I seguaci di S. Benedetto, seguendo il comandamento e l’esempio del loro Capo, si sparsero per le varie contrade per fondare altri conventi, dopo i dodici fondati dallo stesso San Benedetto. S. Anastasio e S. Nonnoso furono i primi fondatori di conventi in questa zona, avendo S. Nonnoso fondato il convento sul Soratte e S. Anastasio quello di Suppentonia vicino a Nepi.S. Anastasio era Scrivario Apostolico rinunciò al suo ufficio per servire Dio ed impiegò i suoi averi per la costruzione del convento di Suppentonia di cui fu Abbate, come è ricordato da S. Gregorio nel registro delle lettere, cap. 8, dove leggesi: Suppentonia De Anastasio Abbate monasteri . Baronio vuole che Suppentonia sia proprio Castel S. Elia, come per tradizione (asserisce Degli Effetti) affermavano i vecchi contadini del paese che dicevano il Castello essere stato la Suppentonia del monastero di S. Elia e di S. Anastasio.
Sub Pentomis, de Pentumis » non erano, come dimostra il nome, che Grancie o Fattorie (nel senso di conventi secondari) che dipendevano da un convento principale chiamato Pentoma il quale aveva sotto di se, come dimostra la parola pente, che in greco significa cinque, altri quattro conventi, Le quattro Grancie erano: il suddetto monastero di S. Elia;
auel. li di S. Silvestro sul Soratte; quello di S. Andrea in Flumine, presso Ponzano e il quarto quello di S. Anastasio in Cannetulo, et in Collina vicino a Castelnuovo, oggi diruto, e da cui è derivato il vocabolo a tutta la zona circostante che e appunto chiamata Fontana Anastasio e abbreviato Fontanastasio.
Questi monasteri che venivano chiamatı Suppentonia.La Pentoma, ossia il convento principale, fu il monastero di S. Benedetto posto sul colle che ancor oggi ne porta il nome e che trovasi presso Cellano, vicino a Belmonte che era la Pentapoli della Toscana Cisciminia, nel territorio di Castelnuovo. Dopo la morte del suo Patriarca e in seguito alla distruzione della cittadella Pentapoli, il monastero di S. Benedetto passò sotto il LDucato di Nepi, come territorio, mentre per di esposizione del Papa Giovanni XIX era stato sottoposto alla Diocesi di Porto. Tale fatto non pregiudica perchè è lo stesso oggi di Morlupo che pur essendo nella provincia di Roma, èsotto la Diocesi di Nepi.Di questa Pentonma di Cellano parlano alcune Bolle: una di Innocenzo llI del 1203; una di Onorio III del 1218 e una di Gregorio IX del 1236 registrate nel Io Tomo del Bollario Cassinense dal Padre D. Cornelio Margarino e nel Registro Vaticano Monasterium Sancti Benedicti Nepesini positum in Pentoma ». Nel 2 Tomo una bolla di S. Gregorio VII del 1074 che pure dire «Monasterium Sancti Benedicti de Nepe, positum in Pentoma ). Le quali Bolle concordemente registra no la Pentoma Post Civitatem de Collinis » che è Castelnuovo antico. In dette Bolle trovasi anche menzionato Castrum Formelli, che nel Registro Vaticano è chiamato Fornelli »
che corrisponderebbe all’odierno vocabolo « Monte Fornello del cui castello distrutto non rimane alcuna traccia. Monte S. Antonino è cosi chiamato per la chiesa che, abbandonata e rovinata, ancora oggi esiste alla sua sommità. E’ tradizione a Castelnuovo che 5. Antonino Martire da Pamia peregrinando in Koma, dimorasse per qualche tenmpo in quella chiesa che anticamente era dedicata a S. Maria inter tresrivos ) cosi detta per i tre rivi che scorrono in quei pressi. Ai piedi del Monte S. Antonino esistono alcune sorgenti di acque minerali. Ve n’è una ferrugginosa che la si riconosce subito per l’ossido di ferro che incrosta le rocce presso la sorgente; un altra è solfurea, e si distingue dall odore caratteristico che si sente nelle vicinanze, ed una terza detta Acqua Acetosa » che è leggerissima, alquanto frizzante e diuretica e
costituisce una deliziosa bevanda specie nei mesi estivi. A proposito dei tre rivi o fossi, nella Bolla di Gregorio VII, nel 2 Tomo del Bollario Casinense del 1074, parlando del Monastero di S. Benedetto nomina il lago (lanula ». Detto lago era una laguna formata artificialmente dal fosso di Staiano; Stagnum lanulae » era detto, da cui derivò l’attuale nome di Staiano. Detto lago era stato artificialnmente formato per la rifolta di due mulini ed aveva molt acqua e perciò abbastanza esteso. In seguito fu diminuita la quantità della acqua per abbassare il livello e rendere coltivabili alcune valli d’intorno. Di dette lagune pare ve ne fosse più d’una e veni vano chiamate anche quadi. Se ne servivano non solo per azionare i molini ed irrigare i terreni limitrofi, ma anche per metterci delle specie di barche o zattere, cariche di legna o di altro, che poi, aprendo le saracinesche, venivano scarcerate e trasportate dall impeto della corrente e scendevano fino al Tevere vere con grande facilità e poca spesa. Questi fossi detti di tre o quattro quadi, e non e chiaro se cio tosse perché erano tre o quattro arrivi Che concorrevano a formare un lago, oppure fossero tre o quattro 1 laghi o rifolte formate avere una maggiore quantitòàdi acqua capace poi di spingere o rivi erarsolpercon maggiore tacilità le barche.Abbiamo detto che queste chiuse servivano anche per la irrigazione; infatti in quei termini vi erano estese coltivazioni, oltre che di orti e di prati, di lino e di canapa.GROTTA SINIBALDAE l vocabolo che ancor oggi distingue alcunı terreni situati nel territorio di Castelnuovo presso ellano di cui già abbiamo fatto cenno parlando della Pentoma. II nome deriva dalla famiglia Sinibaldi che possedeva una parte della tenuta di Cellano. Or avvenne che tre sorelle della detta famiglia sposarono tre fratelli Degli Effetti, Antonio, Nicolò e Sante, ed ebbero in dote quel tratto di terreno che da allora si chiamo Valle Sinibalda. Detto terreno fu per molto tempo posseduto
dai discendenti della famiglia Degli Effetti. Il suddetto vocabolo si riscontra anche nel già citato istrumento dei confini tra Castelnuovo e il Monastero di S. Paolo.VIA CAMPANA VETEREEra il nome di una strada, oggi quasi del tutto scomparsa, che si diramava dalla via Flaminia, tra Borghetto e la macchia della Quartarella, passava presso il Castel Campanile distruttore che era presso il Convento dei Cappuccini di Riano, passava sotto Castelnuovo e si dirigeva quindi ai Campi delle Colonie di Leprignano, Fiano, Ramiano e Ponzano. sul nome deriva dalla Colonia dei Campani, abitanti della Campagna Felice di Capua che in seguito alla ribellione che fecero al tempo di Annıbale Cartaginese, furono confermati fra Castelnuovo e Riano .Detta strada è menzionata nell istrumento dei confıni tra Riano e Castelnuovo rogato il 19 marzo 1492 da Giov. Battista de Forzori di Arezzo e Innocenzo di Lei romano, Notari
nell inventario de beni tra i monaci di S. Paolo, allora padroni di Riano, e il Capitolo e Canonici di S. Eustacchio di Roma, in data 19 maggio 1422, rogato dal Notaro Colangelo Lelli Tomacelli romano, con allegato l’inserto del 1269 stipulato da lacobello Retini del Rione di Campo Marzio a Roma.
Detti atti trovasi nell’Archivio della Colleggiata di Castelnuovo e in quello di S. Paolo di Roma. Ma più chiaramente è menzionata in una Bolla d lnnocenzo Ill del 1211, riportata nel Bollario Cassinense, in cui è chiamata Via Campana vetere » ed ora semplicemente Via Campana » o Via romana antica.Un altra via romana, di cul ancor oggi si possono osservare le grosse pietre poligonali che di tratto in tratto affiorano
dalla terra che le ricopre, serviva a congiungere la Flaminia con la via Campana. Essa si diramava dalla Flaminia presso l’antico Borgo di Castelnuovo; si dirigeva verso Monte Funicolo, passava presso il convento di S. Anastasio in Cannetulo », scendeva dal colle Vigna Grande ) quindi, percorrendo quasi sempre la odierna mulattiera che conduce alla valle del Tevere, presso la macchia dei Sette Monti » Si congiungeva con la Campana V etere ».-Detta strada, dirigendosi verso la località detta VionaGrande ) attraversava la vigna di proprietà degli eredi Antonio Menichelli (Fratelli Fivoli) in cui trovasi un antico cunicolo, i resti di un colombario ed 1 ruderi di un antica villa incui si possono ancora osservare alcune pitture e avanzi di pavimento a mosaico.
LA VIA FLAMINIA E LE SUE ORIGINI LA VIA FLAMINIA E LE ORIGINI – PERCORSO STORICO FINO A PRIMA PORTA LA VIA FLAMINIA E LE ORIGINI – I COLONNA TESTAMENTO DI DONNA CLARICE ANGUILLARA COLONNA LA VIA FLAMINIA E LE ORIGINI – CASTELNUOVO DI PORTO LE CHIESE DI C ASTELNUOVO DI PORTO LE ORIGINI DELLA VIA FLAMINIA – FRANCALANCIA LE ORIGINI DELLA VIA FLAMINIA – LA RELIQUIA CONTENENTE IL PREPUZIO DI N. S. GESU’ CRISTO |
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