LE ORIGINI DELLA VIA FLAMINIA – FRANCALANCIA

CENNI STORICI SU ALCUNE LOCALITA’ SITUATE NEL TERRITORIO
DI CASTELNUOVO DI PORTO

FRANCALANCIA

E’ il nome di una collina che SI trova a circa due chilometri dal paese, sulla destra della Flaminia per chi procede verso Roma. Nelle Bolle Portuensi è chiamata Villa Francula.
Fu Colonia della Legione luniorum 23 Lancearia, la quale era costituita dalla trigesima seconda Lancearia Scobensis e dalla 44 Lancearia A ugustensis (1). Della Scobense fa menzione Abramo Ortelio il quale fa derivare il nome Scobense da scobe, diminutivo scobina che significa lima. I componenti della suddetta Legione, oltre che nel combattere, erano franchi (bravi provetti) in altre tattiche come scavare condotti d’acqua, tagliare legna, fare steccati, fascine, mentre attendevano anche ad aggiustare e pulire dardı, armi rotte e vecchie poiché  le nuove erano conservate in altri luoghi, presso gli Arsenali dove si fabbricavano, come dimostra Vegezio. Per questa loro abilità e lavoro godevano qualche franchigia e da ciò, in seguito, declinando l’Impero, quella località avrà assunto il nome di Francalancia. Dell’ antica Colonia e del Castello che sorgeva sulla cima del colle fanno fede qualche tratto selciato di strada che vi conduceva, qualche frammento di mosaico di pavimento, tracce di acquedotti, ecc. Tutto ciò denota anche l’importanza e la nobiltà del luogo. Sulla sommità del colle ove sorgeva la villa o Castello, nel 1516 i signori Pietro, Silvestro ed Andrea Degli Effetti, fratelli, fabbricarono una chiesa dedicata a S. Giovanni ante poriam latinam, come risulta dal Breve di Leone X datato dal-la Magliana (Portum 7 cal. Aprilis – Anno quinto). Ad istanza di Giovanni Degli Effetti, Canonico e Camerlengo della Collegiata di S. Maria di Castelnuovo e dei tre fratelli suddetti, con Bolla in data 17 novembre 1519 si ottenne T indulgenza perpetua nelle ricorrenze festive di S. Giovanni, dell’ Annunziata, della natività di S. Giovanni Batt., di S. Giorgio e di S. Giacomo Maggiore. Detta Bolla fu sigillata e sottoscritta, conforme l’uso di allora, dalla sede Apostolica, dai Cardinali Vescovi Raffaele Ostiense, Domenico Portuense, Alessandro Tuscolano e da altri17 Cardinali. L’Abbate Antonio Degli Effetti, autore del libro Memorie di S. Nonnoso abbate del Soratte » nel 1650 fece collocare sopra la porta di detta chiesa una tavola di marmo con la seguente iscrizione:
D. O. M.
  In honorem S. loannis Apostoli Ecclesiam in Francalancia prius
a fundamentis fabricatam, loannes de Efectis Canonicus, et
Collegiatae S. Mariae Castri Novi Camerarius, cuius ope et
opera. 1llius Templi Pinnaculum. Ad maximam altitudinemascendit, de iure Patronatus suae Familiae fecit; Picturis,ornavit, et Praediis, domibus hic, et in castro novo dotavit.
Anno M. D. XXVI. lo, S. Petri in Vaticano Canonicus, Urbani
VIll Dapiser, et Cubicularius secretus, ac Henrici IV à Bom-
bardis, Ludovici Xlll à Poculis; et Mariae Galliarum Reginae
Maior Domus Magyster, et apud lacobum VI A ngliae Regem a d. Henrico, et Clemente Vlll Papa Nuncius missus de Reli-
gione tractan da vetustale collabentem reaedificavit, et altaris
pictura decoravit. Ac annuo censu ex testamento donavit Anno
M. DC. XXV Scipio eius Frater Vineam repastinavit, Equites
Silvester Fil. Andreas, et Dominicus muris cinxerunt, et Abbas
Antonius Picturis Auro, et Altari lapideo perficiendam curavit.
et praediis auxit Anno MDCL.

MONTE SORIANO RIPA MARAULA – GROTTA PAGANA

Confina con Francalancia Monte Soriano, cosi nominato dalla Colonia Siriaca la quale ebbe parecchie Corti: la 2  Tracum Suriaca Claudiana; la 26″ Marapiorum in Suria; la Legione 3 Suriaca; la 38 Suriaca Pia fortis fidelis. Non molto distante trovasi la Ripa Maraula che era Tantica cava da cu
si estraevano le pietre silicee che servirono a lastricare la Via Flaminia, col concorso dell altra cava, oggi chiamata Pietrara » che trovasi sotto Castelnuovo presso il fosso di Chiarano. E detta Ripa Maraula dalla residenza che vi ebbe la undecima Legione detta Mauretanica. Segue poco lungi, sotto a Belmonte, Grotta Pagana che fu Colonia delle Corti e Legioni liriche e Dalmatiche che
furono parecchie: la 3 e la 4 Illiricorum; la 5″ Dalmatarum; la 31 Dalmatarum Isaurica; la Legione 3 Dalmatica Victrix; la 20 1irica; la 35 Illirica Pia Fidelis (1). Siccome la maggior parte di questa gente dalmata era di religione pagana, e Pago è anche il nome di un’isola della Dalmazia, così ne
derivò il nome di Grotta Pagana col quale ancor oggi è designata tutta quella contrada. Non è da meravigliare se dalla permanenza di queste legioni d’Istria, llliriche e di Dalmazia, l’antica città prendesse anche il nome di Castelnuovo di Dalmazia, provincia d lstria, come già fu detto in principio parlando del vescovo Veientano. Cosi per lo stesso motivo veniva chiamata citta
dei Ravennati tutta la zona che fu assegnata come Colonia, per la guardia e difesa di Roma, ai soldati provenienti da Ravenna che ebbero per quartiere generale la località pur oggi
chiamata Monte la Guardia » e si stendeva fin sotto l’odierno paese di Ponzano, nella tenuta di Ramiano. Plinio ragionevolmente afferma che nei Borghi di Roma Si includevano molte Città expatiantia recta multas addidere Urbes »  e Dionisio per la frequenza delle abitazioni dei
Borghi dice: «in infinitum productae Urbis » . Questo fatto si verificava, più che altrove, intorno a Castelnuovo e nei territori circostanti perché i campı, per la vicinanza di Roma, erano più che altrove desideratı dai Veteranı in genere e in particolare dalla Classe Ravennate i cui soldati, essendo abili per mare, ed essendo sotto l impero molto rare le guerre marittime, potevano stare ferme alla guardia di Roma. Ecco perche questa zona del Lazio ini per esser chiamata: Provincia
d’lstria, Dalmazia e Città dei Ravennati. Tale denominazione fece equivocare non pochi scrittori di cose storiche. In alcune citazioni del Baronio e dell’Ughelli, come in qualche Bolla Portuense, si trovano ripetuti i suddetti nomi per indicare queste contrade. Cosi, p. es., è detto che S. Eleuterio
Romano martire, il cui corpo s1 conserva nella Chiesa di S.Giovanni della Pigna a Roma, fu Vescovo llirico della Dal mazia di Castelnuovo (e non della Schiavonia) ed ebbe il martirio a Castel Mesino, o Mesio, oggi detto Monte Musino, presso Sacrofano (1). A tale proposito il Degli Effetti fa derivare il nome di Monte Mesino (quindi Musino) dalla Colonia dei Misenati i quali ebbero il loro quartiere ad Albano ma quivi non ebbero le terre per coltivare essendo in quei luoghi i terreni riservati per le ville e le delizie dei Romani.