3. Come attività degli atomi e delle cellule di cui il corpo fisico è composto. La somma totale
delle piccole vite di cui sono composti gli organi umani, comprendendo l’uomo intero.
Esse hanno una vita propria e una coscienza strettamente individuale e identificata.
Questo aspetto del principio vita opera tramite il corpo vitale o eterico e, in relazione al
meccanismo solido della forma tangibile, attraverso la milza.
453 Naturalmente, non è possibile indicare le parole e frasi mantriche citate in questa regola.
Esse sarebbero assolutamente incomprensibili a tutti, all’infuori degli iniziati e non è quindi
necessario occuparsene. Si noti che gran parte di queste istruzioni e di quelle contenute nel
Trattato del Fuoco Cosmico anticipano il pensiero moderno e non saranno veramente comprese
che verso la fine del secolo.
Prendiamo in esame questa regola frase per frase cercando di giungere alle interpretazioni
più facilmente accessibili all’aspirante medio. Tutte queste regole possono essere lette
nell’ottica dell’uomo intelligente e significare ben poco; possono essere lette dal punto di vista
dell’aspirante e trasmettere alcune idee pratiche da applicare alla vita quotidiana e da elaborare
nel crogiolo dell’esperienza vissuta. Esse acquisteranno sempre maggior significato a mano a
mano che l’aspirante imparerà ad usare le energie, a lavorare con la materia mentale e a cooperare
in modo creativo con il Proposito che è alla base del piano evolutivo. Al discepolo queste
regole impartiscono potenti istruzioni e lo condurranno a comprendere i processi dell’opera
creativa nella natura, che è necessariamente inaccessibile alla mente dell’aspirante. Per quanto
riguarda la comprensione dell’iniziato, queste parole trasmettono precisi comandi che soltanto
la sua intuizione illuminata può interpretare in modo corretto. Non occorre che ci occupiamo
delle intelligenze d’ordine ancora superiore. Ci limiteremo quindi a considerare questa regola
dal punto di vista dell’aspirante medio, lasciando le altre interpretazioni agli individui che dispongono
di una struttura interiore che consente loro di capire.
I. Trovare la formula che mantenga le vite entro la sfera delimitata.
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454 Tutte le forme della natura, come ben sappiamo, sono costituite da miriadi di piccole
vite che possiedono una certa misura di consapevolezza, di ritmo e di coesione, secondo la forza
della Legge di Attrazione utilizzata dal costruttore della forma. Questo è vero sia del
Macrocosmo che del mondo infinito di vite microcosmiche contenute nell’insieme maggiore. I
sistemi solari in embrione, che nascono sotto l’impulso del pensiero divino, sono dapprima
fluidi e nebulosi, hanno un contorno mutevole e sono tenuti debolmente insieme dal nucleo
centrale d’energia – un altro modo di esprimere l’idea incorporata. Col passare del tempo, le
condizioni cambiano, assumono una forma più definita, entrano in rapporti peculiari con forme
affini e vicine, si adattano a diverse relazioni di natura interna con quelle forme, ciò che allo
stadio precedente non era possibile. Infine abbiamo un sistema solare come il nostro e miriadi
di altri, tenendo presente che un sistema solare funziona come un sole con i suoi pianeti
che girano e ruotano intorno, mantenendo la loro orbita e la relativa posizione stabilita, organismi
attivi, indipendenti e interdipendenti, che all’occhio dell’astronomo presentano una coerenza,
un’unità e una struttura unica in ogni singolo caso, ma soggetta alla legge cosmica. Essa
risponde a un vasto proposito concepito e tenuto fermamente nella Mente Universale, la quale
a sua volta è un aspetto dell’entità cosciente e autocosciente che le ha dato vita e ne ha creato
la forma. Si può asserire che questa Vita unica e intelligente, nella sua meditazione, quindi
nella sua mente che riflette, crei ciò che chiamiamo forma pensiero, dotata di quattro caratteristiche
principali.
455 1. È portata in esistenza mediante l’uso cosciente della Legge di Attrazione.
2. È costituita di un numero infinito di entità viventi, attratte dalla mente del divino Creatore
e venendo in tal modo in rapporto le une con le altre.
3. La forma è l’esteriorizzazione di qualche cosa che il Creatore ha:
a. Visualizzato.
b. Costruito con intelligenza e “colorato” o “qualificato” in modo da adempiere lo
scopo cui è destinato.
c. Vitalizzato dalla potenza del suo desiderio e dalla forza del suo pensiero vivente.
d. Mantenuto nella forma fino al compimento della sua opera specifica.
e. Collegato a se stesso con un filo magnetico, il filo del suo proposito vivente e la
forza della sua volontà dominante.
4. Questo proposito interiore, che si è rivestito di sostanza mentale, astrale e vitale è potente
sul piano fisico fintanto che:
a. Rimane coscientemente nel pensiero del suo Creatore.
b. “Mantiene la debita distanza”, in senso occulto, dal suo Creatore.
c. Può essere volto in qualsiasi direzione desiderata e, secondo la legge della minor
resistenza, può trovare il proprio posto assolvendo in tal modo la funzione
desiderata e adempiendo lo scopo per cui fu creato.
456 La “formula” potrebbe quindi essere considerata come l’idea che emana dal Pensatore
divino; potrebbe essere definita il proposito dinamico, la “cosa” come il Pensatore la vede e la
esteriorizza nella sua mente e come la visualizza quale veicolo del suo intento. Le formule matematiche
alla base della costruzione di un ponte, come di qualsiasi altra grande opera che indichi
il conseguimento umano, non ha alcun significato per chi non è iniziato, ma per coloro
che sanno e comprendono, esse rappresentano il ponte stesso, ridotto ai termini essenziali. Le
formule matematiche sono il ponte allo stato latente e in esse sono celati il proposito, la qualità
e la forma della struttura completa e della sua futura utilità. Lo stesso può dirsi dei concetti e
delle idee dalle quali nasce una forma pensiero. Queste formule occulte esistono sul piano degli
archetipi che, per l’aspirante, è il piano dell’intuizione, sebbene in realtà si tratti di uno stato
di coscienza molto più elevato. Queste formule sono alla base di un mondo di forme e coloro
che hanno i requisiti necessari per lavorare sotto il Grande Architetto dell’Universo devono
mettersi in contatto con esse. Vi sono, in senso simbolico, tre grandi libri di formule. Notate
l’espressione “in senso simbolico” e non dimenticatela. Vi è in primo luogo il Libro della Vita,
letto e infine padroneggiato dagli iniziati di tutti i gradi. Vi è poi il Libro della Divina Saggez206
za, letto dagli aspiranti di tutti i gradi, chiamato talvolta il Libro dell’Esperienza Conoscitiva e,
infine, vi è il Libro delle Forme, lettura obbligatoria per tutti coloro la cui intelligenza si sta risvegliando
al funzionamento attivo. Ora ci occupiamo appunto del Libro delle Forme.
Patanjali parla della “nube carica di cose conoscibili” di cui l’anima è coscientemente consapevole.
L’aspirante, stanco dell’eterna ronda dei suoi pensieri futili e senza importanza, cerca
di attingere alle risorse di questa “nube” per far precipitare sulla Terra qualche pensiero di
Dio. Egli cerca di agire in modo da favorire la manifestazione delle idee del Creatore. Per far
questo egli deve possedere alcuni requisiti iniziali che potrebbero essere brevemente esposti
come segue:
l. Conoscere il vero significato della meditazione.
2. Allineare con facilità anima, mente e cervello.
457 3. Contemplare, ossia agire come l’anima sul suo livello, affinché essa possa fare da
intermediario fra il piano delle idee divine e il piano mentale. Vedete come la partecipazione
al divino pro cesso creativo sia l’obiettivo d’ogni vero lavoro di meditazione?
4. Registrare l’idea ricevuta intuitivamente dall’anima e riconoscere la forma che dovrebbe
assumere. Le ultime sei parole sono d’importanza vitale.
5. Ridurre l’idea vaga e confusa all’essenziale, scartando ogni vana immaginazione e le
formulazioni della mente inferiore, preparandosi così a scattare prontamente all’azione
e, fermi nella contemplazione, ricevere la visione esatta della struttura interiore, o scheletro
soggettivo se così posso definirlo, della futura forma.
6. Questa visione, impressa coscientemente dall’anima sulla mente ed altrettanto coscientemente
registrata dalla mente tenuta ferma nella luce, potrebbe essere considerata come
lo sviluppo della formula in uno schema. Non è la formula stessa, bensì il processo secondario.
La forza, la semplicità e la chiarezza nell’esprimere la formula in una struttura
dalle linee semplici, determineranno la costruzione finale completata e la forma che ne
deriverà, la quale racchiuderà entro la sfera della forma esteriore stessa le vite usate per
costruirla.
Questo in realtà assomiglia allo stadio del concepimento. Latenti nel germe (risultato del
rapporto maschio-femmina) vi sono tutte le potenzialità e capacità del prodotto finito. Latenti
nell’idea concepita materialmente, ma che è stata ispirata dall’aspetto Spirito, sono celate le
potenzialità delle forme pensiero finite. L’aspetto materia, rappresentato dalla mente, è stato
fecondato dall’aspetto Spirito e la triplicità verrà infine completata dalla forma creata.
458 Ma negli stadi iniziali vi è soltanto la “formula”, l’idea concepita, il concetto latente eppure
dinamico. È abbastanza potente per attirare a sé gli elementi essenziali alla crescita e alla formazione,
ma chi può dire se quella forma si rivelerà un aborto, un risultato mediocre e debole
oppure una creazione di bellezza e valore reali?
Ogni idea esternata possiede quindi una forma, animata dal desiderio e creata dal potere
della mente. Il piano del desiderio è quello sul quale -la mente impone le sue concezioni per
produrre “l’idea incarnata”, per rivestire l’idea di una forma. È quindi il terreno della gestazione.
In precedenza la mente ha ricevuto l’idea archetipa, come l’anima l’ha captata e visualizzata.
A sua volta l’anima riceve la formula presentatale nel mondo delle idee. Avete quindi
“l’idea presentata”, “l’idea percepita” e “l’idea formulata”, nonché l’idea che si esprime in
manifestazione.
È bene tener presente che l’emergere dell’idea dalla Mente Universale nel mondo delle
forme tangibili è governato dai fattori che seguono.
l. Le energie che emanano dal piano degli archetipi. Questo è il piano in cui si focalizza
l’attenzione del gruppo più elevato di Intelligenze del nostro pianeta. La loro coscienza può rispondere
a questa sfera d’attività e includerla; in essa si esprime la Mente stessa di Dio, libera
dalle limitazioni di ciò che noi comprendiamo come forma. Sono i custodi della formula, sono
i matematici che preparano gli schemi del grande Piano, calcolano gli effetti delle forze con le
quali viene eseguito il lavoro e le energie che devono essere usate, tengono conto degli sforzi e
delle tensioni cui devono essere assoggettate le forme sotto l’impulso della forza di vita, si oc207
cupano degli impulsi ciclici cui deve rispondere il processo evolutivo, si occupano del rapporto
tra l’aspetto forma e la spinta della vita.
459 2. Lo stato di consapevolezza intuitivo. Su questo livello di coscienza troviamo i Maestri
della Saggezza che compiono il loro lavoro ed è in questa sfera d’influenza che Essi operano
con maggior agio e facilità, esattamente come l’uomo di normale intelligenza opera sul piano
fisico. Le loro menti sono in costante rapporto con le menti archetipe, che sono le custodi delle
formule; Essi, prendendo gli schemi (di nuovo in senso simbolico) trattano delle specificazioni,
cercano coloro che sono adatti a controllare il lavoro e riuniscono il personale necessario.
Essi cercano fra i loro discepoli fino a trovare il più idoneo a divenire il punto focale delle informazioni
sul piano fisico o il gruppo più adatto a portare in manifestazione la frazione prestabilita
del piano. Essi lavorano con coloro che hanno scelto, imprimendo nelle loro menti
l’eterna triplicità di idea-qualità-forma, fintanto che i dettagli non comincino a emergere e il
lavoro di ciò che è letteralmente una “precipitazione” possa procedere.
3. L’attività dello stato di coscienza mentale. Questo lavoro è necessariamente svolto in
gran parte sul piano mentale, ragione sufficiente per spronare l’aspirante a sviluppare le facoltà
dell’intelletto. La precipitazione dalla “nube di cose conoscibili” giunge prima di tutto sul
piano mentale e, se discepoli e aspiranti le ricevono, ulteriori precipitazioni seguiranno. A loro
volta essi cercheranno di imprimerle nella mente di collaboratori e aspiranti minori che, per
motivi karmici o per propria scelta, rientrano nella loro sfera d’influenza e che potranno guidare.
In tal modo “l’idea” presentata è colta da molte menti e l’aspetto formula della grande opera
ha fatto la sua parte.
460 Si vedrà come questo lavoro sia essenzialmente un lavoro di gruppo, quindi veramente
possibile soltanto a coloro che sono in qualche misura padroni del processo di meditazione e
in grado di “tenere la mente ferma nella luce”. In realtà la luce affluisce dalla Mente Universale
ed è di varie specie; in senso esoterico essa fu generata in un sistema solare precedente e
deve essere usata e sviluppata in quello presente.
Con le parole “la luce dell’intuizione” alle nostre menti viene comunicato il tipo d’energia
che incorpora il Proposito, la Volontà di Dio, il Piano, come noi lo concepiamo. Nelle parole
“Ia luce dell’anima” abbiamo un’espressione che riassume il proposito, il piano, la volontà
delle entità che, incarnate in una forma umana, a volte operanti fuori dal corpo, hanno la responsabilità
di materializzare i concetti divini nei quattro regni della natura. Il regno umano è
per eccellenza il mezzo d’espressione della Mente Universale e quando i figli di Dio, in forma
umana, saranno perfetti, i problemi del mondo naturale saranno in larga misura risolti. I figli di
Dio pienamente coscienti, consapevoli d’essere tali mentre sono nella forma umana (e sono
ancora pochi) costituiscono letteralmente il cervello della vita planetaria.
Nelle parole “far luce” su un problema, condizione o situazione vi è un significato veramente
occulto. Il suo significato essenziale è la rivelazione dell’idea presentata, del principio
alla base della manifestazione esterna. È il riconoscimento della realtà interiore e spirituale che
produce la forma esterna e visibile. È la nota fondamentale d’ogni lavoro basato sul simbolismo.
Accertare le formule, tracciare gli schemi soggettivi o piani dell’impressione intuitiva ed
un’intensa attività sul piano mentale è il solo lavoro svolto dalla Gerarchia planetaria organizzata.
La seconda fase viene eseguita da quei collaboratori che, cooperando coscientemente con
la Gerarchia, dimostrano la realtà di quel lavoro nei tre mondi dell’evoluzione umana.
461 Essi portano il germe dell’idea e il concetto in embrione alla completa esistenza esterna
seguendo il procedimento di pensiero corretto, risveglio del desiderio e formazione di una giusta
opinione pubblica. In tal modo essi determinano la necessaria attività fisica.
Aspiranti, capi gruppo e pensatori d’ogni parte del mondo possono essere utilizzabili in
questo lavoro, purché le loro menti siano aperte e focalizzate. Dalla semplicità del loro modo
di accostarsi alla verità, dalla chiarezza del loro pensiero, dall’influenza che esercitano sul
gruppo, dall’inclusività della loro consapevolezza e dalla loro capacità di sostenere uno sforzo
prolungato dipenderà il grado di approssimazione della forma esterna all’idea interiore e alla
realtà spirituale soggettiva.
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Il fatto che cerco di mettere in evidenza è che le formule non riguardano in alcun modo il
lettore medio di queste istruzioni. Esse sono colte e comprese dai grandi Conoscitori che si occupano
del processo evolutivo e sono responsabili della sua attività funzionale. La Gerarchia
di Maestri, di iniziati anziani e discepoli procede costantemente in quel lavoro, ma per legge
essa dipende da coloro che devono produrre le forme esteriori. Se la loro risposta viene meno,
vi sarà ritardo o costruzione difettosa; se commettono errori, vi sarà perdita di tempo e
d’energia, quindi ancora ritardo; se essi perdono l’interesse ed abbandonano il lavoro o se si
dedicano principalmente ai propri affari e alle proprie personalità, il Piano dovrà attendere e
l’energia che avrebbe potuto essere messa a disposizione per risolvere i problemi umani e per
guidare l’umanità dovranno trovare sbocco in altre direzioni.
462 Nulla è mai statico nel processo creativo; l’energia che fluisce dalla pulsazione della Vita
Unica, con la sua attività ritmica e ciclica, che mai cessa e mai si arresta, deve essere in qualche
modo utilizzata e deve farsi strada in qualche direzione, spesso (se l’uomo viene meno al
proprio dovere) con risultati catastrofici. Il problema dei cataclismi, la causa, ad esempio, del
costante aumento di insetti nocivi, è connessa all’afflusso di un’energia insolita e non riconosciuta
che potrebbe prendere la giusta direzione, assolvere lo scopo previsto e promuovere il
Piano se gli aspiranti e i discepoli del mondo si assumessero le loro responsabilità di gruppo,
trascurassero la loro personalità e giungessero a una vera realizzazione. L’umanità deve essere
più diligente e intelligente nell’elaborare il suo vero destino e i suoi obblighi karmici. Quando
tutti gli uomini saranno in rapporto con i custodi del Piano, quando le loro menti e i loro cervelli
saranno illuminati dalla luce dell’intuizione, dell’anima e della mente universale, quando
impareranno a rispondere con intelligenza ai tempestivi impulsi che emanano ciclicamente dal
lato interiore della vita, allora vi sarà un costante assestamento fra vita e forma, oltre a un rapido
miglioramento delle condizioni mondiali. Un punto interessante da tener presente è che il
primo effetto della risposta dei più avanzati fra i figli degli uomini alle formule tradotte e trasmesse
dai conoscitori, sarà lo stabilirsi di giusti rapporti fra i quattro regni della natura e giuste
relazioni fra unità e gruppi della famiglia umana. Un passo in questa direzione è già stato
fatto. I rapporti fra le quattro sfere d’attività che chiamiamo umana, animale, vegetale e minerale
oggi sono tutt’altro che soddisfacenti, poiché l’energia della materia è il fattore governante
principale. Nel regno umano l’azione di quest’energia si manifesta come egoismo.
Nell’animale si manifesta con quella che chiamiamo crudeltà sebbene, dove il senso di responsabilità
non esiste se non in forma istintiva e temporanea, ogni critica è esclusa. Nel regno vegetale
quest’adattamento difettoso, durante questo periodo d’uso errato, si esprime come malattia.
463 Ne siete sorpresi? La malattia ha le sue radici soprattutto nell’incapacità d’adattamento e
nella forza mal diretta nel regno vegetale, ciò che influisce sui regni animale e minerale e, di
conseguenza, su quello umano. La possibilità di dimostrare questo fatto è ancora molto lontana,
ma quando questa situazione sarà compresa, l’attenzione del ricercatore si focalizzerà necessariamente
su questo regno della natura e verrà infine trovata la soluzione per sradicare la
malattia.
II. Pronunciare le parole che indichino loro il da farsi e il luogo dove portare quanto è stato
fatto.
Ricordiamo che questa regola è potente solo nella misura in cui “colui che applica la legge”
è in rapporto con la realtà interiore dentro di sé, con l’anima. È essenziale che l’anima possa
agire attraverso lui, in piena coscienza di veglia. È l’anima che pronuncia le parole. È l’anima
che enuncia la frase mistica, ma l’anima in quanto guida o governo del meccanismo, dello
strumento formale. Questo governo è possibile soltanto quando esista l’allineamento fra cervello,
mente e anima. Ancora una volta è necessario ricordare che questa regola, essendo
un’espressione dell’opera creativa, si applica a ogni processo creativo, sia esso macrocosmico
o microcosmico, sia che si tratti di Dio creatore del sistema solare, dell’anima creatrice del
meccanismo umano o dell’uomo che tenta di impadronirsi della tecnica del lavoro magico per
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diventare un creatore di forme nella propria piccola sfera. Tutti devono elaborare il vero significato
della regola, poiché Dio opera secondo la legge del proprio Essere, legge che a noi si
manifesta come legge della natura.
464 Nella frase che stiamo considerando sono contenuti i concetti d’attività ordinata e di meta
cosciente e prestabilita. Il costruttore di qualsiasi forma è in primo luogo un governatore di vite
e l’arbitro dei destini di certe entità. Questo pensiero getta luce sulla questione del libero arbitrio
e sulla Legge di Causa ed Effetto. Non si dimentichi peraltro che il mistero delle cause è
celato nei passati universi, tutti a loro tempo “forme dimora di Dio”. Per noi non può esistere
una causa pura, ma solo il risultato di cause maggiori. Come per noi una realtà come la ragione
pura è totalmente incomprensibile e irraggiungibile, così lo è la causa pura. Questi fattori
sono antecedenti al nostro sistema solare e qualsiasi speculazione sarebbe quindi infruttuosa,
salvo nella misura in cui potrebbe favorire lo sviluppo dello strumento mentale. Questo sistema
solare è un sistema di effetti, che a loro volta generano altre cause. Solo nella famiglia umana
e fra gli esseri umani che usano coscientemente il potere mentale possono essere generate
cause di qualche genere. Ogni causa essendo iniziata da una mente di qualche tipo, che opera
coscientemente e pensa con chiarezza, si presuppone l’esistenza di un Pensatore e questa è
la profonda posizione delle scienze occulte. Il nostro sistema solare è una forma pensiero che
avrà esistenza reale fintanto che persisterà il pensiero. Tutto ciò che esiste fa parte della corrente
d’idee emananti dal Pensatore divino. Tutti i pensieri fanno parte di questa corrente divina.
Le masse non pensano, quindi non generano cause che col tempo produrrebbero i loro effetti.
Chiedete dove sia dunque la verità di quanto si afferma in molti libri d’occultismo moderni,
secondo cui l’andamento della vita o di un ciclo di,vite indica necessariamente il futuro e le
cause iniziate in una vita producono effetti in un’altra? Quando le vite sono prevalentemente
emotive e orientate al lato fisico, non è un’esistenza particolare che ne determina il corso, ma è
il gruppo di vite che influiscono le une sulle altre, simultaneamente, che predispone il futuro a
grandi linee. Ciò è eternamente vero di tutti gli esseri umani ad un determinato livello di sviluppo
cosciente, in cui sono trascinati dalle idee di massa, sono plasmati dalla tradizione e
dall’opinione pubblica, sono esplicitamente immersi negli interessi egoistici, non “prendono in
mano” la situazione, ma vengono trascinati dalla corrente dell’evoluzione.
465 È una forma d’attività di gruppo (gruppo governato dalla vibrazione della forma fisica e
astrale), che produce le caratteristiche e le tendenze che determinano la situazione e le circostanze
ambientali. In questo fatto è celato il segreto del karma e delle condizioni razziali e nazionali.
L’uomo attivo comune è immerso in questi gruppi ed è fuori da questa immersione
che egli deve trovare la propria strada scoprendo e usando la mente. Per interi cicli di vite
gruppi di anime s’incarnano sotto l’influenza delle forme materiali, verso le quali sono attratte.
Queste energie d’attrazione in un primo tempo sono utilizzate dall’anima, ma vengono poi
scartate e disintegrate. Nel primo caso è la potenza della forma che attira l’anima in incarnazione,
poiché nella prima metà del processo evolutivo (altamente organizzato in un precedente
sistema solare) essa è il fattore predominante. Più tardi, come sappiamo, lo spirito sale sulle
spalle della materia. Ora nelle masse l’influsso reciproco di spirito e materia è tanto potente,
che una d’elle principali esperienze vissute dall’anima è il raggiungimento dello stadio in cui
l’attrazione della materia comincia a diminuire e l’anima impara a distaccarsi. Questa è
l’esperienza che l’umanità sta attraversando in questo momento e, di nuovo, rappresenta
un’attività di gruppo su una voluta più alta della spirale.
Le ampie generalizzazioni sono veramente più attendibili delle informazioni dettagliate e
spesso errate relative alle norme che governano l’assunzione e l’abbandono di una forma, che
abbondano in gran parte della nostra letteratura puerile, ma anche queste generalizzazioni devono
essere considerate con molta diffidenza. Tutto ciò che si può ipotizzare è che, secondo la
Legge di Causa ed Effetto, spirito e materia si unirono e i mondi furono creati. In base alla
medesima legge, vennero create le forme che divennero espressioni materiali dell’incalzare
della vita. Esse si manifestarono per poi scomparire, secondo una pulsazione ciclica e ritmica
iniziata in sistemi solari ancora precedenti all’ultimo prima del nostro. Gruppi di forme com210
parvero e scomparvero, governate quasi interamente dalla loro coesione e vibrazione di gruppo.
Così la vita progredì attraverso i regni elementali o involutivi, attraverso i tre regni inferiori
della natura fino al regno umano.
466 Negli stadi umani inferiori e nello stadio dell’uomo animale, regna la medesima attività di
gruppo, solo che (come nei regni involutivi) i gruppi diventano sempre meno numerosi a mano
a mano che gli individui, uno alla volta, raggiungono lo stato di autocoscienza e cominciano
ad agire come anime. A questo punto, non soltanto diventano creatori, dotati del potere di stare
da soli, della facoltà di pensare con chiarezza e visualizzare in modo esatto, ma dimostrano
anche di possedere l’arte di creare o facoltà dell’immaginazione creativa. Essi attraversano
una serie di vite dimostrandosi autosufficienti e durante le quali la personalità si sviluppa e
viene usata; cominciano poi a trovare il loro gruppo soggettivo, che nella loro coscienza finirà
per sostituire i gruppi materiali esteriori. Riacquistano quindi di nuovo l’esistenza di gruppo,
ma questa volta in piena consapevolezza e nel controllo totale.
Nel gruppo al quale saranno affiliati soggettivamente troveranno coloro con i quali lavorarono
negli stadi di massa precedenti, trovandosi così in stretta associazione con coloro ai quali
furono più vicini e che sono rimasti legati a loro nel grande ciclo della vita.
Negli archivi occulti, questi stadi sono designati con nomi suggestivi e illuminanti; sono
naturalmente simbolici. Potrà interessarvi conoscere alcune di queste antiche espressioni criptiche
che comunicano tre informazioni, ossia, il nome dello stadio, il suo colore esoterico e il
suo simbolo.
467 Vorrei tuttavia far notare che queste informazioni enigmatiche, che talvolta vi comunico e
che alcuni studenti sembrano considerare d’importanza vitale, sono in realtà molto meno importanti
dell’ingiunzione di vivere con benevolenza, esprimere parole cortesi e sagge, praticare
l’abnegazione. I dati occulti vengono letti e annotati, mentre le istruzioni consuete sono omesse
e trascurate. Noi che ci occupiamo degli aspiranti, sorridiamo spesso della stoltezza e mancanza
di giudizio dimostrata da coloro che istruiamo. Provate a dire a uno studente di praticare
con fermezza la legge della benevolenza amorevole e vi risponderà che tenterà certamente di
farlo, ma dentro di sé e nel migliore dei casi si dirà che quella ingiunzione non è che un noioso
luogo comune necessario. Ditegli invece che gli comunicherete qualche espressione occulta o
qualche dettaglio riguardo ai Grandi Esseri ed egli si preparerà all’importante rivelazione con
entusiasmo, acceso interesse, soddisfazione e compiacimento. Eppure, l’ingiun-zione precedente
trasmette un’informazione occulta e indica una legge che, se correttamente osservata,
conduce al sollievo e alla liberazione. Le informazioni occulte riguardano i fenomeni e il fatto
di esserne a conoscenza non conduce lo stanco pellegrino alle porte dei cieli. Alcuni di voi devono
ricordarlo.
Gli stadi che precedono quello umano sono stati omessi, poiché nessuno fra coloro che leggono
queste parole possiede le facoltà necessarie a comprenderne il senso interiore.
Cominceremo quindi con gli stadi del regno umano.
Stadio I
La vita ha salito la lunga scala attraverso l’uso quotidiano della forma. Il lungo sentiero è
stato percorso con lento progresso attraverso i tre inferiori. Ora un’altra porta si è aperta. Risuonano
le parole: “Entra nel sentiero del desiderio reale.”
468 La vita, che conosce se stessa soltanto come forma, si avvolge di colore rosso vivo, il rosso
del desiderio conosciuto e, attraverso il rosso, avvicina tutte le forme agognate, le afferra, le
tiene, le usa e le scarta, fintanto che il rosso non si muta in rosa, poi rosa sempre più pallido
fino a divenire bianco. La piccola rosa della vita appare in boccio, ma non ancora in pieno fiore.
Stadio II
211
Il quadro cambia. Un’altra voce, molto vicina, pronuncia un’altra frase. La vita procede sul
suo cammino. “Entra nel campo in cui i fanciulli giocano e unisciti ai loro trastulli. “ Risvegliata
al gioco della vita, l’anima entra nel cancello. Il campo è verde e sulla sua ampia distesa
le molteplici forme della Vita Unica in movimento intessono la danza della vita, le molteplici
forme modellate e assunte da Dio. L’anima entra “nel campo dei giochi del Signore” e ivi
s’intrattiene a giocare finché non vede la stella dalle cinque punte splendenti ed esclama: “La
mia Stella!” La stella non è che un punto di luce, non è ancora un sole radioso.
Stadio III
La via del desiderio rosso cede. Perde il suo allettamento. Il campo dei giochi dei figli di
Dio più non attrae. La voce che è risuonata due volte dal mondo della forma, ora risuona nel
cuore. Giunge la sfida:
“Metti alla prova il tuo valore. Prendi la palla color arancio del tuo unico intento.” In risposta
alla parola che è risuonata, l’anima vivente, immersa nella forma, emerge dalle numerose
forme e a fatica si apre la strada per procedere. La sua è, volta a volta, la via del distruttore, del
costruttore e, di nuovo, del demolitore di forme. Le forme infrante non hanno il potere di soddisfare.
La forma propria dell’anima è ora il grande desiderio ed entra perciò nel campo della
mente.
469 Fra i sogni e le fantasie, talvolta una visione appare, la visione di un fiore di loto non
ancora sbocciato, dai petali chiusi, strettamente sigillati, ancora senza profumo, ma immerso in
una fredda luce azzurra.
Arancio e azzurro si fonderanno, ma quel giorno è ancora molto lontano. La loro fusione
immerge il bocciolo nella luce e determina il futuro sbocciare. Che la luce risplenda!
Stadio IV
Nell’oscurità la vita procede. Una voce diversa sembra risuonare. “Entra nella caverna e
trova la tua voce; cammina nell’oscurità portando sul capo una lampada illuminata.” La caverna
è buia e solitaria; è gelida e molti sono i suoni e le voci. La voce dei numerosi figli di Dio,
rimasti a giocare sul campo del Signore, che chiedono luce. La caverna è lunga e stretta. L’aria
è piena di nebbia. Il rumore dell’acqua che scorre si fonde con il sibilare del vento e il frequente
brontolio del tuono.
A grande distanza, fioca e appena distinta appare un’apertura ovale di colore azzurro. Disposta
trasversalmente attraverso quello sfondo azzurro una croce rosa; al centro, al punto
d’incrocio delle braccia, una rosa. Sul braccio più elevato vibra e scintilla un diamante entro
una stella a cinque punte.
L’anima vivente avanza verso la croce che le sbarra la via della vita rivelata e conosciuta.
La croce ancora non è rovesciata e lasciata alle spalle. Ma l’anima vivente procede, gli occhi
fissi alla croce, l’orecchio aperto ai lamenti di tutte le anime sorelle.
Stadio V
470 Ecco la vita radiosa, ecco la luce! La caverna è lasciata alle spalle; la croce è superata; la
via è libera. Le parole risuonano chiare nella testa e non nel cuore. “Rientra nel campo del Signore
e questa volta sii tu a dirigere i giochi.” La via che conduce alla seconda rampa di scale
è sbarrata, per volere dell’anima stessa. Il desiderio color rosso più non governa tutta la vita e
ora la fiamma azzurra arde con forza. Sull’ultimo gradino, dove la Via è sbarrata, essa si volta
e ridiscende la scala verso il campo dei giochi, incontrando gusci vuoti costruiti in uno stadio
precedente, imbattendosi in forme scartate e distrutte e tendendo le mani a soccorrere. Sulla
sua spalla poggia l’uccello della pace, i suoi piedi calzano i sandali del messaggero.
Ancora non è la gloria assoluta della vita radiosa! Ancora non è l’ingresso nella pace eterna!
Ma ancora e sempre l’opera di elevare i piccoli.
212
In forma simbolica abbiamo presentato un quadro della vita e del progresso umani, della vita
nella forma che si sviluppa attraverso il processo di costruzione, caratteristica del lavoro
creativo. Questa non è che un’arida traduzione di alcune frasi mantriche e di alcuni simboli
fondamentali; va quindi considerata unicamente come l’indicazione di un processo, velata e
nascosta in modo che soltanto coloro che sanno possano comprendere. Gli esoteristi capiranno
che questi cinque stadi abbracciano il periodo di vita d’ogni forma, sia che si tratti di un creatore
cosmico, planetario o umano.
Ogni forma è costruita da una scintilla di vita che dà l’impulso, emanata dal creatore; essa
cresce di stadio in stadio secondo la legge di accrescimento, un aspetto della legge di attrazione,
che è la legge della vita. Questa legge coopera con la Legge di Causa ed Effetto che, come
sappiamo, è la legge che governa la materia. Causa, attrazione o desiderio, accrescimento ed
effetto, sono le quattro parole che governano la costruzione di qualsiasi forma pensiero. Quando
quest’ultima è completata, è un effetto costruito per accrescimento in base al potere di una
causa organizzata.
471 Ora la razza si è evoluta al punto in cui pensiamo agli effetti soprattutto in termini di
qualità, piuttosto che in termini di materia. Per noi, una forma pensiero esiste allo scopo di
produrre un effetto. Per noi, ora, la ragion d’essere di tutte le forme è di esprimere qualche
qualità soggettiva che ci dia la chiave del proposito del suo creatore. Riflettete su queste parole.
Perciò, in questa regola scopriamo che il proposito della parola pronunciata è di dire alle vite
che costituiscono la forma “ciò che devono fare e dove portare ciò che è stato fatto.” Troviamo
quindi l’idea di proposito, attività e meta.
Non occorre che io aggiunga qualcosa alla vasta letteratura pubblicata o che faccia risaltare
l’importanza ed il significato del proposito per quanto riguarda la forma pensiero di un sistema
solare, di un pianeta, di un regno della natura o di un essere umano. Sotto certi aspetti
questa triplicità soggettiva di proposito, attività e meta è ben nota, mentre sotto altri essa è
troppo elevata e inscrutabile perché ne trattiamo in queste istruzioni, vagando nel campo della
ricerca speculativa. Per lungo tempo la religione ha cercato di occuparsi della meta, la
scienza ora sta tentando di occuparsi dell’aspetto attività, mentre i pensatori e filosofi più avanzati
hanno da sempre speculato sulla Volontà di Dio. Solo quando l’uomo si sottomette
alla disciplina della propria volontà spirituale e domina l’attività delle vite entro la sua natura
formale, orientandosi in tal modo verso la meta quale appare progressivamente alla sua visione,
egli giunge alla vera comprensione del Piano, che costituisce la Volontà di Dio nella
misura in cui l’uomo può comprenderla.
Possiamo però occuparci delle forme pensiero che l’uomo comincia a creare mentre quotidianamente
impara a pensare, poiché questa è la prima lezione che va appresa nel lavoro magico.
Colui che crea con materia mentale deve:
472 1. Imparare a costruire con intelligenza.
2. Imprimere lo slancio iniziale, per mezzo delle giuste parole che animeranno ciò che egli
ha costruito, permettendo così alla forma-pensiero di trasmettere l’idea voluta.
3. Inviare la propria forma-pensiero, correttamente orientata verso la sua meta, dirigendola
in modo tanto esatto da raggiungere l’obiettivo ed adempiere lo scopo di chi l’ha
emessa.
La necessità di pensare con chiarezza ed eliminare ogni pensiero che sia senza scopo, distruttivo
e negativo è sempre più evidente a mano a mano che l’aspirante progredisce nel suo
cammino. Con l’accrescersi del potere della mente e della capacità di differenziare il proprio
pensiero da quello della massa, l’essere umano dà inevitabilmente forma alla sostanza mentale.
All’inizio ciò avviene in modo automatico e inconscio. Egli non può impedirlo e, fortunatamente
per il genere umano, le forme costruite sono così deboli da risultare praticamente innocue
o tanto in accordo con il pensiero di massa che i loro effetti sono trascurabili.
Tuttavia, a mano a mano che l’uomo evolve, il suo potere e la sua capacità di nuocere o di
aiutare aumentano e, a meno che non impari a costruire correttamente ed a purificare il movente
di ciò che costruisce, egli diventerà un mezzo di distruzione ed un centro di forza danno213
sa, distruggendo e danneggiando non soltanto se stesso, come vedremo fra poco, ma facendo
del male e producendo danno anche a coloro che vibrano all’unisono con lui.
Ammesso tutto questo, mi si potrebbe giustamente domandare: esistono regole semplici che
l’aspirante serio e sincero possa applicare a questa scienza della costruzione di formepensiero,
che siano inoltre tanto chiare e concise da produrre il necessario effetto?
Le regole vi sono e ve le esporrò in parole semplici in modo che l’aspirante, nel seguirle,
possa evitare i pericoli della magia nera ed imparare a costruire in accordo con il Piano. Se egli
seguirà le regole che indicherò, eviterà il complesso problema che si è ciecamente costruito
da sé, che impedisce l’accesso della luce del giorno e oscura il suo mondo imprigionandolo in
una muraglia di forme che incorporano per lui la sua peculiare grande illusione.
473 Queste regole potranno sembrare troppo semplici al dotto aspirante, ma per coloro che sono
disposti a diventare simili a fanciulli esse si dimostreranno una sicura guida alla verità e li
metteranno infine in grado di superare le prove dell’adeptato. Alcune sono espresse in termini
simbolici, altre sono necessariamente degli schermi, mentre altre esprimono la verità quale essa
è.
1. Osserva il mondo del pensiero e separa il falso dal vero.
2. Impara il significato dell’illusione e, in mezzo ad essa, poni il filo d’oro della verità.
3. Domina il corpo delle emozioni, poiché le onde che si sollevano sopra i mari burrascosi
della vita travolgono il nuotatore, offuscano il sole e rendono futile qualsiasi
piano.
4. Scopri che hai una mente e imparane il suo duplice uso.
5. Concentra il principio pensante e sii padrone del tuo mondo mentale.
6. Impara che il Pensatore, il pensiero e lo strumento del pensiero sono di natura diversa,
eppure nella realtà ultima sono una cosa sola.
7. Agisci come pensatore e impara che non è giusto prostituire il tuo pensiero all’uso
meschino del desiderio separativo.
8. L’energia del pensiero deve servire al bene del tutto ed a promuovere il Piano di Dio.
Non usarla quindi per i tuoi fini egoistici.
9. Prima di costruire una forma pensiero, vedine il proposito, accertane la meta e verificane
il movente.
10. Per te, aspirante sulla via della Vita, la costruzione cosciente non è ancora la meta. Il
lavoro di purificare l’atmosfera del pensiero, di sbarrare saldamente le porte del pensiero
all’odio e al dolore, alla paura, alla gelosia ai bassi desideri deve precedere il lavoro
cosciente di costruzione. Sorveglia la tua aura, o viandante sulla via.
474 11. Sorveglia attentamente le porte del pensiero. Poni una vigile sentinella al desiderio.
Rigetta ogni paura, ogni sentimento di odio, ogni avidità. Guarda lontano ed in alto.
12. Se la tua vita è perlopiù accentrata sul piano della vita concreta, le tue parole e il tuo
linguaggio indicheranno il tuo pensiero. Sorvegliali molto attentamente.
13. Le parole sono di tre tipi.
Parole frivole, ognuna delle quali produrrà il suo effetto. Se sono buone e gentili,
non vi è necessità di trattenerle. Nel caso non lo siano, se ne dovrà pagare il prezzo a
breve scadenza.
Parole egoistiche, pronunciate con forte intenzione, costruiscono una parete di separazione.
Occorrerà molto tempo per abbattere quella parete e liberare il proposito
egoistico accumulato. Esamina i tuoi moventi e cerca di usare le parole che fondono
la tua vita con il vasto proposito della Volontà di Dio.
Parole di odio, il linguaggio crudele che manda in rovina coloro che ne subiscono
il fascino, i pettegolezzi velenosi passati di bocca in bocca per l’eccitazione che suscitano;
queste parole uccidono i vacillanti impulsi dell’anima, tagliano le radici della
vita e portano quindi morte.
Se pronunciate apertamente, portano la giusta punizione; se pronunciate e riconosciute
poi come menzognere, rafforzano il mondo illusorio in cui vive colui che parla,
impedendogli di procedere verso la liberazione.
214
Le parole dette con l’intento di far del male, ferire e uccidere ritornano a colui che
le ha pronunciate e sarà lui ad essere ferito e ucciso.
14. Il pensiero frivolo, il pensiero egoistico, il pensiero crudele pieno di odio, espresso a
parole crea una prigione, avvelena tutte le fonti della vita, conduce alla malattia ed è
causa di rovina e ritardo. Perciò, per quanto sta in te, sii amabile, benevolo e buono.
Mantieni il silenzio e la luce entrerà in te.
15. Non parlare di te stesso. Non lamentarti del tuo destino. I pensieri rivolti al sé e al tuo
destino inferiore impediscono alla voce interiore della tua anima di giungere al tuo
orecchio. Parla dell’anima; dilungati sul Piano; dimentica te stesso nel costruire per il
mondo. Così verrà ridotta all’impotenza la legge della forma. Così potrà stabilirsi in
quel mondo la legge dell’amore.
475 Queste semplici regole porranno le giuste fondamenta per proseguire il lavoro magico e
renderanno il corpo mentale così limpido e potente che il giusto movente predominerà, rendendo
possibile una vera opera di costruzione.
Il significato di questa regola deve necessariamente rimanere in gran parte teorico ed essere
considerato come custode di una sfida fino al momento in cui la vera opera magica della costruzione
di forme pensiero non sarà universalmente possibile. La formula, come abbiamo visto,
per molti secoli ancora rimarrà ignota a tutti, eccetto che ai membri della Gerarchia di Adepti.
Il modo di giungere alla conoscenza delle Parole che dirigono esiste, ma soltanto coloro
che operano coscientemente sotto la guida della propria anima e che, mediante il dominio della
mente, entrano in profonda meditazione possono manipolare la materia del pensiero e divenire
“creatori coscienti”. Essi possono pronunciare, e pronunciano infatti, le parole che danno
impulso e portano in esistenza nuove forme e nuovi organismi, quelle espressioni di idee e
quelle organizzazioni che vivono il loro ciclo di vita e servono al loro scopo, pervenendo nei
tempi e nel modo voluto al fine prestabilito. Questi creatori sono i dirigenti e gli organizzatori,
gli istruttori e le guide in tutte le fasi del vivere umano. La loro risonanza si diffonde in tutti i
paesi e la loro nota è riconosciuta a livello internazionale. Centinaia di questi nomi sono facili
da ricordare e si presentano spontaneamente alla mente. Essi vivono nella memoria delle moltitudini
e ciò che vive è la risonanza di quanto hanno compiuto, nel bene o nel male.
476 Ma nella frase che stiamo esaminando troviamo la descrizione di una funzione universale,
anche se finora è in gran parte compiuta inconsciamente. Le parole sono queste:
III. Infine, pronunciare la mistica frase che lo proteggerà dal loro operato.
È quindi evidente che al termine del lavoro magico di creazione, deve essere pronunciata
una frase che effettui una salvazione e produca una liberazione duplice: liberazione dell’agente
che crea dalla forma che ha creato e l’emancipazione di quella forma dal dominio di colui che
le ha dato vita.
È ovvio che la natura della parola in rapporto con le idee che essaincorpora è già alquanto
compresa. Studiate il metodo discorsivo, il sistema oggi più usato per “lanciare un’idea”. Notate
come tutte le invenzioni (che non sono, né più né meno, che concetti incorporati) entrano
nell’esistenza exoterica del piano fisico tramite il potere della parola parlata; considerate inoltre
con attenzione il significato occulto alla base d’ogni congresso, riunione, consultazione e
discussione che abbiano lo scopo di varare qualche idea o serie di idee nel mare della pubblica
necessità. Non è forse possibile che dietro ai metodi delle agenzie di pubblicità e alla costante
formazione, data a coloro che si occupano di vendita, nell’uso della parola quale mezzo di
contatto con il pubblico allo scopo di vendere un’idea, potremmo trovare le prime indicazioni
distorte dell’emanazione di quelle frasi mistiche destinate a portare in esistenza la creazione
dell’anima in tutti i campi dell’opera creativa?
477 L’educazione dell’opinione pubblica, l’utilizzo di slogan e motti pubblicitari, la tendenza a
incorporare in frasi banali ma incisive i concetti di coloro che scendono in campo per combattere
una qualsiasi battaglia, fanno parte di una crescente comprensione del lavoro magico. Tut215
ti questi mezzi vengono impiegati ciecamente e senza comprenderli veramente; essi precorrono
le attività di un’umanità che è sul punto di giungere ad una vera opera creativa, i cui principi
non sono ancora compresi, né applicati scientificamente. Essi indicano però la via e, con la
semplificazione che indica il ritorno alla sintesi, avremo la cessazione dell’uso dei discorsi e
l’uso di forme più semplici. Sotto l’impulso evolutivo abbiamo avuto il Suono creativo, la Parola,
il Discorso. Quest’ultimo è stato a sua volta differenziato in parole, espressioni, frasi, paragrafi,
libri e ora viviamo un’epoca in cui questa differenziazione è giunta al culmine e si
fanno discorsi ad ogni ora del giorno e della notte; la piattaforma pubblica viene utilizzata per
impressionare le masse, mentre raggiunge tutti gli strati sociali e tutte le razze umane nello
sforzo di plasmare l’opinione pubblica ed immettere certe idee e certi concetti nella coscienza
pubblica. Vengono pubblicati milioni di libri, ciascuno dei quali fa la sua parte nella medesima
grande opera; entrambi i metodi di comunicazione vengono tuttora usati anche a fini egoistici
e per i propositi ambiziosi di coloro che parlano o scrivono. Vi sono tuttavia alcuni veri creatori
che stanno tentando di far sentire il loro suono, di pronunciare quelle parole mistiche che
consentiranno all’umanità di vedere la visione. In tal modo verranno infine disperse le nubi di
forme pensiero che attualmente offuscano la chiara luce di Dio.
478 Il soggetto è troppo vasto per poterne trattare in questo Trattato. Cerco soltanto di dare
qualche suggerimento affinché il lettore intelligente possa farsi un’idea dell’enorme progresso
che è stato fatto nel lavoro magico. In tal modo egli sarà messo in grado di procedere con ottimismo,
sapendo che finora tutto ha teso al bene, in quanto la conoscenza dell’uomo è progredita.
Dalla presente profusione di discorsi, parole, conferenze e libri emergeranno certamente
alcuni concetti chiari che susciteranno un’eco nel cuore degli uomini. In tal modo essi
saranno inoltre condotti nella nuova era in cui “i discorsi cesseranno e i libri finiranno in nulla”,
poiché le linee della comunicazione soggettiva saranno aperte. Gli uomini si renderanno
conto che il rumore costituisce un ostacolo nel rapporto telepatico. Nemmeno la parola scritta
sarà più necessaria, poiché gli uomini useranno simboli di luce e colore per completare, attraverso
gli occhi, ciò che l’udito soggettivo avrà registrato. Ma il momento non è ancora giunto,
sebbene radio e televisione rappresentino i primi passi nella giusta direzione.
Per semplificare al massimo la verità potremmo affermare che la complessità della massa di
parole scritte e di libri pubblicati, consente alle idee di prendere forma e di compiere il loro ciclo
d’attività. Questo metodo è tuttavia poco soddisfacente nel campo della conoscenza, quanto
lo fu l’antica candela di sego nel campo dell’illuminazione. La luce elettrica l’ha sostituita e
un giorno la vera comunicazione telepatica e la visione prenderanno il posto della parola parlata
e scritta.
Trasponendo i medesimi concetti nel campo del vero lavoro esoterico, abbiamo colui che
lavora con la materia del pensiero, costruisce la propria forma pensiero e “delimita le vite” che
esprimono questa idea e vi rispondono entro una “sfera invalicabile”. Quest’ultima permane
tanto a lungo quanto l’attenzione della sua mente, quindi la sua energia animatrice, continua a
essere diretta su di essa. Egli pronuncia le parole che permetteranno a questa forma pensiero di
compiere il suo lavoro, adempiere la missione per la quale è stata costruita e attuare il proposito
per cui è stata creata. Tutto ciò che è stato pubblicato finora in relazione alle parole usate
nel lavoro creativo, è la settemplice parola sacra AUM. Se usata correttamente dall’anima sul
piano mentale, essa vitalizza e accelera tutte le forme pensiero assicurando il successo del lavoro
intrapreso. È interessante notare che ai tempi dell’Atlantide, la parola usata era TAU,
pronunciata con una forza esplosiva tale che le forme pensiero così energizzate e accelerate
agivano inevitabilmente come un boomerang, tornando a colui che le aveva emesse.
479 Nella sua forma simbolica, la parola TAU è pure il simbolo della reincarnazione. È
desiderio per la forma che produce il suo l’uso ed è causa della ciclica e costante rinascita in
una forma. Inoltre, fu l’uso costante del TAU che determinò la sommersione finale nelle acque
che spazzò via l’antica civiltà dell’Atlantide; i pochi che a quei tempi usavano l’AUM non erano
abbastanza potenti per controbilanciare la forza del desiderio. I corpi mentali della razza
non potevano rispondere a quel nuovo suono creativo. L’umanità era ancora completamente
trascinata da brama e desiderio, a un punto tale che il desiderio congiunto di possessi e godi216
menti della forma spinse gli uomini, in senso esoterico, “nelle acque”. Il desiderio della forma
imporrà ancora all’umanità il costante processo della rinascita fino al momento in cui
l’influsso del TAU non sarà esaurito e il suono dell’AUM potrà predominare. L’influenza del
primo sta tuttavia indebolendosi, mentre la potenza dell’AUM continuerà ad aumentare fino a
diventare il fattore dominante. A quest’ultimo suono dovrà infine succedere la parola
dell’Anima e l’AUM verrà a sua volta completamente sostituito. Il suono delle molte acque
(che è il modo simbolico di esprimere l’influenza del TAU) cesserà e tempo verrà, come ci assicura
la Bibbia, in cui “il mare non esisterà più”. Il suono dell’AUM, che simbolicamente è
detto il “rombo di un fuoco che divampa” ed è il suono del piano mentale, prenderà il suo posto.
La parola dell’anima non può essere rivelata, se non nel luogo segreto della iniziazione.
Essa ha una sua vibrazione ed una sua nota particolare, che non possono tuttavia essere rivelate
fino al momento in cui l’AUM non sia usato correttamente. Come il TAU, che porta con sé
la nota del desiderio e dell’impulso a possedere ed ad esistere, venne usato male e condusse la
sua civiltà al disastro, così l’AUM può essere usato in modo scorretto e portare la sua civiltà
nel fuoco. Questa è la verità alla base dell’insegnamento cristiano, frainteso, relativo al fuoco
dell’inferno ed al lago di fuoco. Essi descrivono simbolicamente la fine dell’epoca in cui la civiltà
del piano mentale giungerà ad un cataclisma finale, per quanto riguarda l’aspetto forma,
proprio come la civiltà precedente trovò la sua fine nell’acqua.
480 Ora accennerò ad un fatto che viene spesso trascurato. Sul piano mentale il tempo non
esiste; quindi l’equazione tempo non rientra nell’idea di una fine ultima per mezzo del fuoco.
Non vi è un momento prestabilito per una catastrofe o un disastro. Tutto l’effetto avrà luogo
nella sfera mentale; non si potrebbe forse dire che già ora il fuoco dell’ansietà, del presentimento,
della preoccupazione e della paura consumi i nostri pensieri e assorba completamente
la nostra attenzione mentale? Il suo compito è di purificare e di depurare; fate in modo quindi
che l’AUM compia il suo lavoro e chiunque di voi sia in grado di farlo, lo usi frequentemente
e con retta intenzione, affinché la purificazione del mondo possa procedere di pari passo. Devono
essere bruciate e consumate molte cose che ostacolano la via all’emergere delle nuove
idee e delle nuove forme archetipe. Queste infine domineranno la nuova era e faranno sì che la
parola dell’anima potrà risuonare ed essere udita exotericamente.
Mi rendo conto che quanto ho esposto non è facile da comprendere, ma i paragrafi che precedono
contengono un monito per i negligenti ed un profondo insegnamento per i sinceri ricercatori
della luce.
Vi sono due aspetti della frase che stiamo considerando di cui tratterò brevemente. Molti
sarebbero i punti da illustrare, ma due saranno sufficienti per dare un consiglio pratico e indicare
le idee che tutti gli aspiranti farebbero bene a comprendere. Deve essere preso in esame il
pensiero del salvarsi dall’effetto delle idee incorporate nelle forme; vorrei inoltre considerare
l’idea di “salvarsi da” sotto due aspetti. L’aspirante deve salvarsi dalle forme pensiero costruite
giornalmente nel corso della sua vita mentale; un’anima in incarnazione deve inoltre essere
salvata dagli attaccamenti della forma che nel corso delle età si sono accresciuti e rafforzati e
dai quali egli deve essere liberato mediante il processo che chiamiamo morte.
481 Divideremo quindi il soggetto nel modo seguente:
1. Salvarsi dal potere esercitato dalle forme pensiero che noi stessi abbiamo creato.
2. Salvaguardia o liberazione dal potere del triplice corpo che l’anima ha costruito, per
mezzo della magica scarcerazione che chiamiamo morte.
Tratterò principalmente di quest’ultima, ma è necessario parlare anche di alcuni fattori riguardanti
il potere delle forme pensiero, il pericolo che esse rappresentano e il modo di renderle
innocue.
SALVAGUARDARSI DALLE PROPRIE FORME PENSIERO
Queste parole sono rivolte agli aspiranti che, con la concentrazione e la meditazione, vanno
acquistando potere di pensiero. Mi rivolgo ai pensatori del mondo che con la loro applicazione
e dedizione, tese in una sola direzione agli affari, alla scienza, alla religione o ad una delle va217
rie attività umane, hanno orientato la mente (non le emozioni) verso una linea d’azione costante,
che fa necessariamente parte, in senso più largo, dell’attività divina.
Trattando dell’uso del pensiero, a questo punto è opportuno tener presente la differenza fra
magia bianca e nera. Egoismo, spietatezza, odio e crudeltà caratterizzano colui che opera con
la sostanza mentale e i cui moventi sono, per molte vite, accentrati sull’esaltazione di se stessi,
focalizzati sull’acquisizione di possessi personali e tesi unicamente a raggiungere i propri piaceri
e ottenere le proprie soddisfazioni, qualunque sia il prezzo che dovranno pagarne gli altri.
Fortunatamente di uomini di questo tipo ve ne sono pochi, ma è facile deviare in questa direzione
e molti devono guardarsene per non cadere inavvertitamente nel materialismo.
482 La graduale e costante crescita della coscienza e della responsabilità di gruppo, l’abbandono
dei desideri personali e la manifestazione di uno spirito amorevole caratterizzano coloro
che sono orientati verso il lato vita del tutto divino. Si potrebbe dire che gli esseri umani si
suddividono in tre gruppi principali:
1. La grande maggioranza, né buona né cattiva, che ancora non pensa, completamente
sommersa nella corrente evolutiva, nello sviluppo di una vera autocoscienza e del necessario
equipaggiamento.
2. Pochi, pochissimi, che operano nettamente e coscientemente dal lato del materialismo
o, se preferite, dal lato del male. Sono potenti sul piano fisico, ma il loro potere è temporale
e non eterno. La legge dell’universo, che è la legge dell’amore, è eternamente
contro di loro e dal male apparente scaturirà il bene.
3. Un buon numero di pionieri nel regno dell’anima, esponenti delle idee della nuova era
e custodi di quell’aspetto della Saggezza Eterna che verrà presto rivelato al genere umano.
Questo gruppo è costituito di donne e uomini altruisti e intelligenti, appartenenti
a ogni campo dell’attività umana, di aspiranti e discepoli, di iniziati che fanno risuonare
la nota per i diversi gruppi e tipi, e della Gerarchia Occulta stessa. L’influenza di
questa schiera di mistici e conoscitori è estremamente grande e, in questo periodo,
l’opportunità di cooperare con essa è molto più facile di quanto sia mai stato prima nella
storia dell’umanità.
483 Il primo gruppo non sa pensare; coloro che appartengono agli altri due gruppi cominciano a
pensare e a usare le leggi del pensiero. Vorrei trattare dell’uso che l’aspirante fa del pensiero.
Nel Trattato del Fuoco Cosmico si parla diffusamente del pensiero, ma io vorrei dare qualche
idea e qualche suggerimento pratico che aiuterà l’aspirante comune a lavorare come dovrebbe.
Ricordiamo prima di tutto che nessun aspirante, per quanto sincero e devoto, è privo di difetti.
Se lo fosse, sarebbe un adepto. Tutti gli aspiranti sono ancora egoisti, ancora inclini alla collera
e all’irritabilità, ancora soggetti a depressione e, a volte, persino all’odio. Spesso questa collera
e questo odio sono suscitati da cause che noi chiamiamo plausibili. Ingiustizie commesse
da parte di altri, crudeltà verso esseri umani e animali, odio e immoralità di chi li circonda
possono suscitare in loro reazioni analoghe, causando loro molta sofferenza e ritardo. Una cosa
deve essere sempre ricordata: se un aspirante evoca odio da un suo simile, se suscita la sua
collera e se incontra antipatia e antagonismo, significa che egli stesso non è completamente
innocuo; in lui vi sono ancora semi di disagio, poiché per una legge di natura, riceviamo ciò
che diamo e suscitiamo reazioni conformi al nostro modo di agire, sia esso fisico, emotivo o
mentale.
Vi sono alcuni tipi di uomini che non rientrano in questa categoria. Quando un uomo ha
raggiunto uno stadio di elevata iniziazione, il caso è diverso. Le idee seme che egli cerca di
trasmettere, il lavoro che è autorizzato a svolgere, l’impresa pionieristica che sta tentando di
realizzare, in coloro che non percepiscono la bellezza della sua causa e la giustezza della verità
che enuncia possono suscitare, e spesso suscitano, un odio e un’ira violenta che lo turbano
molto e di cui egli non è responsabile personalmente. Quest’antagonismo viene dai reazionari
e dai devoti; si ricordi che esso è ampiamente impersonale anche se si focalizza su di lui in
quanto rappresentante di un’idea. Ma non tratterò di queste anime elevate, bensì degli studenti
della Saggezza Eterna che si stanno accorgendo non solo del fatto che pensano molto raramente,
ma che quando lo fanno, pensano in modo errato poiché vengono costretti all’attività di

pensiero da reazioni provenienti dalla loro natura inferiore e basate sull’egoismo e la mancanza
d’amore.
484 Ogni aspirante deve imparare tre lezioni:
Primo. Ogni forma-pensiero che costruisce ubbidisce all’impulso di un’emozione o di un
desiderio; raramente è costruita alla luce dell’illuminazione, incorporando quindi una intuizione.
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, l’impulso motivante che lancia in attività la sostanza
mentale è un’emozione o un forte desiderio, buono o cattivo, egoistico o disinteressato.
Secondo. Si tenga presente che la forma pensiero così costruita potrà rimanere nella sua aura
oppure farsi strada verso un obiettivo percepito. Nel primo caso essa entrerà a far parte di
una spessa parete di forme pensiero che lo circonda completamente, o costituisce la sua aura
mentale, e continuerà rafforzarsi nella misura in cui egli vi presterà attenzione, fino a diventare
così ampia da precludergli la realtà, oppure diverrà tanto dinamica e potente che egli sarà vittima
di ciò che ha costruito. Nel secondo caso, la sua forma pensiero si farà strada nell’aura
mentale di un altro essere umano o di un gruppo. In questo caso abbiamo i semi del lavoro
magico non buono e l’imposizione di una mente potente su una più debole. Se la forma pensiero
entra in un gruppo, analoghe forme impulsive, della medesima frequenza vibratoria (che
si trovano nell’aura del gruppo) si uniranno ad essa. Nell’aura del gruppo avverrà allora la
medesima cosa che avvenne entro la sfera invalicabile dell’individuo; il gruppo sarà circondato
da una parete inibitoria di forme pensiero, oppure sarà ossessionato da qualche idea. In ciò
troviamo la chiave d’ogni settarismo, d’ogni fanatismo e d’alcune forme d’alienazione, sia di
gruppo che individuali.
485 Terzo. Il creatore della forma pensiero (in questo caso l’aspirante) rimane responsabile. La
forma rimane legata a lui in funzione del suo proposito vivente e, quindi, il karma dei risultati
e il compito finale di distruggere ciò che ha costruito spettano soltanto a lui. Questo vale per
ogni idea incorporata, sia essa buona o cattiva. Il creatore è sempre responsabile del lavoro
della sua creazione. Il Maestro Gesù, ad esempio, deve ancora occuparsi delle forme pensiero
connesse alla Chiesa Cristiana, e ha molto da fare. Il Cristo e il Buddha devono ancora compiere
qualche lavoro di completamento, non tanto con le forme che incorporano i principi da
loro enunciati, quanto con le anime che sono evolute applicando tali principi.
Quando si tratta dell’aspirante che sta ancora imparando a pensare, il problema è tuttavia
differente. Egli è ancora incline a usare la materia del pensiero per incorporare la sua comprensione
errata delle idee reali. Tende ancora a esprimere le sue simpatie e antipatie per mezzo
del potere del pensiero; è ancora incline a usare la sostanza mentale per realizzare i desideri
della personalità. Ogni aspirante sincero potrà testimoniare la verità di quanto dico.
Molti di voi si preoccupano assai di custodire i pensieri e proteggere le idee formulate. Alcuni
pensieri sono idee rivestite di sostanza mentale e mantengono la loro sede sul piano della
sostanza del pensiero. Tali sono le concezioni astratte e i fatti vagamente percepiti della vita
occulta interiore o mistica che attraversano la mente del pensatore. Non è molto difficile custodirli,
poiché le loro vibrazioni sono tanto elevate e lievi che pochi hanno il potere di rivestirli
adeguatamente di sostanza mentale, così pochi che il rischio di divulgare inopportunamente
tali formulazioni non è molto grande.
486 Vi sono poi le comunicazioni connesse all’insegnamento occulto. La cerchia di coloro che
le apprendono si sta ampliando e spesso queste forme pensiero attirano a sé sostanza astrale
proveniente dal desiderio che lo studente ha nel cuore di verificare, corroborare e condividere
la conoscenza con il gruppo per il quale essa è tanto vitale quanto lo è per lui. A volte ciò è
possibile, altre no. Qual è il metodo per proteggerle? Soprattutto impedire alla materia del piano
astrale di aderire alla forma pensiero mentale. Ricacciare la materia sul piano del desiderio
e inibirla in modo che non possa essere formulata. Quando non esista desiderio di parlare,
quando ci si sforzi di impedire l’accumularsi di materiale attorno al nucleo, si costruisce
un’altra forma pensiero che interviene a proteggere.
Vi è un altro tipo di forma pensiero, la più diffusa e causa del maggior turbamento. Sono le
informazioni, i dettagli, le notizie (se così volete chiamarle), la base di ciò che può degenerare
in pettegolezzi che riguardano sia il lavoro, amministrativo o altro, che altre persone. Come
219
evitare che la vostra mente trasmetta ad altri fatti del genere? Essi hanno origine nelle circostanze
del piano fisico e la difficoltà sta proprio in questo. I fatti interiori della vita occulta e
quelli che hanno origine sul piano mentale non sono così difficili da tener nascosti. Essi non
possono essere percepiti se le vibrazioni non sono abbastanza elevate, ma se lo sono, generalmente
sono affiancate da stabilità e saggezza sufficienti. Non e così quando si tratta di fatti del
piano fisico. Che fare allora? Gli altri pensieri scendono dall’alto, mentre questi ultimi operano
verso l’alto e la loro vitalità è accresciuta dal fatto che molti li conoscono, spesso i molti
poco saggi. I pensieri del primo tipo si abbozzano indistintamente sul piano mentale e solo le
menti di tipo superiore sono in grado di formularli e rivestirli di materia mentale con precisione
geometrica; una mente di questo tipo generalmente possiede anche la saggezza che si rifiuta
di rivestirli di materia del piano astrale.
487 Non così per i fatti del piano fisico. Essi sono un’entità vitale e quando venite in contatto
con essi, sono già rivestiti di materiale del piano astrale e mentale. Aumenterete la loro vitalità
o li arresterete? Arrestateli con un flusso e un’ondata d’amore per le persone coinvolte, in modo
da avvolgere la forma pensiero e rimandarla a chi le ha dato origine; un’ondata d’amore nata
sulle ali di un flusso di materia del piano astrale, abbastanza forte da compenetrarla e avvolgerla,
forse anche disintegrarla, ma certamente ritornarla, resa innocua, a chi l’ha inviata. Potrebbe
trattarsi di un’informazione malvagia, una menzogna o un pettegolezzo. Devitalizzatela
con l’amore, frantumatela con il potere di una forma pensiero contraria, carica di pace e armonia.
Potrebbe anche trattarsi di una notizia vera riguardante una circostanza triste o non buona
di un fratello caduto in errore. Che fare in questo caso? La verità non può essere devitalizzata
o disintegrata. Vi aiuterà la Legge di Assorbimento. Assorbite la forma pensiero nel vostro
cuore e trasmutatela con l’alchimia dell’amore. Darò un’illustrazione pratica, poiché
l’argomento è importante.
Supponiamo che un vostro fratello vi racconti un fatto riguardante un altro fratello, una azione
che il mondo giudicherebbe una trasgressione commessa da quel fratello. Voi che sapete
molto di più dell’uomo comune, vi renderete conto che la cosiddetta trasgressione potrebbe essere
un effetto del karma, oppure è basata su un buon movente male interpretato. Non aggiungete
altro all’informazione, non diffondete la notizia e, per quanto vi riguarda, la forma pensiero
costruita attorno al fatto viene a trovarsi in un vicolo cieco.
Cosa fate a questo punto? Costruite una controcorrente di pensiero (o un’onda d’amore) che
inviate al fratello che apparentemente ha errato: pensieri di benevole assistenza, di coraggio e
aspirazione, di saggia applicazione delle lezioni da imparare dall’azione compiuta. Non usate
forza, poiché i pensatori forti non devono influenzare indebitamente altre menti, ma inviate
una delicata corrente di saggio amore che trasmuta. Abbiamo dunque tre metodi nessuno dei
quali strettamente occulto, ma adatti alla maggioranza, quelli occulti verranno indicati più tardi.
488 1. La forma pensiero mantenuta sui livelli mentali, cioè inibire la materia del piano
astrale.
2. La forma pensiero frantumata e disintegrata da una corrente di forza d’amore ben diretta.
3. Assorbimento della forma pensiero e formulazione di un contro-pensiero di saggezza
amorevole.
Dunque Inibizione – Disintegrazione – Assorbimento.
Tre sono le principali penalità connesse all’uso erroneo della sostanza mentale e l’aspirante
deve imparare a salvarsi e ad evitare quelle attività; questo, col tempo, renderà non necessario
il procedimento di salvaguardarsi.
1. Una forma pensiero potente può agire come un boomerang. Può tornare, a velocità accresciuta,
a colui che l’ha lanciata per compiere la sua missione. Un odio intenso, rivestito di materia
mentale, può tornare al suo creatore carico dell’energia della persona odiata e distruggere
quindi la vita dell’aspirante. Non odiate, poiché l’odio torna sempre al punto da cui fu emana220
to. L’antico aforisma “le maledizioni, come i polli, tornano al pollaio” contiene una profonda
verità occulta.
Un intenso desiderio di acquisizioni materiali, per finire tornerà portando inevitabilmente
ciò che si era desiderato, ma nella maggior parte dei casi solo per trovare che l’aspirante più
non brama i possessi, ma li considera un incubo oppure, nel frattempo, è già venuto in possesso
di più di quanto gli occorra e, sazio, non sa più cosa fare di tutto ciò che ha ottenuto.
489 Una potente forma pensiero che incorpora un’aspirazione all’illuminazione spirituale o al
riconoscimento del Maestro, può portare un flusso di luce tale da accecare l’aspirante, rendendolo
possessore di una ricchezza d’energia spirituale alla quale è impreparato e che non può
usare. Oppure può attrarre all’aspirante una forma pensiero di uno dei Grandi Esseri, immergendolo
ancora più profondamente nel mondo dell’illusione e dell’astralismo. Ecco perché è
necessaria l’umiltà, unita al desiderio di servire e all’abnegazione che ne deriva, se si vuole
costruire veramente e correttamente. Tale è la legge.
2. Una forma pensiero può anche essere un mezzo d’avvelenamento e agire su tutte le sorgenti
di vita. Pur non essendo abbastanza potente per uscire dall’aura del suo creatore (pochissime
forme pensiero lo sono) e pervenire al suo scopo in un’altra aura, attingendovi forza per
poi tornare al punto da cui venne, essa può avere una vitalità propria capace di devastare la vita
dell’aspirante. Una violenta avversione, una preoccupazione che tormenta, una gelosia,
l’ansia costante e l’ardente desiderio di qualcosa o qualcuno possono avere l’effetto di un irritante
o di un veleno, tanto potente da rovinare tutta l’esistenza e rendere vano il servizio. Tutta
la vita risulta amareggiata e devitalizzata dalla preoccupazione, dall’odio o dal desiderio incorporato
nella forma pensiero. Tutte le relazioni con gli altri sono rese vane, se non addirittura
nocive, poiché l’aspirante preoccupato o sospettoso rovina la cerchia familiare o il suo
gruppo di amici con il suo atteggiamento interiore velenoso, governato da un’idea. Il rapporto
con la propria anima e la forza del contatto con il mondo delle idee spirituali sono a un punto
morto, poiché egli non può progredire, essendo trattenuto dal veleno presente nel suo sistema
mentale. La sua visione è distorta, la sua natura è corrosa e tutte le sue relazioni sono ostacolate
dai pensieri logoranti e tormentosi ai quali egli stesso ha dato una forma e la cui vita è tanto
potente che può avvelenarlo. Per quanti sforzi faccia e pur vedendo chiaramente (in teoria) la
causa del suo malessere, egli non può liberarsene. Questa è una delle forme più comuni di difficoltà,
poiché ha sede nella vita personale egoistica ed è spesso così fluida che sembra sfuggire
all’azione diretta.
490 3. Il terzo pericolo da cui l’aspirante deve guardarsi è quello di essere ossessionato dalle
proprie idee cui ha dato corpo, siano esse temporaneamente giuste o fondamentalmente sbagliate.
Non dimenticate che tutte le idee giuste sono di natura transitoria, che col tempo dovranno
essere considerate parzialmente giuste e lasciare il posto a verità maggiori. Il fatto del
giorno, più tardi sarà visto come parte di un avvenimento più grande. Un uomo può aver compreso
un principio minore della Saggezza Eterna in modo così chiaro ed essere tanto convinto
della sua correttezza da dimenticare il tutto maggiore; egli costruisce quindi una forma pensiero
sulla verità parziale che ha visto, ciò che può rivelarsi una limitazione, tenerlo prigioniero e
impedirgli di progredire. Egli è così certo di possedere la verità che non può vedere la verità
percepita da altri. Egli è così convinto della realtà del proprio concetto di ciò che può essere la
verità, che dimentica le proprie limitazioni, dimentica che la verità gli è pervenuta attraverso la
sua anima e di conseguenza è tinta dal suo raggio, e che successivamente la sua mente separativa
le ha dato forma. Egli non vive che per quella piccola verità e non e in grado di vederne
altre; impone la propria forma pensiero ad altri, diviene un fanatico ossessionato e mentalmente
squilibrato, anche se il mondo lo considera sano.
Come può l’uomo guardarsi da questi pericoli? Come potrà costruire correttamente? Come
conservare l’equilibrio che lo metterà in grado di vedere veramente, giudicare correttamente,
mantenendo in tal modo il contatto mentale con la propria anima e con le anime dei suoi simili?
221
Prima d’ogni altra cosa e soprattutto con la pratica costante dell’innocuità, che comprende
innocuità nel linguaggio e nel pensiero e, di conseguenza, nell’azione. È un’innocuità positiva,
che comporta attività e vigilanza costanti; non è una tolleranza negativa e fluttuante.
491 In secondo luogo, con la sorveglianza continua delle porte del pensiero e la vigilanza della
vita di pensiero. Determinate linee di pensiero non saranno ammesse; vecchi pensieri abituali
saranno sostituiti da pensieri creativi e costruttivi; idee preconcette (notate il valore esoterico
di quest’espressione) saranno scacciate per consentire la visione di nuovi orizzonti e l’afflusso
di nuove idee. Ciò richiederà una sorveglianza giornaliera, ora per ora, ma solo quando le vecchie
abitudini saranno vinte, il nuovo ritmo potrà stabilirsi. L’aspirante scoprirà allora che la
mente è così focalizzata sulle nuove idee spirituali, che le vecchie forme pensiero cesseranno
di attirare la sua attenzione e moriranno per inazione. Questo suggerimento vuole essere incoraggiante.
Il lavoro dei primi tre anni sarà il più difficile, dopo di che la mente sarà assorbita
dalle idee e non dalle forme pensiero.
In terzo luogo, rifiutando di vivere nel proprio mondo di pensiero ed entrando in quello delle
idee e nell’onda delle correnti del pensiero umano. Il mondo delle idee è il mondo
dell’anima e della mente superiore. L’onda dei pensieri e delle opinioni umane è quello
dell’opinione pubblica e della mente inferiore. L’aspirante deve operare liberamente in ambedue
i mondi. Prendetene buona nota. Ciò non significa che egli debba agire liberamente, quindi
con maggiore facilità, bensì che egli deve operare come libero agente in entrambi i mondi.
Nel primo lo farà con la costante meditazione quotidiana. Nel secondo con vaste letture, con
l’interesse e la comprensione.
In quarto luogo, egli deve imparare a distaccarsi dalle creazioni del proprio pensiero e lasciarle
libere di adempiere il proposito per cui egli le ha emesse con intelligenza. Questo processo
si suddivide in due parti:
l. Usando una frase mistica egli spezza il legame che tiene l’idea cui ha dato corpo
nell’aura del suo pensiero.
2. Distaccando la mente dall’idea, una volta che l’abbia inviata a compiere la sua missione,
egli impara la lezione della Bhagavad Gita ed “opera senza attaccamento”.
492 Questi due punti variano a seconda del livello e dello stadio raggiunti dall’aspirante.
Ciascuno deve formulare da sé la propria “frase che spezza il legame”: ciascuno deve imparare
da sé, da solo e senza aiuto, a distogliere lo sguardo dai tre mondi in cui opera nello sforzo di
spingere la sua idea del lavoro da svolgere. Egli deve insegnare a se stesso a ritrarre
l’attenzione dalla forma pensiero che ha costruito, nella quale è incorporata, l’idea, sapendo
che la sua forma pensiero esprimerà l’idea spirituale e potrà compiere il lavoro cui è destinata,
nella misura in cui egli vive come anima e l’energia spirituale affluisce attraverso di lui. La
forma pensiero è tenuta insieme dall’anima e non dal desiderio della personalità. I risultati
tangibili dipendono sempre dalla forza dell’impulso spirituale che anima l’idea incorporata
nella sua forma pensiero. Il lavoro si compie nel mondo delle idee e non negli effetti fisici. Gli
aspetti fisici risponderanno automaticamente all’impulso spirituale.
SALVAGUARDARSI DALLA MORTE
Veniamo ora alla seconda fase del nostro studio delle parole finali di questa regola. Abbiamo
trattato del modo di salvarsi dai pericoli inerenti alla creazione di forme pensiero da parte
di un essere umano che ha imparato, o sta imparando, a creare sul piano mentale. Molto si sarebbe
potuto dire sull’incapacità della maggioranza degli studenti a pensare con chiarezza. Il
pensare con chiarezza comporta la capacità di dissociarsi, almeno temporaneamente, da tutte
le reazioni e attività di natura emotiva. Finché il corpo astrale è in uno stato di moto incessante
e i suoi umori e sentimenti sono abbastanza potenti da attirare l’attenzione, i processi di pensiero
puro e positivo non sono possibili. Finché non vi sia una comprensione più generale del
222
valore della concentrazione e della meditazione e finché la natura della mente e le sue modificazioni
non siano più universalmente comprese, ulteriori insegnamenti su questo soggetto sarebbero
inutili.
493 In queste istruzioni ho cercato di indicare i primi passi in materia di psicologia esoterica e
ho trattato principalmente della natura e del metodo d’addestramento del corpo astrale. La psicologia
della mente, la sua natura e le sue modificazioni potranno essere trattate più dettagliatamente
ancora prima della fine di questo secolo, ma non è ancora giunto il momento.
Il nostro soggetto ora riguarda il salvarsi dalla natura corporea mediante il processo della
morte.
Due fattori devono essere tenuti presente mentre cerchiamo di studiare i mezzi per pervenire
a tale salvezza.
Primo. Per natura corporea intendo la personalità integrata, ossia il complesso della struttura
umana, composta di corpo fisico, veicolo eterico o vitale, materia (o stato d’essere) della natura
di desiderio e sostanza mentale. Tutti questi elementi costituiscono gli involucri o forme
esteriori dell’anima incarnata. L’aspetto coscienza a volte è focalizzato nell’uno, a volte
nell’altro, oppure è identificato con la forma o con l’anima. L’uomo di media evoluzione opera
facilmente ed è autocosciente nel corpo fisico e nell’astrale. L’uomo intelligente e altamente
evoluto, a questi due aspetti ha aggiunto il controllo cosciente del suo strumento mentale, sebbene
solo in alcuni dei suoi aspetti, come le facoltà mnemoniche e analitiche. Inoltre, in alcuni
casi è riuscito a unificare questi tre aspetti in una personalità che opera coscientemente.
L’aspirante comincia a capire qualcosa del principio di vita che anima la personalità, mentre il
discepolo utilizza tutti e tre gli aspetti, poiché ha coordinato, o allineato, anima, mente e cervello
e comincia quindi a operare con il suo strumento soggettivo ossia con gli aspetti
dell’energia.
Secondo. Questa salvezza è determinata dalla corretta comprensione dell’esperienza mistica
che chiamiamo morte. Questo sarà il nostro tema e il soggetto è così immenso che potrò soltanto
indicare alcune linee di pensiero sulle quali l’aspirante potrà riflettere e postulare alcune
premesse che potrà in seguito elaborare. Ci limiteremo inoltre principalmente alla morte del
corpo fisico.
494 Prima di tutto definiamo questo misterioso processo cui tutte le forme sono soggette e che
spesso rappresenta soltanto la temuta fine, temuta perché non compresa. La mente dell’uomo è
così poco sviluppata che il timore dell’ignoto, il terrore di ciò che è inconsueto e
l’attaccamento alla forma hanno creato una situazione in cui una delle circostanze più benefiche
nel ciclo di vita di un Figlio dì Dio che s’incarna, è considerata come qualche cosa da evitare
e rinviare il più a lungo possibile.
La morte, se solo potessimo rendercene conto, è una delle nostre attività più praticate. Siamo
morti molte volte e moriremo molte volte ancora. La morte riguarda essenzialmente la coscienza.
In un dato momento siamo coscienti sul piano fisico e un momento dopo ci siamo ritirati
su un altro piano dove siamo attivamente coscienti. La morte conserverà per noi il suo
vecchio aspetto terrificante solo fintanto che la nostra coscienza s’identificherà con la forma.
Non appena ci riconosceremo quali anime e scopriremo di essere in grado di focalizzare la nostra
coscienza, o senso di consapevolezza, in qualsiasi forma o piano a volontà, o in qualunque
direzione entro la forma di Dio, per noi la morte non esisterà più.
Per l’uomo comune la morte è la fine catastrofica che comporta la fine di tutti i rapporti
umani, la cessazione d’ogni attività fisica, lo spezzarsi di tutti i legami d’amore e d’affetto e il
passaggio (non voluto e al quale ci si ribella) nell’ignoto e nel temuto. È come lasciare un ambiente
illuminato e riscaldato, accogliente e familiare, dove sono riuniti i nostri cari, per uscire
nella notte fredda e buia, soli ed invasi da terrore, sperando il meglio, ma senza alcuna certezza.
495 Gli uomini dimenticano tuttavia che ogni notte, durante le ore di sonno, noi moriamo al
piano fisico e siamo vivi e attivi altrove. Essi dimenticano di aver già acquisito la facoltà di lasciare
il corpo fisico, ma non potendo riportare nella coscienza del corpo fisico il ricordo di
quel passaggio e del successivo periodo di vita attiva, non riescono a collegare morte e sonno.
223
La morte, dopo tutto, non è che un intervallo più lungo nella vita attiva del piano fisico; semplicemente,
“si esce” per un periodo più lungo. Il processo del sonno quotidiano e quello della
morte sono tuttavia identici, con la sola differenza che nel sonno il filo magnetico, o corrente
d’energia lungo la quale scorre la forza di vita, è mantenuto intatto e costituisce il sentiero di
ritorno nel corpo. Nella morte questo filo della vita viene spezzato. Quando ciò è avvenuto,
l’entità cosciente non può tornare al corpo fisico denso e quel corpo, privato del principio di
coesione, si disintegra.
Si ricordi che il proposito e la volontà dell’anima, la determinazione spirituale di essere e
fare, utilizza il filo dell’anima, il sutratma, la corrente di vita, quale mezzo d’espressione nella
forma. Quando giunge al corpo, questa corrente di vita si differenzia in due correnti, o due fili,
e si “ancora” se cosi posso esprimermi, in due punti del corpo. Ciò è simbolo della differenziazione
di Atma, o Spirito, nei suoi due riflessi: anima e corpo. L’anima, o aspetto coscienza,
che rende l’essere umano un’entità razionale e pensante, per mezzo di un aspetto di questo filo
è “ancorata” in una “sede” posta nel cervello, nella regione della ghiandola pineale. L’altro aspetto
della vita, che anima ogni atomo del corpo e costituisce il principio di coesione o integrazione,
raggiunge il cuore, dove si focalizza o si “ancora”. Da questi due punti l’uomo spirituale
cerca di dominare lo strumento. In tal modo è reso possibile il funzionamento sul piano
fisico e l’esistenza oggettiva diventa un modo d’espressione temporaneo.
496 L’anima, stabilita nel cervello, rende l’uomo un’entità razionale e intelligente, autocosciente
e autodiretta; egli è cosciente del mondo in cui vive, in misura diversa secondo il punto
d’evoluzione raggiunto e il conseguente sviluppo dello strumento, il quale ha una triplice espressione.
Vi sono prima di tutto le nadi e i sette centri di forza; vi è poi il sistema nervoso,
suddiviso in tre parti, cerebrospinale, simpatico e periferico; vi è infine il sistema endocrino,
che potrebbe essere considerato come l’aspetto più denso o l’esteriorizzazione degli altri due.
L’anima, che ha sede nel cuore, è il principio di vita, il principio di autodeterminazione, il
nucleo centrale d’energia positiva per mezzo del quale tutti gli atomi del corpo sono tenuti al
loro giusto posto e subordinati alla “volontà di essere” dell’anima. Questo principio di vita utilizza
la corrente sanguigna quale mezzo d’espressione e di controllo e, dato lo stretto rapporto
fra il sistema endocrino e la corrente sanguigna, abbiamo i due aspetti dell’attività dell’anima
riuniti in modo da fare dell’uomo un’entità vivente, cosciente e funzionante governata
dall’anima, che esprime il proposito dell’anima in tutte le attività della vita quotidiana.
La morte è dunque, letteralmente, il ritrarsi di queste due correnti d’energia dal cuore e dalla
testa, ciò che determina di conseguenza la perdita totale di coscienza e la disintegrazione del
corpo. La morte differisce dal sonno in quanto entrambe le correnti d’energia si ritirano. Nel
sonno si ritrae soltanto il filo di energia ancorato nel cervello e, quando ciò avviene, l’uomo
perde la coscienza. Con ciò intendiamo che la sua coscienza o senso di consapevolezza sì focalizza
altrove. La sua attenzione non è più diretta alle cose tangibili e fisiche, ma è rivolta a
un altro mondo di esistenza e si accentra in un altro apparato o strumento. Nella morte, entrambi
i fili sono ritirati o unificati nel filo della vita.
497 La vitalità cessa di penetrare attraverso la corrente sanguigna e il cuore cessa di battere,
proprio come il cervello cessa di percepire e il silenzio s’instaura. La casa è vuota. L’attività
cessa, eccettuata quella mirabile e immediata attività che è prerogativa della materia stessa e
che si esprime nel processo di decomposizione. Sotto certi aspetti, quel processo indica quindi
l’unità dell’uomo con tutto ciò che è materiale; esso dimostra che egli fa parte della natura
stessa e per natura intendiamo il corpo della Vita Unica nella quale “viviamo, ci muoviamo e
siamo”. Nei tre termini vivere, muoversi ed essere è racchiuso tutto. Essere è consapevolezza,
autocoscienza ed auto-espressione; la testa e il cuore dell’uomo ne sono i simboli exoterici.
Vivere è energia, desiderio manifestato, coesione e adesione a un’idea; il cuore e il sangue ne
sono i simboli exoterici. Muoversi indica l’integrazione e la risposta dell’entità vivente e consapevole
che esiste entro l’attività universale; stomaco, pancreas e fegato ne sono i simboli.
È interessante tener presente, sebbene sia incidentale al nostro soggetto, che nei casi di ebetismo
e idiozia, come pure nello stadio dell’età avanzata che definiamo decadenza senile, il filo
ancorato nel cervello si è ritirato, mentre quello che trasmette l’impulso di vita rimane anco224
rato nel cuore. Vi è vita, ma nessuna consapevolezza intelligente; vi è movimento, ma nessuna
direzione intelligente. In caso di decadenza senile, se nel corso della vita è stato utilizzato uno
strumento d’ordine elevato, un apparente funzionamento intelligente può perdurare, ma non è
che un’illusione, dovuta alla vecchia abitudine e al vecchio ritmo già stabilito e non ad un proposito
coerente e coordinato.
498 Si deve inoltre notare che la morte avviene sotto la direzione dell’Ego, anche se l’uomo ne
è totalmente inconsapevole. Nella maggioranza dei casi quel processo si attua automaticamente,
poiché quando l’anima ritrae la sua attenzione, la reazione inevitabile sul piano fisico è la
morte, sia per astrazione del duplice filo della vita e della ragione, oppure per astrazione del filo
d’energia mentale, mentre la corrente vitale continua a funzionare attraverso il cuore, ma
senza alcuna consapevolezza intelligente. L’anima è occupata altrove, sul proprio piano e nei
propri compiti. Nel caso d’esseri umani altamente evoluti, vi è spesso un senso di previsione
della morte, derivante dal contatto egoico e dalla consapevolezza dei desideri dell’Ego. A volte
è noto il giorno esatto della morte, mentre l’autodeterminazione perdura fino al momento
finale del ritiro. Quando si tratti di iniziati, vi è molto di più. La comprensione intelligente delle
leggi di astrazione consente a colui che sta effettuando la transizione di ritirarsi coscientemente
dal corpo fisico, in piena consapevolezza di veglia, e continuare a operare sul piano astrale.
Ciò comporta la conservazione della continuità dì coscienza, cosicché fra il senso di
consapevolezza del piano fisico e quello dello stato post mortem non vi è interruzione.
L’uomo sa di essere quello che era prima, sebbene privo di uno strumento che gli permetta il
contatto con il piano fisico. Egli rimane consapevole dei sentimenti e dei pensieri di coloro che
ama, sebbene non possa percepire il veicolo fisico denso e venire in contatto con esso. Egli
può comunicare con essi sul piano astrale o telepaticamente, tramite la mente, se essi sono in
rapporto con lui, mentre ogni comunicazione che implichi l’uso dei cinque sensi fisici di percezione
gli è necessariamente preclusa. È utile ricordare però che, emotivamente e mentalmente,
il rapporto può essere più stretto e più sensibile di quanto sia mai stato prima, poiché egli è
liberato dall’ostacolo del corpo fisico.
499 Due fattori impediscono tuttavia tale rapporto: l’intenso dolore e le violente emozioni di
coloro che sono rimasti e, nel caso dell’uomo comune, la sua stessa ignoranza e lo sbigottimento
di fronte alle nuove condizioni in cui si trova, sebbene esse siano in realtà condizioni
già note, se solo potesse rendersene conto. Quando gli uomini avranno superato la paura della
morte e acquisita la comprensione del mondo post mortem, non basata su allucinazioni o isterismi
o su conclusioni (spesso poco intelligenti) del medium comune che parla sotto il dominio
della propria forma pensiero (che egli stesso ha costruito insieme a coloro che partecipano alla
seduta), il processo della morte sarà dominato nel modo più opportuno. Lo stato di coloro che
rimangono sarà trattato con cura in modo che il rapporto non venga interrotto e non vi sia un
errato dispendio d’energia.
Oggi esiste una grande differenza fra il metodo scientifico di portare gli esseri in incarnazione
e il modo assolutamente cieco, spesso pieno di paura e certamente del tutto ignaro in cui
li accompagnamo quando ne escono. Oggi cerco di aprire una porta, in occidente, ad un nuovo
metodo più scientifico di seguire il processo della morte e mi esprimerò con grande chiarezza.
Quanto dirò non vuole in alcun modo sostituirsi alla moderna scienza medica con i suoi palliativi
e la sua abilità. Ciò che intendo sostenere è un modo sano di accostarsi alla morte; il consiglio
che cerco di dare è che quando la sofferenza sì è esaurita e sopravviene la calma, al morente
sia concesso di prepararsi alla grande transizione, anche se sembra in stato di incoscienza.
Non si dimentichi che la sofferenza, per prodursi, richiede forza e una consistente presa sul
sistema nervoso. È forse impossibile concepire il giorno in cui l’atto di morire sarà un finale
trionfante dell’esistenza? È forse impossibile immaginare il giorno in cui le ore passate sul letto
di morte non saranno che un glorioso preludio a una dipartita cosciente? Quando il fatto che
l’uomo sta per eliminare le limitazioni dell’involucro fisico sarà per lui e per coloro che lo attorniano
una conclusione gioiosa e lungamente attesa?
500 Riuscite a visualizzare il momento in cui invece di lacrime, paura e rifiuto di riconoscere
l’inevitabile, il morente e i suoi cari si accorderanno mutuamente sull’ora e in cui il trapasso
225
sarà caratterizzato soltanto dalla gioia? Il momento in cui il pensiero del dolore non penetrerà
nelle menti di coloro che rimangono e la morte sarà considerata come un evento più felice della
nascita o del matrimonio? Vi assicuro che fra non molto sarà così per i più intelligenti e a
poco a poco per tutti. Voi affermate che finora vi è soltanto fede nell’immortalità, ma nessuna
evidenza certa. Le numerose testimonianze, la certezza interiore del cuore umano, il fatto che
nella mente degli uomini l’idea dell’immortalità esista, ne sono un’indicazione certa. Entro i
prossimi cento anni l’indicazione sarà sostituita dalla convinzione e dalla comprensione, poiché
si verificherà un evento e verrà fatta una rivelazione che muteranno la speranza in certezza
e la fede in conoscenza. Nel frattempo si coltivi un nuovo atteggiamento nei confronti della
morte e si crei una scienza della morte. Si faccia in modo che la morte cessi di sfuggire al nostro
controllo e di sconfiggerci inevitabilmente; cominciamo a governare il nostro passaggio
all’altro lato e a comprendere qualcosa del metodo di transizione.
Prima di trattare il soggetto più in dettaglio, vorrei accennare alla “rete esistente nel cervello”,
intatta nella maggioranza degli uomini, ma inesistente per il veggente illuminato.
Come ben sapete, il corpo umano comprende un corpo vitale che ne è alla base e lo compenetra;
esso è la controparte del corpo fisico, è più largo del fisico ed è chiamato corpo o doppio
eterico. È un corpo d’energia composto di centri di forza e delle nadi, o fili di forza. Questi
sottostanno al sistema nervoso, composto di nervi e gangli nervosi, o ne sono la controparte.
Nel corpo vitale umano vi sono due orifici per l’uscita della forza di vita.
501 Uno si trova nel plesso solare, l’altro nel cervello, alla sommità del capo, protetti entrambi
da una fitta rete di materia eterica, composta di fili d’energia vitale che s’intrecciano.
Durante il processo della morte, la pressione dell’energia di vita preme contro la rete producendo
infine un foro o un’apertura, dalla quale la forza di vita fuoriesce a mano a mano che
la potenza dell’influsso d’astrazione dell’anima aumenta. Nel caso di animali, bambini o esseri
umani polarizzati unicamente nel corpo fisico e astrale, l’uscita avviene dal plesso solare ed è
quindi in quel punto che viene forata la rete, consentendo in tal modo il trapasso. Quando si
tratti di uomini di tipo mentale o di unità umane ancora più evolute, viene perforata la rete che
si trova alla sommità della testa, nella regione della fontanella, di nuovo consentendo l’uscita
dell’essere razionale pensante. Negli psichici, nei medium e nei veggenti (chiaroveggenti e
chiarudienti) di ordine minore, la rete del plesso solare è lacerata in modo permanente fin
dall’inizio della vita ed essi entrano ed escono quindi facilmente dal corpo, andando in trance,
e agiscono sul piano astrale. Essi non possiedono tuttavia la continuità di coscienza e sembra
non esservi alcuna relazione fra la loro vita del piano fisico e gli eventi di cui riferiscono durante
la trance e di cui sono totalmente inconsapevoli quando tornano alla coscienza di veglia.
Tutta la loro attività si svolge al di sotto del diaframma e riguarda principalmente la vita senziente
animale. Nel caso di chiaroveggenza cosciente o nell’attività degli psichici e veggenti di
ordine elevato, non vi è trance, ossessione o medianità. È la rete esistente nel cervello che viene
forata e l’apertura in quella regione permette l’afflusso di luce, informazioni e ispirazioni;
essa conferisce pure il potere di passare allo stato di samadhi, che è la corrispondenza spirituale
dello stato di trance proprio della natura animale.
502 Nel processo della morte vi sono perciò due uscite principali: il plesso solare per l’essere
umano polarizzato nell’astrale e che tende al fisico, quindi la grande maggioranza, e il centro
della testa per quello polarizzato nella mente e orientato allo spirito. Questo è il primo e più
importante fatto da ricordare e sarà facile rendersi conto come la tendenza di una vita e il centro
dell’attenzione determinino il modo di uscire dal corpo al momento della morte. Si potrà
inoltre notare che lo sforzo di dominare la vita astrale e la natura emotiva, di orientare il proprio
sé al mondo mentale e alle cose dello spirito abbiano un effetto importante sugli aspetti
fenomenici del processo della morte.
Allo studente che pensi con chiarezza risulterà evidente che un’uscita riguarda l’uomo spirituale
e altamente evoluto, mentre l’altra riguarda l’essere umano di grado inferiore, a uno
stadio poco più avanzato di quello animale. E come stanno le cose per l’uomo di medio sviluppo?
Temporaneamente viene usata una terza uscita; proprio sotto l’apice del cuore vi è
un’altra rete eterica, che copre un foro d’uscita. Abbiamo perciò la situazione seguente:
226
1. L’uscita nella testa, usata dal tipo intellettuale, dai discepoli e iniziati del mondo.
2. L’uscita nel cuore, usata dagli uomini buoni, bene intenzionati, che sono buoni cittadini,
amici intelligenti e filantropi.
3. L’uscita nella regione del plesso solare, usata dall’uomo emotivo, poco intelligente, irriflessivo
e da coloro la cui natura animale è forte.
Questo è il primo punto delle nuove informazioni, che nel corso del prossimo secolo in Occidente
diverranno lentamente di dominio pubblico. Molto è già noto ai pensatori orientali e
costituisce il primo passo verso una comprensione razionale del processo della morte.
Il secondo punto da comprendere è che può esserci una tecnica del morire e che nel corso
della vita ci si può esercitare all’uso di quella tecnica.
503 Per quanto riguarda quest’esercitazione cui l’uomo può sottoporsi, darò qualche cenno che
servirà a conferire un nuovo significato a gran parte del lavoro che stanno compiendo ora tutti
gli aspiranti. I fratelli maggiori della razza, che hanno guidato l’umanità attraverso lunghi secoli,
ora sono molto attivi nel preparare gli uomini al prossimo grande passo da compiere. Tale
passo condurrà ad una continuità di coscienza che eliminerà ogni paura della morte e legherà il
piano fisico a quello astrale in un rapporto così stretto, da costituire in realtà un unico piano.
Nello stesso modo in cui deve essere effettuata l’unificazione fra i vari aspetti dell’uomo, una
unificazione analoga deve avvenire fra i diversi aspetti della vita planetaria. I piani devono essere
unificati, come l’anima e il corpo. Tale unificazione è già stata largamente compiuta tra il
piano eterico e quello fisico denso. Ora sta rapidamente progredendo fra il piano fisico e
l’astrale.
Tale unificazione sta procedendo grazie al lavoro svolto dai ricercatori di tutti i settori del
pensiero e della vita umani e la formazione che viene ora suggerita agli aspiranti seri e sinceri
tende ad altri obiettivi e non soltanto all’unificazione di anima e corpo. Obiettivi ai quali non
si è tuttavia data alcuna importanza, data l’abilità dell’uomo a dare rilievo a quelli sbagliati.
Ci si potrebbe chiedere se non sia possibile formulare una serie di regole semplici, che possano
essere seguite da tutti coloro che ora stanno cercando di stabilire un certo ritmo, in modo
che la vita non sia soltanto organizzata e costruttiva, ma che, giunto il momento di lasciare
l’involucro esterno, non presenti alcun problema o difficoltà. Vi darò quindi quattro regole
semplici che si ricollegano con gran parte di ciò che tutti gli studenti fanno in questo momento.
1. Imparate a mantenervi focalizzati nella testa con la visualizzazione, la meditazione e
con la pratica costante della concentrazione; sviluppate la capacità di vivere sempre di
più come il sovrano seduto sul trono fra le sopracciglia. Questa regola può essere applicata
ad ogni occupazione quotidiana.
2. Imparate a servire con il cuore e non insistendo emotivamente in un’attività tesa a occuparsi
degli affari degli altri. Prima di accingersi a qualsiasi attività del genere è necessario
rispondere a due domande: – Rendo questo servizio come individuo ad un altro
individuo oppure lo faccio come membro di un gruppo a un altro gruppo? Sono
mosso da un impulso egoico, oppure dall’emozione, dall’ambizione di brillare o dal
desiderio di essere amato o ammirato? – Queste due attività faranno sì che le energie
vitali si focalizzino al di sopra del diaframma, annullando il potere d’attrazione del
plesso solare. Questo centro diverrà dunque sempre meno attivo, limitando il pericolo
che la rete venga forata in quel punto.
3. Imparate a ritirare la coscienza nella testa prima di accingervi al sonno. Questo è un
preciso esercizio da praticare prima di addormentarsi. Non ci si dovrebbe permettere di
cadere inconsapevolmente nel sonno, ci si dovrebbe invece sforzare di conservare la
coscienza intatta fino a pervenire ad un passaggio cosciente nel piano astrale. Si deve
cercare di rilassarsi, di mantenere viva l’attenzione e tendere costantemente verso il
centro della testa, poiché fintanto che l’aspirante non ha appreso a mantenere una costante
consapevolezza dei processi che precedono il sonno e a conservare contemporaneamente
la sua positività, questo lavoro presenta dei pericoli. I primi passi devono es227
sere compiuti con intelligenza e proseguiti per molti anni prima di acquisire la capacità
di astrarsi.
4. Annotate e osservate tutti i fenomeni connessi al processo di ritiro, sia durante la meditazione
che al momento di addormentarsi. Si vedrà, ad esempio, che molte persone si
svegliano con un sussulto quasi penoso non appena si sono addormentate. Ciò è dovuto
al fatto che la coscienza sguscia attraverso una rete non abbastanza sgombra e un orificio
parzialmente chiuso. Altri odono uno scoppio molto forte nella testa, causato dalle
arie vitali che vi si trovano, di cui generalmente non siamo consapevoli, e indotto da
una sensibilità uditiva interna che rende consapevoli di suoni sempre presenti, ma di
solito non percepiti. Altri, addormentandosi vedranno luce, nubi colorate o strisce color
viola, tutti fenomeni eterici. Questi fenomeni non hanno vera importanza, sono tutti
connessi al corpo vitale, alle emanazioni praniche e alla rete di luce.
505 La pratica di quest’esercizio e delle quattro regole, proseguita per un certo numero di anni
faciliterà molto la tecnica della morte, poiché l’uomo che ha imparato a governare il proprio
corpo quando si addormenta, è in posizione di vantaggio rispetto a quello che non ha mai prestato
attenzione al processo.
Attualmente posso dare solo alcuni suggerimenti riguardo alla tecnica del morire. Non mi
occuperò dell’atteggiamento di coloro che assistono il morente, ma soltanto dei fattori che facilitano
il trapasso dell’anima.
Prima di tutto, nella stanza regni il silenzio. Questo avviene spesso in modo naturale. Si ricordi
che di solito il morente non è cosciente. Questa incoscienza è solo apparente e non reale.
In novecento casi su mille vi è consapevolezza cerebrale e piena coscienza di ciò che avviene,
ma la volontà di esprimersi è paralizzata e vi è totale incapacità di generare l’energia che sarebbe
indice di vitalità. Se nella stanza regnano silenzio e comprensione, l’anima in procinto di
allontanarsi può rimanere padrona del proprio strumento con lucidità fino all’ultimo istante e
provvedere alla debita preparazione.
506 Più tardi, quando vi sarà maggior conoscenza dei colori, nella camera del morente saranno
ammesse solo luci color arancione, che verranno installate con il dovuto cerimoniale una volta
accertato che non vi sia più alcuna possibilità di guarigione. Il colore arancione favorisce la
focalizzazione nella testa, come il rosso stimola il plesso solare e il verde ha un preciso effetto
sul cuore e sulle correnti di vita.
Quando si conosceranno meglio gli effetti del suono, verrà usato un certo genere di musica,
ma ancora non esiste un tipo di musica che possa facilitare l’opera dell’anima che si ritrae dal
corpo, sebbene alcune note dell’organo possano risultare efficaci. Se al momento esatto della
morte è fatta risuonare la nota del morente, essa coordina le due correnti d’energia e infine
spezza il filo della vita; ma sarebbe troppo pericoloso trasmettere ora questa conoscenza che
potrà essere impartita solo più tardi. Vorrei indicare il futuro e le linee lungo le quali si svilupperanno
gli studi dell’occultismo.
Si scoprirà pure che esercitando una pressione su certi centri nervosi e certe arterie si facilita
il trapasso. (Questa scienza della morte, come molti sanno, è custodita nel Tibet.) Una pressione
sulla vena iugulare, su certi grandi nervi nella regione della testa e su un punto particolare
del midollo allungato si rivelerà un aiuto efficace. Verrà elaborata una precisa scienza della
morte, ma questo solo quando il fatto dell’anima sarà riconosciuto e la sua relazione con il
corpo sarà dimostrata scientificamente.
Verranno usate anche frasi mantriche, impresse in modo definito nella coscienza del morente
dalle persone che lo assistono, oppure esse saranno usate deliberatamente e mentalmente
dal morente stesso. Il Cristo ne diede una dimostrazione quando esclamò ad alta voce: “Padre,
nelle tue mani rimetto il mio spirito!”. Ne abbiamo un altro esempio nelle parole: “Lascia, o
Signore, che il tuo servo se ne vada in pace!” Anche l’uso costante della Parola Sacra, cantata
in tono sommesso o in una tonalità particolare (alla quale il morente potrebbe rispondere) in
futuro potrà far parte del rituale della transizione, accompagnato dall’unzione, come è ancora
praticata nella Chiesa cattolica. L’estrema unzione ha un fondamento scientifico e occulto.
507 Il morente dovrebbe essere collocato in modo che la sommità della testa sia rivolta a
oriente, mentre mani e piedi dovrebbero essere incrociati. Nella stanza dovrebbe essere bruciato
solo legno di sandalo e nessun altro tipo d’incenso dovrebbe essere permesso, poiché il legno
di sandalo è l’incenso del primo raggio, il raggio distruttore, e l’anima è in procinto di distruggere
la propria dimora.Questo è tutto ciò che posso attualmente comunicare al pubblico in genere riguardo alla morte. Ma scongiuro tutti voi di approfondire il soggetto della morte e della sua tecnica quanto
più è possibile e di proseguire le ricerche occulte sull’argomento.

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