Die Glocke, arma nazista o macchina del tempo? Leggenda metropolitana o bufala?

 La Die Glocke, realizzata secondo le dicerie ricavando tecnologia avanzata da un disco colante precipitato in Italia alcuni anni prima,  sarebbe stata dotata di anti-gravità.

Diversi documenti della CIA risalenti al 1955, declassificati nel 2000 e disponibili on line dal 2013, raccontano che Hitler, il dittatore della Germania nazista fosse riuscito a fuggire alla morte e ad essersi rifugiato in Colombia. 

Questi carteggi però non affermano che la Cia avesse rintracciato il dittatore in Sud America poco dopo la fine del secondo conflitto mondiale, ma si limitavano a raccogliere tutte le informazioni possibili, anche le più incerte, a CIA e FBI serviva certamente molto di più che qualche foto o qualche diceria messa in giro,

Hitler, dicono le prove più solide fornite anche dall’Unione Sovietica, si è suicidato a Berlino nel 1945.

Gli anni ormai trascorsi hanno trasformato le numerose chiacchiere e dicerie in proposito in vere e proprie leggende metropolitane che si sono andate coagulando attorno alle storie sulla tecnologia nazista che poteva contare su ingegneri e scienziati eccezionali i quali, dopo la guerra, hanno fatto la fortuna di URSS e soprattutto degli USA, che nonostante l’iniziale ritardo, grazie al geniale Werner Von Braun, inventore delle terribili armi V-1 e V- 2, conquistarono la Luna battendo i sovietici nella corsa allo spazio.

Quest’arma misteriosa sarebbe stata un’aeromobile dalla struttura a campana e avrebbe usufruito di una serie di tecnologie di derivazione aliena. La Die Glocke, realizzata secondo le dicerie ricavando tecnologia avanzata da un disco volante precipitato in Italia alcuni anni prima,  sarebbe stata dotata di anti-gravità. La campana che ne formava la struttura sarebbe stata costruita utilizzando un metallo duro e pesante. Le dimensioni dell’aeromobile sarebbero state tra i 3,7 e i 4,6 metri di altezza, il dato non è chiaro, per un diametro massimo di 2,7 metri.

All’interno vi erano due cilindri che ruotavano l’uno rispetto all’altro in senso contrario che venivano riempiti con una sostanza dal colore viole simile al mercurio, un metallo liquido a temperatura ambiente, il suo nome era Xerum 525. Quando il liquido non veniva utilizzato per azionare la macchina veniva immagazzinato in un thermos rivestito di piombo. Allo Xerum veniva aggiunto un altro elemento, chiamato Leichtmetall cui erano addizionati torio e perossido di berillio.

La campana o “Die Glocke” venne tirata in ballo e portata alla luca da un giornalista, Igor Witkoski, che nel 2000 pubblicò un libro uscito in Polonia, la sua patria, dal titolo è: “Prawda o Wunderwaffe, la verità sull’arma poderosa”. Nel libro, Witkoski rivela di aver scoperto l’esistenza dell’arma dopo aver letto le trascrizioni degli interrogatori dell’ex ufficiale delle SS Jakob Sporrenberg, aggiungendo di aver avuto accesso a documenti classificati in relazione alle armi segrete naziste, da un funzionario dell’intelligence polacca che ha rifiutato di identificare.

Ovviamente non ha nessuna copia dei file avendoli solo trascritti. La storia della “Campana” poi si diffuse grazie a Nick Cook che portò quanto scritto da Witkoski a un pubblico più ampio nel libro: “The Hunt for Zero Point”, in italiano “La ricerca del punto zero”. Witkowski cita alcune piattaforme di forma circolare rinvenute nei pressi della miniera di Wenceslas, e dichiara che sarebbero potute servire come sito di atterraggio per il velivolo. Il progetto sarebbe nato sotto il comando del misterioso generale delle SS Hans Kammler, che era stato anche coinvolto nello sviluppo delle V-2, e sviluppato costruzioni sotterranee come il centro Riese, dove, si sarebbero anche svolti i test della Die Glocke.

Secondo altre voci, la macchina, pare, fu testata ma i test si rivelarono una catastrofe a causa delle radiazioni emesse che avrebbero ucciso diversi scienziati e cavie animali. La macchina avrebbe sfruttato l’energia atomica per generare un campo anti gravitazionale e sarebbe stata testata in una struttura nota come Die Riese (il gigante) vicino al confine ceco.

Da quelle parti c’è una costruzione chiamata The Henge, una struttura di cemento che secondo alcuni fu usata per i test della campana, anche se, secondo altre fonti, potrebbe trattarsi del supporto di una torre di raffreddamento, ma la diatriba è inutile vista la pochezza del ritrovamento che potrebbe servire a molte cose e non necessariamente al funzionamento di una macchina “avveneristica” di cui non si sa nulla, come non si sa nulla degli scienziati che parteciparono alla realizzazione della macchina e dei test, scomparsi nel nulla come il generale delle SS Hans Klammer, al comando dei progetti segreti del Terzo Reich, anche lui scomparso senza lasciare traccia.

Anche le due campane, perché due ne furono costruite, scomparvero, almeno così narra la leggenda. La seconda Die glocke era denominata Ju – 390. La campana, secondo alcune teorie doveva funzionare con un “propulsore senza propellente” ossia un “motore antigravitazionale”, altri autori pensano che la macchina fosse uno strumento per osservare il passato, costituito al suo interno da uno specchio al quarzo concavo.

Piuttosto diffusa è anche l’idea che la Die Glocke potesse servire per spostarsi nello spazio e nel tempo, come fosse il TARDIS del Doctor WHO. Altri fanno notare che la macchina per forma e principio di funzionamento è simile ai Vimana della mitologia Indiana. Il libro di Witkoski è, però, l’unica fonte che parla di questa macchina e non ci sono tracce o elementi ai quali ci si possa affidare per avvalorarne le tesi.

Non sappiamo se Witkoski abbia visto davvero documenti originali e non sappiamo se questi documenti siano realmente esistiti. Probabilmente la Die locke è solo una leggenda nata dalle ceneri di quanto il regime nazista ha lasciato.