LA VIA FLAMINIA E LE ORIGINI – I COLONNA

“I COLONNA E CASTELNUOVO”

Da quanto è stato sopra esposto, risulta chiaro che, salvo brevi interruzioni, i Colonnesi furono per circa tre secoli i Signori di Castelnuovo e i cui abitanti ne ebbero non pochi vantaggi. L’antico Ospedale, detto della Madonna, traeva la sua esistenza dai lasciti o legati della suddetta famiglia feudataria. Fra i Colonna, oltre al primo celebre Sciarra Colonna che fortificò il Castello con torri, baluardi e fossato, va ricordato Stefano Colonna che sui primi del secolo XIV eseguì con la forza e la violenza l’occupazione di Riano. A tale proposito il Tomassetti ricorda che più tardi, nel 1490, avvenne una seconda occupazione violenta fatta contro Riano da alcuni Castelnovesi.

Così riferisce:

<< Chiude il Medio-evo la notizia curiosissima di 18 abitanti di Castelnuovo che nel 1490 armati di partigiane e giannette, assalirono i bene di S. Paolo sotto i Campanili, presso Riano, bastonando il monaco Barnaba castellano di Riano, processati e condannati poi dal Senatore di Roma>>.

Pare che in seguito a tale fatto, onde eliminare le cause dei continui litigi che avvenivano, si arrivò alla solenne rettificazione dei confini tra Castelnuovo e Riano il 19 marzo 1391 tra Pietro Colonna e i canonici di Castelnuovo da una parte e il monastero di S. Paolo dall’altra.

Merita di essere ricordato il secondo Sciarra Colonna marito di Clarice figlia di FLaminia di Anguillara e di Maddalena Struzzi. Clarice Anguillara Colonna ebbe tre figlie: Giulia, Placidia e Flaminia. Del suddetto Sciarra Colonna è lo Statuto del Castello del medesimo dettato il 10 settembre 1548 di cui trovasi una copia nella Biblioteca Vittorio Emanuele, Cod. già Sessor. 413 ed un’altra copia fu acquistata dalla Biblioteca Casanatense. Quest’ultima, secondo quanto riferiva il Tomassetti è bellissima essendo membranacea con stemma e firma di Sciarra Colonna e con miniature raffiguranti il mercato, i tribunali ecc.

Una copia del medesimo Statuto trovasi nell’Archivio di Stato.

D. Clarice Colonna, che già aveva in più modi beneficati i Castelnuovesi, principalmente facendo restaurare la via Flaminia, come attesta una lapide esistente sulla facciata dell’antico Albergo della Posta, pietosamente si ricordò nel suo testamento dell’Ospedale di Castelnuovo lasciando per i poveri malati cinquecento scudi, una vice tantum, oltre il dovuto annualmente <<quod ei debetar iuxta solitum suum quolibet anno>>.

Nel 1581, come abbiamo accennato, il Governo Pontificio Papa Gregorio XIII si impossessò del feudo continuando però a pagare il canone annuo istituito alla famiglia Colonna, prima in denaro e in grano, poi tutto in denaro, fino al 31 dicembre 1871, nel quale la Commissione di Revisione per gli assegni di Culto, benedicenza ed Istruzione, istituita a Roma in quel tempo, propose la sospensione del pagamento ritenendo quel lascito come un compenso facoltativo, in quanto che non era dimostrato che provenisse dalla casa Colonna.

L’intendenza di Finanza, con lettera in data 17 settembre 1872, annunciò al Sindaco che il pagamento dell’assegno annuo era cessato per ordine della Direzione Generale del Tesoro. Il Sindaco d’allora, Cav. Francesco Pagnani, padre del Gr. Uff. Pietro, presentò al Governo tutte quelle ragioni, notizie e documenti che poté raccogliere. Ma il Consiglio di Stato emise un potere sospensivo chiedendo di provare e dimostrare il titolo e la ragione dell’assegno.

Gr Uff. Pietro Pagnani

Da quel tempo fino a tutto il 1894 si continuarono le ricerca per poter provare quanto il Consiglio di Stato richiedeva, non era una cosa facile cercare e indagare notizie disperse in trecento anni,quindi non si poté riuscire ad ottenere il desiderato intento. Fu appunto nel dicembre del 1894 che venne nominato Presidente della Congregazione di Carità il Gr Uff. Pietro Pagnani, il quale, desideroso di dedicare la sua opera a beneficio della povera istituzione, accettò la carica col fermo proposito di rivendicare quell’assegno che, costituendo poca cosa per il bilancio dello Stato, era del massimo interesse per i poveri del Comune. Egli infatti si mese all’opera facendo più accurate e diligenti ricerche nell’Archivio di Stato. La sua opera fu coronata da felice risultato: egli rinvenne alcuni importanti documenti che dimostravano in modo ineccepibile sia il titolo che la ragione dell’assegno.

Ecco i documenti ritrovati:

1- Testamento di Clarice Anguillara Colonna del 9 aprile 1591 (atti di Francesco Pechioli – Notaro Capitolino).

2- Atto relativo al Feudo di Castelnuovo, del 24 giugno 1585 (atti del medesimo Notaro

3-Reintegrazione della R. Camera Apostolica nel possesso del feudo Colonna in Castelnuovo di Porto del 13 agosto 1581.

4-Appalto delle entrate, rendite e proventi che ha la R. Camera Apostolica nella terra di Castelnuovo.

Il Gr. Uff. Pietro Pagnani, in data 6 febbraio 1895 presentava al Capo del Governo, allora Francesco Crispi, un ricorso per la restituzione dell’annuo assegno, allegandovi le copie autentiche dei suddetti documenti. Il ricorso fu favorevolmente accolto dal Consiglio di Stato ed i poveri di Castelnuovo hanno potuto così continuare a beneficiare del legato dei Colonna.

Dal secondo dei documenti sopraelencati risulta che le rendite del feudo di Castelnuovo erano costituite come espresso:

  • La posta solita affittasi…………………………………..Scudi 360
  • L’hostaria de la terra……………………………………….Scudi 070
  • Il macello………………………………………………………….Scudi 120
  • Il forno de la piazza…………………………………………Scudi 140
  • Le guardie che pagano tanto per fuoco………….Scudi 150
  • L’herbaggio et spica…………………………………………Scudi 150
  • Herbe de le capre……………………………………………..Scudi 120
  • Forni et mola da rubie 150 di grano………………Scudi 600
  • Il prato……………………………………………………………..Scudi 050
  • Risposte dfe grani et biade de le tenute………..Scudi 500
  • La gabella………………………………………………………..Scudi 022
  • L’orto………………………………………………………………..Scudi 012
  • Le quali intrate raccolte insieme sommano….Scudi 2194

Documento riguardante la presa di possesso del feudo dei Colonna da parte della R. Camera Apostolica.

Il terzo documento riguarda la presa di possesso del Feudo dei Colonna da parte della R. Camera Apostolica:

Reintegrazione della R. Camera Apostolica nel possesso del feudo Colonna in Castelnuovo di Porto

13 agosto 1581

Ermete Cavalletti, Computista e Commissario della Reverenda Camera Apostolica e Ludovico Quistelli della stessa R. Camera Commissario Generale, si recano a Castelnuovo di Porto il 13 agosto 1581, con un mandato per reintegrare e restituire alla Reverenda Camera la possessione reale e corporale di detto Castello e dei suoi territori, acque, molini, gabelle, vassalli, diritti e giurisdizioni, come rilevasi dall’instrumento rogato dal Notaro della Reverenda Camera Apostolica Tideo de Marchis, che li accompagnava, per stendere l’atto relativo, nell’anno e giorno predetti. E, dice l’instrumento citato, che arrivati a Castelnuovo, furono i Commissari accolti a suon di campane e di mortaretti, e dopo, fu dato al Castaldo precetto per l’adunanza del Consiglio Generale del Castello per ricevere il giuramento di fedeltà e di omaggio.

S’incominciò quindi col prendere possesso dell’Osteria della piazza, condotta da Bernardina Mozerla, poscia del Macello, poi del Forno, condotta da Muzio Menico Antonini, poi di N. 13 botteghe appartenenti a diversi negozianti, poi di altri 2 forni, condotti l’uno da Lorenzo Pennacchioni e l’altro da Antonio d’Agostino, poi di un ospizioo in loco detto Monte Fiore, condotto da in tal Signorini di Leprignano. Poscia ccedettero alla presa di possesso del palazzo di Giustizia revocandone il Vicario allora in funzione Claudio Jacobelli da Corbio, ed insediandone il nuovo deputato di Sua Santità, Pietro Baschetti da Rimini, dopo avergli fatto eseguire il solito giuramento. Si passò appresso alla presa di possesso di 2 vigne e di altri 2 moloini e dell’Osteria della Posta sulla via Romana verso castel Rignano. Il giorno dopo, secondo l’ingiunzione ricevuta, il Consiglio Generale si adunò e prestò giuramento. Finalmente fu cantato il Te Deum e i Commissari ripartirono, fatti segno delle acclamazioni di tutti gli abitanti. (dal prot. n. 1073, Archivio dei Segretari di Camera, a carte 289).

TESTAMENTO DI DONNA CLARICE ANGUILLARA COLONNA

TESTAMENTUM

Die mortis Nonae Aprilis 1591

ILL.ma Domina Clarices Anguillara Colomna baronissa Romana infirma coprore, sana (Dei gratia) mente, senso et intellectu, sciens se essa mortalem et hac lege natam ut aliquando moriatur et quod nihil est certiot morte et eius hora nihil incertius voleus (ut mulierum mobilem et christianam decet) de bonis sibi a Deo collatis ordinem dare ne post eius mortem inter suos quaestionis materies oriatur sponte omni modo etc. praesens nun uncupativum testamentum quod iure civili dicitur sine scriptis condere et fecere procuravit pront condidit et fecit in modum et formam sequentes. Imprimis enim animam corpore et caeteris humanis rebus praestamtiorem obnixe commendavit omnipotenti Deo, Deiparae Virgini et omnibus Sanctis coelestis Curiae: precipue veto Sancto Michaeli Arcangelo, Hieronymo et Francisco eius devotis. Et quando mori contingat voluit eius corpus sepelliri in venerabili ecclesia Sancti Francisci regionis Transtiberim in cappella Ill.mae eius familiae de Anguillaria cum simplici funere et dum (sic) duodecim funalibus tantum associata arbitrio Ill.mae dominae Juliae eius filiae; cui ecclesiae et pro illius ornamento reliquit scuta quinquaginta monetae una vice tantum. Reliquit etiam in dicta ecclesia ac in hebdomada qua decessit per decennium anno quolibet celebrari centum missas; et ad hunc effectum assignari voluit scuta ducentum monetae annua decennio durante. Reliquit Hospitalis Castri novi diocesis portuensis, ultra id quod ei debetur iunta solitum suum quolibet anno, si tamen in aliquo esset debitrix, senta quinquaginta monetae pro elemosina una vice tantumm Reliquit venerabili ecclesiae Sanctae Luciae in silice regionis Montium amore Dei una vice tantum scuta vigintiquinque monetae exponenada in ornamento dictae Ecclesiae. Reliquit ut supra venerabili ecclesiae Sancti Andreae de Gallicano scta vigintiquinque similiter. Reliquit celebrari pro salute animae suissas in omnibus altaribus privilegiatis Urbis. Volutit quod heredes sui uteneantur quolibet anno celebrari facere unum anniversarium eum triginta missis pro suffragio anima suae, parentum, mariti, sororis, soceri et eorum avorum. Reliquit venerabili ecclesiae Sancti Martiri in montibus pro illus ornamento scuta quinquaginta monetae pro una vice tantum. Reliquit venerabili ecclesiae Sancti Gregori de urbe alia scuata quinquaginta habentes et facientes memoriam in corum officis ipsius dominae trestatricis tantam benefactricis. Reliquit venerabili Archiospitali Sancti Jacobi Incurabilium in augusta de Urbe alia scuta quinquaginta una vice tantu e modo supradicto. Iure insitutionis et alias omni meliori modo etc. reliquir Ill.me Dominae Magdalenae Strotiae eius matri vita eius durante tantum annua scuta centrum monetae pro sua substentatione: pro quorum satisfactione voluit eidem dari suum assignamentum.
Mulieribus quae reperientur ipsi dominae testitrici inserviretemproe obitus (ultra salarium de quo non essent satisfatae) re-iiquit scuta decem monetae pro qualıbet una vice tantum.Reliquit D. Paolo Zoccolo et Florentino eius familiaribusn remunerationem servitutis ultra salarium, de quo non essent
satistacti, scuta quinquaginta monetae pro quolibet una vicetantum.Mandavit solvi omnia debita quae esperietur tenmpore suiobitus.Reliquit Mariae Cypriae eius famulae duo paria linteami-num ex illis pro usu familiae, et omnes interulas et alios pannos lineos qui sunt 1am in usu positi pro usu personae ipsius dominae
testatricis. Item scuta quinquaginta monetae una vice tantum.lure institutionis et alias omni meliori modo etc. reliquitIll.mis Dominis Camillae, Hieronymae et Ippolitae eius nepotibus fliabus bo: me: dominae Placidiae eius filiae dum vixit uxoris ll.mi domini Lutii Sabell scuta termille monetae vide
licet scuta mille proqualibet earum, in quibus computari voluit
etiam omne id quod eis perveniret et pervenire posset pro earum
rata donationis propter nuptias ad cuus restitutionem ipsa lil.ma
domina testatrix teneretur. In quibus scutis termille haeredes in-
stituit pro aequali portione, videlicet in dictis scutis mille pro
qualibet earum; dans facultatem infrascriptis dominis haeredibus universalibus illa solvendi quando dictae eius neptae eruntnuptae sIve effectde moniales et professionem emiserint; et inteTim noluit haeridis teneri ad solutionem fructuum dictorum scutorum termille cum hac expressa conditione, quod decedens
aliqua dictis eius neptibus sine filiis legitimis et naturalibus al-tera alteri succedat pro aequali portione.lure legati et alias omni meliori modo etc. reliquit l.medominae Juliae eius hliae predictae scuta mille monetae.In omnibus antem et singulis aliis eius bonis mobilibus, im-mobilibus et semoventibus, iuribus, actionibus, credibus, debi-torum nominibus praesentibus, tuturis ubilibet existentibusquovis nomine nuncupatis eius universales haeredes instituitfecit et ore proprio nominavit ll1.mas dominas luliam praedictame Flaminiam eius hlias pro aequali portione, et alteri ex dictisII.mis DD. lulia et Flaminia quandocunque decedenti sine fhli1s
legitimis et naturalibus sive decedenti eum filiis et illis decedenti-bus sine filis legittimis et naturalibus, superstes ex eis vel superstites hliorum in stirpes et non in capita succedant et succederevoluit.Voluit etiam quod si ex causa huiusmodi institutionis sivequavis alia causa dictae eius hereditatis l.mus et Exc.mus dominus
Martius Columna Dux Zagaroli maritus dictae llI.mae dominae
Juliae esset debitor dictae l.mae dominae Flaminiae, illud in
contanti solvat cum primum fuernt recuperatum castrum novum:
et interim non possit cogi nec teneatur solvere nisi fructus prorata rata tangente dictam lIl.mam dominam Flaminiam uti haeredem
scutorum septingentorum viginti, quibus gaudet ipsa .ma
domina testatrix annuatim super Gallicano et Passerano, de
clarans quod dicta scuta septingenta viginti sunt pro omnibus
fructibus suae dotis donationis propter nuptias et successionis .Executores huiusmodi sui testamenti et ultimae voluntatisdeputavit il.munm et Rev.mum dominum lo. Baptistam Sabellum Curiae Apostolicae clericum nepotem et ll.mum do
minum lo. Baptistam de Anguillara eius fratrem consobrinum
cum omnibus et singulis facultatibus necessariis et opportunis
pro huiusmodi executione.Et hoc dixit et esse voluit eius ulitimum testamentum.
Actum Romae domo habitationis dictae lll.mae DominaeMagdalenae Strotiae in regione Montium ad Exquilias ubi iacet
infirma dicta lll.ma testatrix, praesentibus ibidem dd. lo. Barnabei de podio Donadei, Valerio Zoccolo de Colleveteri, Bartholomeo Fontana Mutinensi Thoma alias Florentino bardotti
incola Castrinovi, lo. Ant. Guibrini alias Turchetto de Gallica-no, lulio quondam Matthei de Tuderto et Desiderio DesideriiTernano testibus etc

 

LA VIA FLAMINIA E LE SUE ORIGINI

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