Quinta Conferenza – Capire il Karma di Rudolf Steiner

Quinta conferenza

Il senso di responsabilità anche oltre la nascita e la morte

Berlino, 5 marzo 1912

Miei cari amici! Per anni abbiamo qui esaminato verità e conoscenze scientifico-spirituali, e abbiamo cercato di avvicinarci dalle direzioni più diverse a quello che crediamo di poter chiamare scienza dello spirito. Sarà opportuno, proprio nell’ambito delle osservazioni che da ultimo abbiamo svolto in questa sede e che ancora svolgeremo, domandarci che cosa la scienza dello spirito in fondo debba e possa dare agli uomini del presente. Per quanto riguarda i suoi contenuti ne conosciamo una buona parte grazie alle nostre osservazioni, e quindi possiamo tentare di rispondere alla domanda: cos’è che la scienza dello spirito può dare all’uomo del presente? Dobbiamo anzitutto fare attenzione a distinguere nettamente la vita scientifico-spirituale, il movimento scientifico spirituale, da qualsiasi tipo di società costituita, da qualsiasi società teosofica. La vita mostrerà sempre quanto sia necessario che coloro che vogliono coltivare la scienza dello spirito trovino il modo di unirsi tra loro, ma questa unione si rende necessaria più per come è fatta la vita che sta al di fuori della scienza dello spirito che per quanto vive al suo interno. La scienza dello spirito può essere assolutamente portata agli uomini come viene portata la chimica, e gli uomini potrebbero avvicinarsi alle verità scientifico-spirituali come si avvicinano alla chimica o alla matematica. Il modo in cui poi l’anima del singolo accoglie in sé la scienza dello spirito e ne fa l’impulso trainante della sua vita, questo riguarda il singolo individuo. A rendere necessaria l’esistenza di una società teosofica è semplicemente il fatto che la scienza dello spirito entra a far parte della cultura del nostro tempo come un insieme di conoscenze del tutto nuove, motivo per cui non basta alle persone la generale disposizione animica del presente per accogliere la scienza dello spirito, esse hanno bisogno anche di una speciale preparazione del sentimento e del pensiero. E una tale preparazione si può raggiungere soltanto attraverso la vita comune in gruppi di studio o cose simili. In tali sedi si acquista un certo modo di pensare e di sentire, per cui si impara a prendere sul serio cose che la cultura generale oggi considera addirittura assurde fantasticherie. A questo si potrebbe obiettare che la scienza dello spirito viene diffusa anche attraverso conferenze pubbliche! Ma proprio coloro che fanno parte della nostra cerchia sanno bene che tanto il tono quanto l’atteggiamento di una conferenza dovranno essere del tutto diversi a seconda che ci si trovi di fronte ad un pubblico non preparato, oppure che ci si rivolga a chi dà pieno peso alle cose di cui si parla a partire dal più profondo impulso del proprio cuore. In un prossimo futuro queste differenze si manifesteranno in modo sempre più marcato. L’ostilità della cultura ufficiale contro tutto ciò che appartiene alla scienza dello spirituale diventerà sempre più forte. Proprio perché la scienza dello spirito è qualcosa di massimamente adatto ai tempi, e di necessario, il rifiuto che gli uomini sentono nei suoi confronti è fortissimo. Per quale motivo le cose stanno così? Questo è qualcosa che lo scienziato dello spirito dovrebbe ben capire, ma che sarebbe difficile anche solo tentare di chiarire ad un pubblico non preparato. Lo scienziato dello spirito sa che ci sono delle entità “luciferiche”, entità rimaste indietro, che operano attraverso le anime degli uomini e che hanno tutto l’interesse a incrementare i loro attacchi nella stessa misura in cui gli esseri umani si sforzano di progredire. Quindi anche la ribellione degli uomini nei confronti della scienza dello spirito dovrà essere necessariamente fortissima in tali tempi. Se una cosa non si discosta molto da quello che avviene dappertutto sarà difficile che essa trovi una forte opposizione. Ciò di cui gli uomini, invece, hanno più sete interiormente susciterà anche gli attacchi più forti. La società teosofica è una sorta di argine di protezione contro questi attacchi del mondo esterno. Nel rivolgersi ai suoi membri si parla a persone che hanno una certa comprensione per i temi in questione. Quanto si fa lì non riguarda chi ne sta fuori, anche perché, se oggi una cosa viene presentata pubblicamente, tutti credono di dover dire la loro, e quanto meno uno ne capisce tanto più crede di dover dire la sua. Da un punto di vista puramente scientifico-spirituale, non sulla base di quello che avviene nella società teosofica, ci possiamo porre la seguente domanda: quali sono le cose importanti che devono essere instillate nell’umanità? Sono quelle di cui l’umanità attuale è maggiormente assetata. Riguardo a questo si può essere molto fraintesi, perciò la scienza dello spirito va distinta da ogni tipo di società. La scienza dello spirito deve portare nuove verità, ma una qualsiasi società non potrà di certo vincolarsi a delle verità. Sarebbe assurdo chiedere: «Di che opinione siete voi teosofi?», se si intende per teosofi i membri della società teosofica, perché allora un’intera società dovrebbe sottoscrivere per statuto determinati dogmi. Questa è la linea divisoria netta tra settarismo e scienza dello spirito. Si può essere uniti in una società solo sulla base di un impulso naturale, quello di essere alla ricerca di conoscenze riguardo realtà spirituali. Questo impulso non è un dogma, perché per definizione chi cerca qualcosa non l’ha ancora trovato. E proprio questo essere alla ricerca costituisce quell’elemento che può unire gli uomini. Diverso è invece chiedersi che cosa porti la scienza dello spirito in quanto tale all’umanità. Essa porta qualcosa di analogo a tutte le verità nuove che sono state conferite all’umanità. Ora, tra le cose che abbiamo da porgere all’umanità ce ne sono alcune che non si possono considerare tra le più importanti, se parliamo delle verità nuove che devono venir portate agli esseri umani. La novità che il movimento scientifico-spirituale deve portare consiste nel fatto che due verità, che sono tra le cose più importanti in assoluto, devono venir presentate all’anima umana in un modo sempre più convincente:

• la verità della reincarnazione e

• la verità del karma.

Il ricercatore dello spirito trova oggi sul suo cammino in primo luogo la necessità di una consapevolezza riguardo alla realtà della reincarnazione e del karma. Non possiamo dire, ad esempio, che nella cultura occidentale certe cose, come la possibilità di elevarsi a mondi superiori, appartengano alle novità fondamentali di questo nostro tempo. Chi conosce Jakob Böhme e la sua scuola, o Swedemborg e altri, sa che da sempre gli uomini hanno avuto l’impulso ad elevarsi dal mondo dei sensi ai mondi superiori. Anche certi altri aspetti della nostra cultura non rappresentano una novità fondamentale. Quando ad esempio parliamo della questione del Cristo, non è questo tema la cosa importante rispetto al movimento scientifico-spirituale in quanto tale, la cosa fondamentale è invece il modo in cui la cristologia si presenta alla luce delle verità della reincarnazione e del karma. La questione del Cristo ha da sempre interessato la cultura occidentale. La gnosi, il cristianesimo esoterico del Graal e altre correnti se ne sono occupate. Le realtà della reincarnazione e del karma richiedono però un tipo di conoscenza nuova sulle antiche questioni. Al tempo di Lessing reincarnazione e karma si fecero timidamente strada nella vita culturale dell’Occidente – si veda a tale proposito L’educazione del genere umano. Il fatto però che la reincarnazione e il karma diventino parte integrante della coscienza umana, come deve accadere grazie alla scienza dello spirito, è qualcosa che può verificarsi soltanto nel nostro tempo. Il rapporto tra l’uomo e la scienza dello spirito consiste perciò nella questione se egli riuscirà o meno a prendere posizione nei confronti della reincarnazione e del karma. Dobbiamo, però, anche aver chiaro cosa significa per l’umanità se reincarnazione e karma diventano una conoscenza che compenetra la vita quotidiana come hanno fatto in precedenza altre verità. Questa conoscenza è destinata a investire ancora più a fondo la vita quotidiana di quanto non abbia fatto la concezione copernicana del mondo.

Con quale rapidità è penetrata nell’umanità la concezione copernicana del mondo! Nonostante essa esista in realtà da pochissimo tempo, pure è arrivata ad afferrare gli animi fin dalla scuola elementare. Ora però c’è un’importante differenza tra l’accogliere il sistema copernicano e l’accogliere le verità di karma e reincarnazione.

Questa differenza, però, può essere detta solo a persone preparate, perché a chi è estraneo al movimento della scienza dello spirito si rivolterebbe lo stomaco al sentirne parlare. A cosa è dovuto il fatto che gli uomini abbiano accolto così velocemente la concezione copernicana del mondo? Visto che da parte nostra non vengono mai espressi giudizi spregiativi nei confronti della scienza naturale moderna, possiamo dire anche quanto segue. Una cultura piena di superficialità è stata il presupposto perché gli uomini potessero limitarsi esclusivamente alla dimensione spaziale nelle loro concezioni sul sistema solare.

Ci sarà invece bisogno di una profonda interiorizzazione per poter far proprie le fondamentali verità della scienza dello spirito, specialmente quelle relative alla reincarnazione e al karma.

Dobbiamo aver chiaro il fatto che ci troviamo al confine tra due epoche:

• l’epoca della superficialità e

• l’epoca del necessario approfondimento, dell’interiorizzazione dell’anima umana.

E allora dobbiamo chiederci: come dovrà configurarsi la vita sotto l’influenza delle idee della reincarnazione e del karma? Cosa vuol dire in realtà per l’uomo riconoscere che reincarnazione e karma sono una verità? Niente di meno che il raggiungere, attraverso la conoscenza di queste realtà, un ampliamento dell’io umano oltre determinati confini che di solito vengono posti all’umana conoscenza. Nell’epoca appena passata veniva sempre ribadito che soltanto attraverso la fede si può arrivare a conoscere qualcosa che va oltre la vita. Soltanto se si guardano le cose dal punto di vista animico-morale si può riconoscere il vero significato della reincarnazione e del karma. Supponiamo che vi sia una persona che creda spontaneamente che l’uomo continui a vivere dopo avere varcato la soglia della morte. Resta però il fatto che tutto il vivere dopo la morte, stando alla sua fede, viene sottratto all’esistenza terrena. Si ha qui certamente a che fare con un mondo spirituale, ma, ad eccezione degli spiritisti, ciò che avviene nel mondo dello spirito viene visto avulso dalla sfera terrena, si svolge in una dimensione totalmente diversa, una dimensione “extraterrena”. Invece, per chi giunge alla certezza dell’esistenza della reincarnazione e del karma la cosa si presenta in modo del tutto diverso. Per costui, da quello che l’uomo realizza nella sua vita dipende il futuro dell’intera evoluzione terrestre, fino alla stessa configurazione esteriore della Terra. Questa dipende da come gli uomini hanno vissuto nelle loro precedenti incarnazioni. Con questo ampliamento della conoscenza oltre i confini di nascita e morte si amplia il sentimento di responsabilità. Chi non crede alla reincarnazione e al karma può dire: dopo la mia morte al massimo verrò punito o premiato in 104 un altro mondo che si trova sotto la reggenza di certe forze spirituali. Ci penseranno loro a fare in modo che quanto io ho fatto di male non risulti dannoso per il resto dell’umanità. Questo però non potrà più dirlo chi crede alla realtà della reincarnazione e del karma. Quando le idee fondamentali della concezione scientifico-spirituale saranno sbocciate nella vita interiore degli uomini, quello che sarà significativo e importante sarà proprio questo: il sentimento di responsabilità germoglierà come non era mai stato possibile prima. Quali uomini che credono alla reincarnazione e al karma noi sapremo che non può esservi un giudizio su una sola vita tra nascita e morte, ma che si tratta di elaborare condizioni che riguardano molte vite. Il modo stesso in cui gli uomini si pongono gli uni nei confronti degli altri nel presente è proprio la conseguenza di una concezione del mondo che pensa la vita come compresa unicamente tra nascita e morte. Incontriamo i nostri genitori e i nostri fratelli e sorelle in modo tale che in tutto il nostro sentire sia radicata la convinzione che viviamo sulla Terra una volta sola. Si verificherà una straordinaria rivoluzione nella vita dell’umanità quando la certezza della reincarnazione e del karma non vivrà più soltanto nelle teste di pochi ricercatori dello spirito. Anche questi pochi ricercatori 105 dello spirito per ora non possono che comportarsi come se si vivesse una volta sola, poiché le idee cambiano molto più velocemente di quanto non faccia la vita concreta. Vediamo che come uomini veniamo al mondo e ci troviamo a vivere insieme a fratelli e sorelle, genitori e altri parenti, e che attraverso il fatto di nascere in una data famiglia nella prima fase della nostra vita il nostro ambiente si comporrà di certi elementi naturali, di una data consanguineità e della posizione del luogo in cui nasciamo. In seguito gli orizzonti si ampliano e ci troviamo ad entrare in relazioni non più dipendenti dai legami di sangue, con persone diverse dai nostri familiari e così via. Con la dottrina del karma e della reincarnazione tutto questo acquista un significato molto più profondo. Un’importante domanda di tipo karmico è la seguente: come mai in questa vita ci troviamo a vivere con questi nostri consanguinei all’inizio della nostra esistenza? Le indagini della scienza dello spirito ci mostrano che di regola – benché ci siano naturalmente tante eccezioni – le persone con le quali ci troviamo a vivere senza averle scelte all’inizio della nostra attuale incarnazione, sono quelle con le quali abbiamo liberamente scelto di intrecciare relazioni nella nostra precedente incarnazione verso i nostri trent’anni.Quindi, né all’inizio, né alla fine, ma proprio nel mezzo della nostra precedente incarnazione, sulla base di una nostra libera scelta siamo entrati in relazione con quelle persone con le quali poi, nell’incarnazione seguente, ci ritroviamo a vivere senza averle scelte. Ad esempio, siamo sposati con qualcuno in una vita: nella vita seguente questa persona sarà nostro padre, nostra madre o nostro fratello o sorella. I fatti di solito mandano all’aria tutti i calcoli delle nostre speculazioni. Questi fatti ampliano a loro volta l’intero nostro rapporto con la vita. Attualmente l’uomo non può parlare che di “caso” quando pensa al rapporto con i suoi consanguinei. Riguardo alla vita che si sta vivendo attualmente si ammetterà di essere responsabili per le conseguenze degli avvenimenti che si sono provocati in prima persona. Ma se si sa che la vita attuale è in relazione con altre incarnazioni, allora il sentimento che si avrà nei confronti di queste altre incarnazioni sarà simile a quello che si ha per quella presente. Se uno dice che l’uomo si è scelto i propri genitori sulla base del proprio karma, questo non ci dice ancora molto. La cosa riceve significato soltanto se si sa che quelli che ora sono i propri genitori uno li ha scelti liberamente come compagni di vita a metà dell’incarnazione precedente. Questo potrà sembrare piuttosto spiacevole per qualcuno; ciò non toglie che sia vero. E chi non è soddisfatto dei propri familiari nella vita attuale li ha pur voluti lui, e curerà meglio i suoi rapporti in questa vita. Coloro che abbiamo scelto liberamente come nostri compagni di vita quando avevamo circa trent’anni, li ritroviamo di nuovo nell’incarnazione seguente proprio all’inizio della nostra vita come genitori o fratelli e sorelle. Anche per questo il nostro senso di responsabilità crescerà enormemente. Le forze che portano una persona ad incarnarsi in una data famiglia sono ovviamente forze di notevole entità. Esse, però, non possono avere nulla a che fare con la vita nella quale stiamo per entrare, devono invece originare dalla vita precedente, quando nel suo bel mezzo ci si è scelti con la massima libertà le persone con cui si voleva vivere, nel tratto della vita in cui si agiva più che mai seguendo gli impulsi dell’anima razionale. Queste cose si possono capire usando la logica, però non si possono scoprire con la logica. Si dubita a volte del fatto che queste cose si siano trovate con la ricerca spirituale proprio perché sono così logiche. Forse altri possono trovarle con la sola logica, ma per quanto mi riguarda io non ci riesco! Così vediamo che gli impulsi più importanti che sgorgano dalle verità fondamentali della scienza dello spirito, sono impulsi di tipo morale-animico. Abbiamo ora parlato del senso di responsabilità, ma allo stesso modo potremmo parlare dell’amore, della dedizione e di altri sentimenti, e di come tutti si approfondiscano per effetto delle verità scientificospirituali. Per questo abbiamo attribuito sempre tanto valore al fatto di considerare la scienza dello spirito nel suo rapporto con la vita, persino nelle conferenze pubbliche. Abbiamo parlato della missione della collera, di quella della meditazione, dell’educazione del bambino, delle diverse età della vita dell’uomo e così via – e abbiamo considerato tutto questo alla luce della reincarnazione e del karma. Abbiamo sempre sottolineato che queste idee operano in modo da trasformare la vita. Seppure il significato di certe esperienze dell’anima non sia stato ricondotto sempre in modo esplicito alle realtà della reincarnazione e del karma, tutte le nostre riflessioni sono comunque state fatte sulla base dell’impulso diretto che scaturisce dalle idee della reincarnazione e del karma. Tutto, non soltanto la conoscenza a livello di anima, riceve un impulso da queste idee. Anche durante l’ultima conferenza pubblica La morte nell’uomo, nell’animale e nella pianta si trattava di mostrare alle persone cosa esse penseranno di questa realtà in futuro, quando vedranno al di là di una singola vita terrena. Nell’uomo vi è un Io individuale, mentre nell’animale abbiamo a che fare con un’anima di gruppo, e nel vegetale con l’anima delle piante dell’intero organismo terrestre. La parola “morte” può essere usata in senso scientifico-spirituale soltanto per l’uomo. Quando l’uomo sarà in grado di accogliere le nuove idee di reincarnazione e karma, arriverà nel corso delle sue ricerche al momento giusto anche a comprendere le altre cose. In questo senso dovrebbe essere chiaro che il lavoro all’interno della società teosofica deve venire inteso nell’ambito di questa missione. Sarebbe pensabile che uno accogliesse questa novità portata dalla scienza dello spirito senza occuparsi minimamente di tutti i tipi di religione esistenti tra gli uomini. La scienza che compara le religioni si studia ovunque nel mondo, e spesso in modo molto più intelligente di quanto avvenga nella società teosofica. La cosa più importante è che tutto venga visto alla luce della reincarnazione e del karma. Il senso di responsabilità crescerà in maniera molto considerevole anche sotto un altro aspetto. Vediamo nel rapporto tra familiari consanguinei e compagni scelti liberamente una certa reciprocità: ciò che di più intimo e nascosto vive nell’anima in una vita diventa l’elemento più manifesto nella vita seguente. Così anche quello che ora ci sembra la cosa più improbabile, più tardi si presenterà come la verità. Se agiamo mossi da senso della verità oppure da fanatismo si manifesterà in tutta evidenza nella nostra prossima incarnazione. Chi mente tanto, oppure ha la tendenza a fare supposizioni a cuor leggero, diventerà una persona poco seria nell’incarnazione seguente. Ad esempio, se in questa vita reputiamo cattiva una persona senza prima esaminare i fatti attentamente, mentre si tratta di una persona buona o lo è per lo meno un po’, allora nella nostra successiva incarnazione, a causa del giudizio avventato dato nell’incarnazione presente, potremo forse ritrovarci ad essere persone intrattabili, litigiose e del tutto detestabili. Noi, visto il modo particolare con cui coltiviamo tra di noi la scienza dello spirito, non potremmo mai venir considerati come se fossimo in una qualche forma di contrasto con un movimento che pone la reincarnazione e il karma al centro dell’attenzione. Il contrasto con noi dovrebbe venire congegnato ad arte. Prendiamo ad esempio il fatto di quanto poco si parli della questione del Cristo tra di noi. In realtà nessuno ha motivo di inventare artificiosamente un contrasto con noi, perché questo o quello scaturirebbe come conseguenza necessaria di una matura comprensione della reincarnazione e del karma. In realtà si può inventare una non conciliabilità con noi soltanto a condizione d’essersi fatti un’errata rappresentazione del modo in cui noi portiamo avanti le nostre ricerche. Naturalmente con questo non si intende dire: la società teosofica è quella che crede a karma e reincarnazione; si dovrebbe piuttosto dire: il nostro tempo è maturo per elevare alla coscienza di tutti gli uomini le realtà della reincarnazione e del karma, così come in passato la concezione copernicana del mondo si è fatta strada nel cuore degli uomini. Non è il riconoscimento dell’esistenza dei mondi spirituali la novità fondamentale oggi, bensì l’aspetto che le affermazioni sui mondi spirituali assumono quando vengono considerate alla luce della reincarnazione e del karma.

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